Home Uncategorized “Detective Dee”, l’intuizione di Tsui Hark tra giallo, fantasy e guerrieri ninja

“Detective Dee”, l’intuizione di Tsui Hark tra giallo, fantasy e guerrieri ninja

Cina, 690 D.C. – Il potere è in mano alla dinastia Tang, ma la reggente Wu Zetian sta per diventare imperatrice (prima donna nella storia della Cina) e in molti complottano affinché la cerimonia di incoronazione non avvenga. Intanto, la costruzione di un enorme Buddha in suo onore viene rallentata causa una serie di misteriose morti per autocombustione. Sul caso viene chiamato a indagare l’ex giudice della corte imperiale Di Renjie, imprigionato sette anni prima per alto tradimento dalla stessa Wu.

A un anno esatto dalla prima al Lido di Venezia, arriva in Italia (nelle sale dal 26 agosto con Tucker film) l’ultima fatica di Tsui Hark, “Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma”. Il regista cinese prende la storia da un racconto popolare scritto durante la dinastia dei Ming, rielaborato nel Settecento e successivamente tradotto dal diplomatico olandese Robert Van Gulik. Perché il film raccolga una discreta audience in Occidente, l’astuto Tsui mescola lo “wuxiapian” (il genere cappa e spada così apprezzato in Cina) con il cinema giallo, aggiungendo parecchie suggestioni magiche (sullo schermo si vedono cervi che parlano, visi che si deformano e guerrieri ninja che sembrano volare), un po’ di umorismo e una ricostruzione storica da manuale. Il tutto condito da effetti visivi di alto livello e inquadrature ampissime che, con l’aiuto del digitale, ci restituiscono tutto lo splendore della Cina imperiale.

L’intreccio misterioso tiene incollati alla poltrona fino alla fine e il fascino del protagonista, interpretato dal talentuoso Andy Lau, non può che essere un valore aggiunto. Certo a volte l’azione appare eccessivamente carica e qualche elemento pecca di ingenuità, ma bisogna comunque tener presente che è di cinema cinese che si sta parlando e ciò che lì è pura “bellezza” qui può sembrare bizzarro. Sottile è, infine, il riferimento all’attualità: la lotta armata che non dovrebbe mai sfociare in terrorismo, le spettro dell’11 settembre e l’imperatrice (forse Obama?) che ripete: “ricordati, la grandezza vuole grandi sacrifici”. Senz’altro il film piacerà agli appassionati del genere.

Hanno scritto del film:

“Grandioso, atletico, ricco, magico…”.
Lietta Tornabuoni, La Stampa

“Due ore di puro spettacolo, che uniscono cinema di cappa e spada e una parabola politica, intrigo poliziesco e grande spettacolo fantastico, azione virtuosa e intelligenza dei personaggi (…)”.
Jacques Mandelbaum, Le Monde

“Il dio del cinema d’azione hongkonghese riesce a fare uno stupefacente film di combattimenti in costume”.
Jacky Goldberg, Les Inrockuptibles

“(…) il film parla del potere in Cina e di cosa sia lecito fare per mantenerlo (…) ma sceglie di non mettere limiti alla propria fantasia spingendo il protagonista a confrontarsi con città sotterranee, monaci fantasma, cospiratori inafferrabili, medici stregoni e molto altro ancora. Anche la regia si adegua a questo fuoco d’artificio di trovate, usando al meglio la mobilità della macchina da presa e sfruttando le possibilità del digitale senza farsene schiacciare (così, per una volta, i duelli sono uno spettacolo meraviglioso e non solo un campionario di effetti speciali)”.
Paolo Mereghetti, Corriere della Sera

“Grandiosi scenari, costumi spettacolari. E ancora fuochi e gran piroette marziali… È la prova che avventura e fantasia non sono esclusiva di Lucas e Spielberg”.
la Repubblica

“(…) è un testo di filosofia politica che gioca leggiadramente con la fantasia, …diretto dal Nicola Tesla dell’immaginario, l’hongkonghese Tsui Hark (nel senso che è il cineasta che ha trasformato in realtà il sogno dell’inventore serbo: impressionare lo schermo direttamente, e velocemente, con il pensiero).
Roberto Silvestri, Il Manifesto

“La virtuosità e la velocità con cui Tsui Hark fa il giocoliere con tutti questi segni senza mai compiacersi è il tratto di un cineasta che padroneggia perfettamente la sua arte”.
Jean-Sébastien Chauvin, Cahiers du Cinéma

“Questo lontano cugino di Sherlock Holmes maneggia l’arte della deduzione altrettanto bene delle arti marziali. Un divertissement che lascia senza fiato”.
Marie Sauvion, Le Parisien

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here