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Quando la realtà supera “La Qualunque” fantasia

Video conferenza e intervista al giovane esordiente Davide Giordano.

“I have no dream ma mi piace u pilu”, è lo slogan che ormai da mesi campeggia sulle locandine cinematografiche  simil-elettorali di un candidato politico d’eccezione: Cetto La Qualunque, il personaggio creato da Antonio Albanese nel 2003, che sbarca sul grande schermo con “Qualunquemente”, diretto da Giulio Manfredonia e scritto dallo stesso Albanese con Pietro Guerrera.

Dopo anni di sketch televisivi nei programmi “Mai dire domenica” e “Che tempo che fa”, il corrotto ed ignorante imprenditore calabrese che disprezza la natura e la democrazia e che si interessa alle donne sopra ogni cosa, riesce nel suo intento di farsi eleggere a sindaco di Marina di Sopra con il motto “più pilu e cemento armato”.

Dopo una lunga latitanza all’estero Cetto La Qualunque torna in Italia con una nuova famiglia che porta a vivere con sé e quella d’origine, composta dalla moglie Carmen e dal figlio adolescente Melo. I vecchi amici lo informano che le sue proprietà sono minacciate da un’ondata di legalità che sta invadendo l’immaginaria cittadina calabrese. Le imminenti elezioni potrebbero confermare questa “tendenza” con la nomina a sindaco di Giovanni De Santis, candidato che si batte per una politica “pulita” e onesta che rimetta al centro del dibattito rispetto e diritti. Dopo un momento di riflessione Cetto decide di buttarsi in campagna elettorale e lo fa a modo suo, circondandosi di avvenenti e giovani ragazze e ignorando volutamente le regole all’insegna dell’abusivismo, dell’evasione fiscale, di corruzione e compravendita di voti. Nel cast l’ottima Lorenza Indovina nel ruolo della sottomessa ma passionale moglie di Cetto, Sergio Rubini, Nicola Rignanese e il giovane esordiente Davide Giordano.

A remare contro l’effetto astratto e surreale cui mira la pellicola firmata da Manfredonia, è il circo mediatico di questi ultimi mesi montato sugli scandali e sulle scabrose rivelazioni legate alla vita del Presidente del Consiglio, ma anche ai ricorrenti presunti brogli elettorali. Il film strappa qualche (amaro) sorriso ma nessuna risata, contrariamente a quanto avviene negli sketch televisivi, scenario naturale in cui si muove abitualmente il personaggio di Cetto La Qualunque, che “infattamente” ha i suoi momenti cinematografici più felici proprio nei comizi elettorali. Il problema non è nella scrittura, probabilmente, ma nel fatto che la realtà politica italiana abbia tristemente superato la fantasia: ecco allora che la battuta “lei ha un corpo da assessore” riferita ad una procace donna in bikini, rimanda alle recenti cronache strappando poco più di un beffardo sorriso ad un pubblico abituato o infastidito cui, paradossalmente, non sembra di vedere una fiction ma un colorito Tg satirico.

Albanese, Guerrera e Manfredonia assicurano che ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale e che il discutibile personaggio non è collocabile in alcuno schieramento politico perché, dicono, “Cetto è orizzontale”, ma se la chiave comica scongiura il pericolo moralismo, non basta a salvare il film da situazioni (ahinoi!) retoriche e purtroppo attualissime. Nonostante ciò, Cetto La Qualunque resta un personaggio simbolo del nostro tempo: una patetica maschera italiana che rappresenta situazioni drammatiche di cui si ride a denti stretti.

“Qualunquemente” è in più di 600 sale dal 21 gennaio distribuito da Fandango che, per la prima volta, ha prodotto (assieme a Rai Cinema) un film comico.

QUALUNQUEMENTE - conferenza stampa - WWW.RBCASTING.COM

DAVIDE GIORDANO - intervista (Qualunquemente) - WWW.RBCASTING.COM

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