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Charlotte Rampling e Jonathan Nossiter in Italia per “Last Words”

Nick Nolte e Kalipha Touray in “Last Words”

“Last Words” di Jonathan Nossiter, interpretato da Nick Nolte, Charlotte Rampling, Stellan Skarsgård, Alba Rohrwacher, Silvia Calderoni e, per la prima volta sullo schermo, Kalipha Touray, sarà presentato dal regista e da Charlotte Rampling lunedì 12 giugno alle 19.45 al Cinema Troisi di Roma (qui saranno presenti anche Silvia Calderoni e Kalipha Touray), martedì 13 alle ore 21.00 al Cinema Astra di Firenze, dove la proiezione sarà preceduta da una masterclass (ore 19.30), e mercoledì 14 alle 21.00 al Cinema Mexico di Milano. Il film sarà poi in sala in tutta Italia da giovedì 15 giugno, distribuito da Cineteca di Bologna.

Selezionato in concorso al Festival di Cannes 73, “Last Words” è una produzione Stemal Entertainment con Rai Cinema, una coproduzione italo francese con Paprika Films, Les Films d’Ici e Les Films du Rat.

Girato in gran parte in Italia, tra il Parco Archeologico di Paestum e la Bologna sotterranea, “Last Words” immagina profeticamente la fine dell’umanità quando nel 2086, all’indomani delle grandi alluvioni, il pianeta che conosciamo non esiste più e l’ultimo uomo sulla terra scopre il cinema, a cui è affidata la memoria dell’umanità.

“Nel mondo del 2086, l’Europa è un deserto. Non c’è più natura. Solo lattine di cibo in polvere per gli ultimi sopravvissuti. Non c’è più cultura. Tranne qualche frammento di cinema sotto le macerie di ciò che rimane di Bologna. E i templi antichi ad Atene. Niente più socialità, neppure la memoria di una stretta di mano. Un mondo senza speranza? No! Grazie alle magiche risorse dell’immaginazione umana. ‘Last Words’ è un film che si confronta con il potere distruttivo delle catastrofi ecologiche senza perdere il coraggio della tenerezza e la gioia dello stare insieme per raccontarci delle storie. Urgenti. Come l’ultimo uomo sulla Terra nel 2086: un giovane africano, l’ultimo africano. Impersonato dal non attore Kalipha Touray, un rifugiato gambiano che a sedici anni ha già assistito alla fine del mondo nella vita reale. Insieme al mitico attore Nick Nolte – che interpreta un regista d’altri tempi – nel film riscoprirà il cinema. E dunque il senso della vita: il piacere di stare insieme (dopo un lungo periodo di isolamento), l’amore per la cultura (dopo anni di barbarie), per la bellezza (dopo tanto orrore). Soprattutto riscoprono l’importanza di mantenere viva la memoria. Perché, alla fine del mondo, tutto diventa importante”. Jonathan Nossiter

 

 

 

 

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