Home Uncategorized “Tinker, Tailor, Soldier, Spy”: alla ricerca de “La Talpa”

“Tinker, Tailor, Soldier, Spy”: alla ricerca de “La Talpa”

Tratto dal romanzo del 1974 di John le Carré e presentato in concorso alla 68esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, “La Talpa” è un film di spionaggio sulla riorganizzazione dei vertici dell’intelligence inglese diretto da Tomas Alfredson, con Gary Oldman, Colin Firth, Tom Hardy, Mark Strong e John Hurt. 

Cosa hanno in comune uno stagnaio, un sarto, un soldato e una spia? In apparenza niente, ma nella Londra del 1973 una di esse era la spia all’interno dell’Intelligence Inglese: il Circus. Mandati in pensione anticipata gli scomodi vertici del Circus, Controllo (il poliedrico John Hurt) e Mr. Smiley (un Gary Oldaman da Oscar), ad essi subentrano i tre membri più anziani dell’intelligence, una nuova generazione di agenti segreti capitanata tra gli altri da Bill Haydon (Colin Firth). Fin qui nulla di particolare, ma quando si insinua la voce che nel triumvirato ci sarebbe una spia dei russi Mr. Smiley, radiato dal Circus, viene chiamato in causa per indagare sulla possibile talpa, rispolverando il caso già avviato da Controllo (Hurt) qualche anno prima e nella quale anche lui era stato messo sotto indagine. Grazie all’aiuto del giovane Peter Guillam (lo Sherlock dell’omonima serie della BBC, Benedict Cumberbatch) e all’infiltrato a Budapest Ricki Tarr (Tom Hardy), Mr. Smiley riuscirà a svelare l’arcano, vale a dire chi fra lo stagnaio, il sarto e il soldato è la vera spia.

Un cast stellare per una produzione di livello internazionale che riesce a trasporre bene sullo schermo le vicende narrate nell’omonimo libro del 1974 di John le Carré. Gary Oldman con la sua perfetta interpretazione di Mr. Smiley oscura gli altri brillanti attori, anche se non solo i veterani come John Hurt, Colin Firth e Mark Strong, ma anche le nuove leve del cinema come Tom Hardy e Benedict Cumberbatch, danno filo da torcere al protagonista, reggendo bene il confronto con Oldman.

Un film di spionaggio dal sapore a tratti retrò (basti pensare agli osceni parrucchini degli attori, affibbiategli per calarli nei personaggi dei ruggenti anni ’70) e a tratti vintage, in un’intelligence in cui i computer non erano ancora andati a sostituire scaffali polverosi di tomi contenenti intercettazioni, e dove gli hacker informatici dovevano ancora nascere.

Un consiglio. Andate al cinema per vedere l’ambientazione, lo sviluppo avvincente della trama e la bravura degli attori. Se il vostro intento è scoprire l’identità della talpa rimarrete delusi, poichè è facilmente deducibile dopo pochi minuti dall’inizio del film.

“Tinker Tailor Soldier Spy” (La Talpa) è uscito nelle sale italiane il 13 gennaio, distribuito da Medusa.

Alcuni commenti della critica:

“(…) una sceneggiatura perfettamente oliata (…) un cast di fuoriclasse, guidati da Gary Oldman (nel ruolo di George Smiley), Colin Firth e John Hurt”.
Paolo Mereghetti, Corriere della Sera

“(…) La trama è complicatissima ma tutto viene portato avanti dalle atmosfere, che ricreano la Guerra Fredda con fortissimo potere evocativo. Alfredson è il regista svedese di ‘Lasciami entrare’, e conferma un talento visivo davvero notevole. Ma la cosa fantastica del film sono gli attori, uno meglio dell’altro (…)”.
Alberto Crespi, l’Unità

“A farla davvero da padrone sono l’occhio e il controllo, ovvero ‘io vedo che tu mi vedi che io ti vedo…’: se il libro è un gigante, il film sta sulle sue spalle”.
Federico Pontiggia, Il Fatto Quotidiano  

“La forza del film sta nella direzione magistrale degli attori e in una messa in scena scrupolosa. Con un cameo dello stesso Le Carré”.
Pedro Armocida, Il Giornale 

“La politica è un immenso gioco sporco la cui posta in palio è la vita di coloro che vi sono coinvolti e la splendida e rigorosa pellicola di Tomas Alfredson non fa altro che fornirci l’ennesima dimostrazione di questa legge utilizzando il linguaggio cinematografico al suo livello più alto”.
Valentina D’Amico, Moviplayer.it

“Trattenuto, imploso, mostrato per piccoli indizi, quasi fossero distrazioni, il sentimento amoroso (tragico ma vitalissimo) è ciò che scalda il film di Alfredson da cima a fondo: il punto debole che fa la sua forza, il dettaglio che fa la sua grandezza”.
Marianna Cappi, MYmovies.it

“L’assalto allo scacco matto arriva nel finale, ma niente a che vedere con sparatorie o esplosioni, piuttosto una resa dei conti in cui non c’è nessun vincitore. L’augurio è che il gran bel film di Alfredson potrà dare vita a un nuovo franchise sulle disavventure di Smiley”.
Pierpaolo Festa, Film.it

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here