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“Buried”: il cinema in una bara

Dopo aver spopolato al Sundance Film Festival ed aver fatto parlare di sé in giro per il mondo, arriva anche nelle sale cinematografiche italiane “Buried – Sepolto” di Rodrigo Cortés, claustrofobico thriller completamente ambientato in una bara.

Rinchiuso in una cassa di legno tre metri sottoterra con un accendino, una matita ed un cellulare, il protagonista, interpretato da Ryan Reynolds, tenta di capire come è finito in quella situazione e come riuscire a scamparne tentando di guidare i soccorritori.

RODRIGO CORTÉS - intervista (Buried Sepolto) - WWW.RBCASTING.COM

“Buried” è sicuramente una sfida che tenta di dimostrare come la qualità di un film non si misuri in metri quadri o in production values ma nella capacità di tenere sempra viva l’attenzione dello spettatore tenendolo sul filo del rasoio fino alla fine. Il pubblico scopre e ricostruisce assieme al protagonista cosa è accaduto e l’empatia si sviluppa non solo con la disperata lotta per la sopravvivenza, ma anche per un’angosciante solitudine: sepolto sottoterra ma ancora vivo, il protagonista è dimenticato dal mondo circostante a cui si aggrappa inutilmente con tutte le sue forze. Al di là del telefono non trova una voce confortante o quella della famiglia, ma una fredda segreteria e persone quasi o del tutto indifferenti al suo dramma, come il datore di lavoro che registra la chiamata per licenziarlo senza assumersi alcuna responsabilità nei suoi confronti. Da alcune di queste situazioni ai limiti del cinismo, scatta un’amara comicità involontaria che tinge il thriller con un tocco di black comedy.

Il film di Cortès, scritto da Chris Sparling, riesce nel suo intento ma non del tutto: superati i primi claustrofici 10 minuti, la dimensione cambia, le inquadrature si allargano, la storia cambia ritmo e la narrazione si evolve coinvolgendo lo spettatore ma solo fino ad un certo punto. Da vedere comunque perché unico nel suo genere.

“Buried – Sepolto” è nel sale cinematografiche dal 15 ottobre distribuito da Moviemax.

Si ringrazia l’Ufficio Stampa Valentina Guidi

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