Home Uncategorized Pensare fuori dagli schemi. È questa la vera “Arte di vincere”.

Pensare fuori dagli schemi. È questa la vera “Arte di vincere”.

Tratto da una storia vera ed ambientato nel 2002 il film “Moneyball – L’arte di vincere”, con protagonista Brad Pitt, trae origine dalla volontà di voler rischiare tutta la propria carriera in favore di un’idea, capace di poter cambiare uno degli sport più amati d’America, il baseball. 

“Se una squadra qualsiasi vince un campionato World Series, è una cosa bella per la squadra. (…) Se vinciamo noi, con il nostro budget, con questa squadra…cambieremo per sempre le regole del gioco”. Le sconfitte del passato possono essere le chiavi per il successo del futuro. Interrompere una folgorante, e prematura, carriera nei campi della Major League di Baseball ha significato questo per Billy Beane (Brad Pitt). L’errore di valutazione di uno scoutman ha condizionato infatti la carriera di Beane a tal punto da dover appendere al chiodo guantone e mazza prima dei trent’anni. Ma questa delusione l’ha motivato a intraprendere la carriera da scout, diventando poi general manager e approdando agli Athletics di Oakland. Una squadra povera rispetto alle potenze economiche come i New York Yankees e i Red Sox di Boston. Ma Beane ha un piano e una voglia di vincere galvanizzante.

Utilizzando le “poche” finanze a disposizione (si parla sempre di milioni di dollari) cerca di reinventarsi utilizzando una teoria statistica adottata dal giovane Peter Brand (Jonah Hill), capace di ricavare un singolo valore valutativo per ogni atleta. Vengono dunque accantonate le valutazioni empatiche sui giocatori in favore delle regole economiche. Una scelta rischiosa di chi preferisce al talento dei singoli, il talento del gruppo. Potrà dunque Beane sconfiggere il sistema? La storia è scritta, e gli appassionati di baseball la conoscono bene, ma se non avete voglia di rovinarvi il finale non andate a controllare chi trionfò nella stagione 2001/2002 della MLB, resistete!

Brad Pitt torna a piacere, nonostante mastichi in continuo tabacco, o si ingozzi, come al solito, di cibo ad ogni ripresa. In lizza per l’Oscar per il migliore attore protagonista, interpreta impeccabilmente un leader forte e determinato, che non lega con i suoi atleti per riuscire a cederli come pedine al miglior offerente. Un atteggiamento freddo e distaccato che cela però il tormento interiore di chi non ha ancora superato la cocente sconfitta dell’abbandono del campo da gioco. Un malcontento che viene espresso anche quando Beane dichiara tutto il suo amore per questo sport in una semplice frase: “Come si fa a non essere romantici con il Baseball?”.

Pitt è coadiuvato inoltre dal brillante Jonah Hill, che da al suo personaggio (Peter Brand) quello sguardo un po’ ingenuo, ma al contempo determinato, di chi si affaccia per la prima volta nel mondo del management della MLB, dove basta un solo strike per essere out.

Una regia (quella di Bennett Miller) e fotografia impeccabili che insieme alla sceneggiatura di Aaron Sorkin e Steven Zaillian, mettono in luce il pathos al di fuori dell’azione da gioco, essendo quest’ultima una componente minore nella narrazione, che viene spesso vissuta in differita via radio e non mostrata visivamente. Tutti elementi che rendono il film scorrevole e piacevole, non solo per i fan del baseball.

Emotivamente e visivamente pieno, “Moneyball – L’arte di vincere” mette in luce l’anima di un nobile sport, fatto di strategie dentro e fuori dal campo, che si gioca prima sulla carta, e poi sul diamante.

Presentato al Festival di Torino 2011, il film è nelle sale italiane dal 27 gennaio distribuito dalla Warner Bros Italia.

Alcuni commenti della critica:

“L’arte di vincere di Bennett Miller, fresco delle sue cinque nomination (miglior film, sceneggiatura, montaggio, più i due attori: Pitt come protagonista e Hill come non protagonista) è un film eccentrico nel grande filone dei film sportivi, ma anche molto coerente con il bell’esordio di Miller di sette anni fa, Truman Capote – A sangue freddo”.
Paolo Mereghetti, Corriere delle Sera 

“L’arte di vincere – Moneyball di Bennett Miller non corre affatto il rischio di essere considerato l’ennesimo film sportivo”.
Francesca Fiorentino, Movieplayer.it

“Un’ottima fotografia al servizio di un punto di vista politico sul mondo sportivo”.
Adriano Ercolani, MYmovies.it 

“Aiutato da un utile nerd (Jonah Hill), il manager ed ex giocatore ha il volto di Brad Pitt (ottima prova, fisica e sorniona), mentre il regista Bennett Miller (Capote) – dal libro di Michael Lewis Moneyball: The Art of Winning an Unfair Game – non muove di una virgola il sottogenere sportivo di riferimento, ma aggiunge humour negli spogliatoi e nelle stanze dei bottoni, contempla il formato famiglia e frulla le coordinate dell’American Dream portandoci (quasi) a credere all’incredibile”.
Federico Pontiggia, Cinematografo.it

 

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