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Julianne & Annette, straordinarie mamme gay

ROMA – “The kids are all right” (I ragazzi stanno bene) di Lisa Cholodenko è sicuramente uno dei più bei film che si sono visti alla quinta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Tenero, ironico, intelligente e con due attrici straordinarie – Julianne Moore e Annette Bening – affronta più di un tema importante (le famiglie gay, il matrimonio, il tradimento), mixando ad arte leggerezza e spessore. Non a caso il lungometraggio ha sedotto pubblico e critica al Sundance Festival e alla Berlinale, negli Stati Uniti è stato uno dei fenomeni del botteghino estivo, mentre la stampa americana parla già di candidatura all’Oscar per le due protagoniste.

THE KIDS ARE ALL RIGHT - conferenza stampa con Julianne Moore - WWW.RBCASTING.COM

La storia ruota attorno a due donne, Jules (Julianne Moore) e Nic (Annette Bening), che vivono con i figli adolescenti, Joni (l’ottima Mia Wasikowska già vista nell’Alice di Tim Burton) e Laser (Josh Hutcherson), avuti da un’inseminazione artificiale. Un tipo di famiglia che da noi sarebbe impossibile, ma “negli States – spiega Moore (venuta a Roma per presentare il film e ricevere il Marc’Aurelio alla carriera) – rientra nell’assoluta normalità”. Tornando alla pellicola, tutto fila liscio fino a quando i ragazzi non contatteranno il padre biologico e Paul (Mark Ruffalo), scapolo incallito e gaudente, non si intrometterà nel ménage quotidiano. Inconsciamente bisognosi di una figura maschile, Joni e Laser si innamoreranno a pelle di questo strano “papà”. I rapporti diventeranno ancora più complicati quando anche Jules, la più fragile della coppia, subirà il fascino del bel Paul.

“Ogni volta la sfida è quella di dare credibilità ai personaggi che interpreto – dice Moore – e in questo caso non è stato così difficile, perché ho una lunga esperienza di rapporti di coppia e genitorialità. Del resto il film tocca tematiche universali e se la famiglia ha due mamme, due papà o è mista si tratta solo di un dettaglio, una delle tante combinazioni possibili. Un po’ come in ‘The game of life’, un gioco che faccio sempre con i miei figli dove ognuno può scegliere un partner del suo sesso o dell’altro”. Ci sono molte famiglie gay negli Usa? “Certo. Nella scuola che frequentano i mie figli, a New York, ci sono molti bambini con due mamme o due papà. E sono bambini sereni, maturi, spesso più equilibrati degli altri, come ha dimostrato uno studio recente pubblicato sul New York Times”.

Nella commedia, la cui trama ricalca un po’ la vita della regista (dichiaratamente gay e con un figlio concepito in provetta), la figura del padre appare quasi superflua. “Quello che mostriamo non riguarda il sesso del genitore – ribatte l’attrice – ma la famiglia in genere. Significativa, in questo senso, è la battuta finale di Nic che dice a Paul: ‘se vuoi una famiglia fattela. Questa è la mia famiglia!’. E in effetti i figli sono di chi li cresce e li accompagna ogni giorno a scuola, non di chi li concepisce”. In quanto al sesso, che tra le protagoniste è segreto e impacciato, mentre i rapporti etero sono spontanei e passionali, Moore conclude: “il problema  riguarda l’intimità nel matrimonio. Queste donne stanno insieme da vent’anni e Jules è in crisi. E’ normale che trovi più divertente il sesso fuori dalla coppia”.

Il film esce a febbraio con Lucky Red.  Famiglia gay o famiglia etero, si consiglia di non perderlo.

Alcuni commenti della critica:

“Più che una commedia gay è un bel film sulla difficoltà di essere genitori. Ed è un film sulle mille strade dell’amore. Si ride, si piange. E si ammira la grandezza di due attrici straordinarie”.
Curzio Maltese – la Repubblica

“Una commedia frizzante ma non frivola, che non rinuncia a qualche nudo nelle scene di sesso, spesso audace sul versante dei dialoghi”.
Michele Anselmi – il Riformista

“Commedia agrodolce, con una prima parte brillante e un prosieguo più incline all’indagine dei piccoli universi di ogni personaggio sulla ribalta, ‘I ragazzi stanno bene’ colpisce per la sua immediatezza e per una scrittura frizzante che si mantiene costante per larga parte della pellicola”.
Federico Magi – Secolo d’Italia

“Film apparentemente progressista, ma con una forte venatura retrò nella condanna irreversibile verso il povero Paul, ‘colpevole’ di essersi trovato al centro di una sbandata sentimentale”.
Oscar Cosulich – Il Mattino

“Ms Cholodenko’s film is so canny in its insights and so agile in its negotiation of complex emotions that it deserves to stand on its own. It is outrageously funny without ever exaggerating for comic effect, and heartbreaking with only minimal melodramatic embellishment”.
A. O. Scott – The New York Times

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