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“Sotto il vestito niente”, il lato oscuro della moda secondo i Vanzina

Video interviste a Francesco Montanari, Vanessa Hessler, Enrico Vanzina

Ventisei anni dopo il piccolo cult omonimo, Carlo Vanzina torna a dirigere “Sotto il vestito niente” affiancato nella scrittura, dagli stessi collaboratori del 1985, l’immancabile fratello Enrico e lo sceneggiatore Franco Ferrini. I tre, da considerare a tutti gli effetti coautori di questo film, ci tengono ad affermare che non si tratta di un remake o di un sequel, né di un doppione o una qualsivoglia scopiazzatura. Ma a ben guardare non è neanche possibile considerare “Sotto il vestito niente” versione 2011 come un film completamente nuovo. E allora ci si chiede lecitamente cosa sia, visto che la storia riprende per lunghi tratti quella dell’85 e il mondo in cui si svolge è sempre la Milano modaiola. Ma soprattutto ci si chiede se davvero valesse la pena tirar fuori dal cassetto un progetto probabilmente passato e sorpassato per confrontarsi nuovamente con un genere che in Italia non riesce a risollevarsi, quel thriller che pare non siamo proprio bravi a produrre nel nostro bel paese.

I fratelli Vanzina decidono che di commedie presenti sugli schermi in questo periodo, più o meno riuscite che siano, ce ne sono decisamente troppe, e si smarcano con una mossa molto abile e commercialmente indovinata. “Sotto il vestito niente – L’ultima sfilata”, si propone come alternativa italiana alla risata e punta un po’ sulla nostalgia, un po’ su un soggetto almeno sulla carta interessante. L’uscita in tutta Italia con 350 copie (che non sono tantissime ma nemmeno poche), testimonia come Medusa, distributore del film, creda nel progetto, il battage pubblicitario è imponente, il cast, che vede nomi importanti del panorama internazionale come Richard E. Grant, affiancare giovani promesse nostrane il bravo Francesco Montanari e la bella Vanessa Hessler, è certamente di buon livello, e tuttavia il film non riesce.

La stella delle passerelle della boutique Marinoni, Alexandra, viene assassinata. Il commissario Malerba indaga per scoprire il colpevole e riporta alla luce un analogo caso irrisolto di alcuni anni prima. Intanto avvengono altri omicidi di persone legate alla casa dello stilista e anche Brit, giovane e innocente modella che ha sostituito Alexandra ed è diventata la nuova musa di Marinoni, è in pericolo.

Al soggetto di genere vengono aggiunti un pizzico di melodramma (i sentimenti violenti che distruggono la famiglia Marinoni) e uno stiracchiato risvolto sociale (la tematica delle adozioni da parte delle coppie gay) che cercano di fare capolino tra inseguimenti inverosimili e dialoghi prevedibili, invidie da quartierino e improvvisi scatti di follia omicida.

Il thriller vanziniano prova a rifarsi al giallo del passato ma resta troppo legato a un’estetica superata e non ha più dalla sua quel fascino irraggiungibile che il mondo della moda rappresentava venti e più anni fa. Le sequenze degli omicidi fanno sorridere più che tremare, l’unico colpo di scena imprevedibile è spiegato fin nei minimi dettagli dai dialoghi e non consente allo spettatore di stupirsi realmente, il contrasto tra famiglia semplice ed equilibrata del commissario e quella eccentrica e maledetta di Marinoni è fin troppo didascalico.

Resta il tentativo di riproporre una storia thriller ben definita che può stimolare altri giovani autori a tornare a confrontarsi con il genere, e l’ottima prova di recitazione in siciliano di Montanari, a suo agio anche nei panni del poliziotto dopo aver vestito per due stagioni televisive quelle del cattivo (è il Libanese di “Romanzo Criminale”).

Sotto il vestito purtroppo c’è “poco”, ma almeno non è proprio “niente”.

FRANCESCO MONTANARI - intervista (Sotto il vestito niente) - WWW.RBCASTING.COM

VANESSA HESSLER - intervista (Sotto il vestito niente) - WWW.RBCASTING.COM

ENRICO VANZINA - intervista (Sotto il vestito niente) - WWW.RBCASTING.COM

Alcuni commenti della critica:

“Parte bene ma presto si siede, le scene d’azione sono un po’ al rallentatore, il coté gay prevedibile. Però il poliziotto venuto dal sud fa simpatia. Sarà perché nei duetti un po’ alla Montalbano col sottoposto barese, si respira aria di commedia?”.
Michele Anselmi, Il Riformista

 

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