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La scuola svuotata di Jalongo

ROMA – “La scuola è finita” indica la fine delle lezioni e l’inizio delle vacanze, ma anche lo sfascio della formazione come istituzione, con gli studenti annoiati e disinteressati al sapere e i professori demotivati che, se cercano di proporsi come punto di riferimento al posto della famiglia, lo fanno tra mille fragilità. Perché Valerio Jalongo, nel suo film passato in Concorso al Festival di Roma (nelle sale dal 12 novembre con 150 copie), non descrive la solita scuola edulcorata dei Vaporidis & company, ma un sistema ormai svuotato dei suoi significati, dove “tra bocciature e abbandoni – spiega il regista che nella vita è anche insegnante – più di un terzo degli studenti non arriva mai al diploma”.

VALERIO JALONGO - intervista (La scuola è finita) - WWW.RBCASTING.COM

La storia è ambientata nell’Istituto Pestalozzi di Roma, un edificio sgangherato con i muri coperti da scritte e le porte sfondate. L’adolescente Alex (la rivelazione Fulvio Forti), piercing tra le sopracciglia e felpa con cappuccio, ha una famiglia disastrata alle spalle ma è molto popolare tra i compagni, visto che distribuisce pasticche colorate durante la ricreazione. Cercano di salvarlo la professoressa Daria Quarenghi (la brava Valeria Golino) e il professor Talarico (Vincenzo Amato), l’una con un centro d’ascolto pomeridiano, l’altro attraverso il rock (la bella colonna sonora è di Francesco Sàrcina, leader delle Vibrazioni). Come la scuola anche la loro vita va alla deriva (sono sposati e si stanno separando), quindi aiutare Alex può essere un riscatto. Eppure le attenzioni di Daria verranno scambiate per altro, mentre Talarico finirà per sballarsi e andare a prostitute con lo stesso studente.

VALERIA GOLINO - intervista (La scuola è finita) - WWW.RBCASTING.COM

Dice Jalongo, che attraverso un video-diario ha documentato tre anni di una classe: “di tutto quello che avete visto non c’è nulla di inventato. Sicuramente qualcuno si sentirà offeso dai miei personaggi, ma io conosco professori che si sono drogati o che hanno comprato droghe dagli studenti. Il problema è che oggi c’è troppa tolleranza, dalla scuola rigida degli anni Settanta siamo passati all’esatto opposto, mentre gli insegnanti sono sottopagati e non hanno nessun prestigio sociale. Ci tengo a dire che Alex non è un ragazzo difficile, perché la sua infelicità, che viene dalla mancanza di punti di riferimento, riguarda il 70 per cento dei nostri ragazzi”.

Rispetto alle sue intenzioni aggiunge: “non volevo girare un film di denuncia sociale, ma qualcosa per i ragazzi. Spesso mi sento dire che studiare non serve a niente perché tanto i lavori migliori sono destinati ai raccomandati, ed è difficile replicare a tanto cinismo, soprattutto se arriva da un quindicenne. Il film è un percorso di liberazione, perché non credo nella funzione educativa di questa scuola”.

Certo Jalongo ha il merito di documentare una realtà scomoda che nell’era del ministro Gelmini raramente viene alla luce, ma i nostri ragazzi sono davvero tutti così? E i tanti professori che vivono il mestiere come una missione dove sono finiti? Perché distruggerli senza rispetto? Insomma, sembra che “La scuola è finita” parta con il piede giusto ma poi si perda per strada. E alla fine non coinvolge.

FULVIO FORTI - intervista (La scuola è finita) - WWW.RBCASTING.COM

Alcuni commenti della critica:

“Jalongo usa i tanti temi in gioco solo per colpire lo spettatore sotto la cintura, senza amore e rispetto per i suoi personaggi ma piegandoli alla propria voglia di cinema ad effetto, parla di argomenti scottanti senza chiedersi mai ‘come’ e scegliendo i toni strillati dei più superficiali talk show televisivi”.
Paolo Mereghetti – Corriere della Sera

“La scuola è finita è un film duro, sferzante, impietoso, imperfetto, molto insolito e coraggioso per il nostro cinema, anche se non sempre tenuto a briglia stretta”.
Fabio Ferzetti – Il Messaggero

“La scuola è finita è sbilenco, irrisolto: parte con uno scopo e finisce a parlar di tutt’altro. (…) I risvolti psicologici sono poco credibili, così come Amato in versione rockstar”.
Alberto Crespi – L’Unità

“Dagli ottimi intenti, La scuola è finita si perde purtroppo nella forma. Il merito di Jalongo è comunque quello di sbattere in faccia allo spettatore un horror scolastico”.
Giacomo Visco Comandini – Il Riformista

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