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“Scialla!”, l’esordio-scommessa di Bruni per “stare sereni”

Video interviste a Francesco Bruni, Fabrizio Bentivoglio, Barbora Bobulova e Vinicio Marchioni

“Scialla!” è l’espressione gergale romanesca per dire “stai sereno, prenditela comoda”, più o meno come il “Take it easy” americano. Francesco Bruni, prolifico sceneggiatore di Paolo Virzì, Ficarra & Picone e tanti altri, padre di due adolescenti e quindi avvezzo al loro linguaggio, ha scelto questo modo di dire, spiccio e pregnante, come biglietto da visita del suo primo film da regista. Commedia semplice eppure strutturata, capace di toccare con leggerezza le corde più importanti, “Scialla!” ha già vinto un meritatissimo primo posto a Venezia 68 (nella sezione Controcampo italiano) e ora arriva sugli schermi in 250 copie. Una bella scommessa per i produttori Beppe Caschetto e Rai Cinema che pure lo distribuisce, una sorta di sfida con tutte le premesse per essere vinta. Perché “Scialla!”, pur affacciandosi in punta di piedi nel vasto panorama delle commedie italiane (che negli ultimi tempi spuntano come funghi ma abbondano di mediocrità e cattivo gusto), non solo spicca per scrittura, cast e ritmo, ma parla di vita vera così bene da arrivare al cuore di chi lo guarda con la velocità di un dardo.

La storia è quella di Bruno Beltrame (Fabrizio Bentivoglio), un padre ex insegnante che da tempo ha rinunciato al talento di scrittore per dedicarsi ai “libri degli altri”, biografie di calciatori e personaggi dello spettacolo su cui nemmeno mette la firma. E di Luca Colombo (l’esordiente Filippo Scicchitano), un figlio adolescente svogliato a scuola e brillante per strada, che Bruno scopre di avere all’inizio del film, quando una fiamma di quindici anni prima, ora in partenza per l’Africa, glie lo affida. Di un’ex porno star che suona Chopin e legge Szymborska (Barbora Bobulova) e di un improbabile boss della malavita capitolina (Vinicio Marchioni), soprannominato il Poeta perché ama Pasolini e, dopo le feste in piscina, costringe le donnine a guardare Truffaut. Padre e figlio dovranno fare i conti con una convivenza forzata, una manna per entrambi: il “gatto da termosifone” abbandonerà il disincanto per un nuovo slancio creativo e il ragazzino, fin qui orgoglioso della propria ignoranza, troverà nei classici latini e greci un senso di vita.

Pellicola generazionale che non pretende di fare sociologia ma si diverte con lo spettatore, “Scialla!” può contare soprattutto su tre elementi. I dialoghi, realistici e mai banali, arricchiti di uno slang diretto (il film pullula di espressioni colorite come “scialla”, “nun t’accollà”, “fraté”, “tajo”), che rivelano l’esperienza ventennale del Bruni sceneggiatore ma anche una sottile vena autobiografica. La scelta degli attori, tutti in parte e meravigliosamente diretti: dallo strepitoso Bentivoglio, perfetto nel ruolo del cinquantenne svogliato che ha smesso di sognare, alla rivelazione Scicchitano, naturalmente dotato di umorismo e faccia tosta; dalla Bobulova finalmente al pieno della sua verve comica a Marchioni, qui spassosa parodia di quel Freddo (da “Romanzo criminale – La serie”) che gli ha dato la notorietà. Completa il quadro il ritmo, scandito dal montaggio di Marco Spoletini e dalla colonna sonora di Amir Issaa, rapper romano amatissimo dai ragazzi e perfettamente in tono con lo spirito del giovane protagonista.

Bruni, insomma, ha fatto centro. Con una scrittura intelligente, priva di effetti speciali, che prende in giro il cinema delle mode (la commedia sui teen-ager incomprensibile ai meno giovani, il genere criminale che “fa audience”) ma non risparmia i comportamenti di certi insegnanti bigotti (quando Luca chiama “froci” Achille e Patroclo la prof si scandalizza). E con una poesia discreta, che fa capolino tra le risate quando meno te l’aspetti. Due scene su tutte: quella del figlio che si prende il padre sulle spalle (“Come Enea e Ascanio”, dice Luca; “Anchise, si chiama Anchise!”, lo rimbrotta Bruno), e quella finale della madre che con gli occhi lucidi osserva la “strana coppia”, ormai inseparabile, allontanarsi in motorino. Perché non sempre i ragazzi sono bamboccioni mentre i grandi, a volte proprio grazie a un rinnovato rapporto con i figli, possono liberarsi della sindrome di Peter Pan anche a cinquant’anni.

FABRIZIO BENTIVOGLIO, FRANCESCO BRUNI - Venezia 68 - WWW.RBCASTING.COM

VINICIO MARCHIONI, BARBORA BOBULOVA - Venezia 68 - WWW.RBCASTING.COM

Alcuni commenti della critica:

“Nonostante la precisione gergale (scialla, calma) affiora il teatrino sociologico. Ma con leggerezza, ironia consapevole, in moto il conflitto esce dalla fiction ed entra nel reale grazie a Filippo Scicchitano al naturale e allo strepitoso Bentivoglio veneto che difende i lirici e Pasolini dall’Italia trash”.
Maurizio Porro, Corriere della Sera

“Vitale, ingenuo e accattivante, l’inedito Filippo Scicchitano non è mai banale nel suo essere un ragazzo come tanti. Il guaio in cui si caccia è serio e plausibile, con una soluzione spiritosa e un pizzico cinefila, che ci ricorda che stiamo vedendo un film e non una storia vera, come è giusto sia”.
Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa

“Senza troppe pretese ma onesto, non inedito eppur piacevole, va giù come un bicchier d’acqua. C’è qualche coup de théatre di troppo, ma le emozioni sono alla carta, e la commedia italiana può ritrovare il suo senso”.
Federico Pontiggia, Il Fatto Quotidiano

“Che bella commedia da risate e da magone ha scritto e diretto Francesco Bruni, che modo lieve di raccontare quel che pesa che densità nella leggerezza. Quanto si ride, in sala, quanto ci si riconosce ogni minuto…”.
Concita De Gregorio, la Repubblica 

“Gli ingredienti per piacere ci sono tutti, a partire dal protagonista incarnato da Fabrizio Bentivoglio, una specie di big Lebowski intellettuale (…) Si ride molto, e allo stesso tempo Scialla! cattura uno stato d’animo, fotografa una situazione, cita Moretti in Vespa e sfotte qualche moda. (…) Tutto il film è intessuto di riferimenti colti, anche con intenti di canzonatura”.
Michele Anselmi, Il Riformista

“A distinguersi per originalità, in Scialla, non sono tanto temi e intreccio quanto la caratterizzazione dei personaggi principali affidata all’esordiente Filippo Scicchitano, un ragazzone romano spigliato e sorridente qui alla sua prima esperienza recitativa, e all’esperto Fabrizio Bentivoglio”.
Valentina D’Amico, Movieplayer.it

“I tormenti di un adolescente ‘vero’, raccontati con saggezza, senza prediche né volgarità”.
Giancarlo Zappoli, MYmovies.it

 

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