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“Ti stimo fratello”, debutto al cinema del ciclone Jonny Groove

Video conferenza stampa con Giovanni Vernia (alias Jonny Groove).

Dal palcoscenico di “Zelig” al grande schermo. Come Zalone così Giovanni Vernia, alias il ciclone Jonny Groove: personaggio rivelazione del 2008 riconoscibile dai pantaloni muccati e dal tormentone discotecaro “Essiamonoi”, che in un batter d’occhio ha raggiunto più di un milione e mezzo di fan su Facebook, classificandosi al nono posto nel mondo tra gli artisti più seguiti in rete e al terzo in Italia, dopo Vasco e Ligabue. Normale, quindi, che i produttori (Colorado, Bananas e Warner) abbiano cavalcato l’onda investendo sul film d’esordio “Ti stimo fratello”, scritto e diretto dallo stesso Vernia con Paolo Uzzi, dal 9 marzo in 430 sale con Warner Bros.

Al cinema Jonny si sdoppia, portando in scena il gemello Giovanni, già proposto in alcune puntate del noto cabaret televisivo. I due, entrambi interpretati da Vernia, sono praticamente opposti: tanto ingenuo e stralunato il primo, innamorato follemente delle discoteche e della musica house, quanto secchione e impeccabile il secondo, laureato in ingegneria elettronica con il massimo dei voti e determinato a far carriera nell’azienda pubblicitaria del suocero Roberto (Bebo Storti). Quando Jonny arriva nella casa milanese del fratello per sostenere l’esame di ammissione alla Guardia di Finanza – il padre (Maurizio Micheli) è un maresciallo delle Fiamme Gialle con il vizio di regalare orologi taroccati agli esaminatori dei figli – la vita di Giovanni comincia a sgretolarsi.

Jonny combina solo disastri, riuscendo persino ad ammazzare i pesci della dispotica fidanzata di Giovanni (Susy Laude), così il povero ingegnere è costretto a tener d’occhio il gemello per evitare che si cacci nei guai. Jonny dovrebbe studiare e invece scopre il Gilez, mitico locale gestito da Silvano (Diego Abatantuono), dove il ragazzo diventa suo malgrado una star della pista, stringe amicizia con un trio di Drag Queen e si prende una cotta per la bella Alice (Stella Egitto). Anche Giovanni si invaghisce della ragazza, una cameriera naif che sicuramente non aiuta la scalata al successo, ma non importa: una volta tanto ci penserà il fratello stolto a condurre il saggio sulla giusta via.

A raccontare il film e ancor di più a vederlo, colpiscono la trama scontata, i lazzi sempliciotti e  il finale buonista. Più che una commedia, “Ti stimo fratello” è un insieme di gag e demenzialità televisive che non hanno nulla a che fare con la tradizione comica italiana. Qualche battuta fa pur sorridere (i giovanissimi probabilmente impazziranno) e gli attori, a partire dal protagonista, sono quasi tutti bravi (buona l’interpretazione della pugliese Carmela Vincenti, nel ruolo della zia). Purtroppo, ciò che davvero non regge è la sceneggiatura, piena di vuoti narrativi, mentre la regia non riesce a recuperare  un minimo di profondità psicologica. Un conto è tratteggiare un personaggio che va in scena cinque minuti (e se il pubblico non risponde l’attore può sempre affidarsi all’improvvisazione), un conto è scrivere e dirigere un lungometraggio che tenga viva l’attenzione per almeno un’ora e mezza. Vernia e Uzzi avrebbero fatto bene a lasciarsi aiutare da qualcuno con un tantino di esperienza in più!

TI STIMO FRATELLO di Giovanni Vernia (alias Jonny Groove) - WWW.RBCASTING.COM

Alcuni commenti della critica:

“Arduo definire film questa accozzaglia di tristi sketch da cabaret di terz’ordine pateticamente tesi ad imitare Checco Zalone. (…) Un disastro globale in cui non si ride mai, si esce tristi. Abatantuono c’è per ragioni di staff, mentre Bebo Storti speriamo confidi al suo confessore perché l’ha fatto. Giovani, vi prendono in giro”.
Maurizio Porro, Corriere della Sera

“Non mancherebbero le idee e i caratteristi in grado di impreziosire le battute in copione (buono il comparto dei pugliesi, capitanato da Maurizio Micheli e Carmela Vincenti) ciò che è assente è quell’organicità che dovrebbe tenere in piedi la storia, divertente nei suoi momenti clou, lo scontro degli opposti, ma sostenuta in verità da pochi colpi di scena. Vince il protagonista con la sua riconoscibilità, ma il film evapora dopo poche scene”.
Francesca Fiorentino, Movieplayer.it

“La fame di risate al cinema in questi mesi è tale che a ogni comico di Zelig è offerta la chance di un veicolo a sua misura. Una raccomandazione per i produttori: andateci piano. La richiesta d’ilarità può crollare da un momento all’altro”.
Giorgio Carbone, Libero

“Giovanni Vernia e Paolo Uzzi investono prudentemente nel ‘già visto’, allestendo una vicenda esile che produca il pretesto per i nonsense deliranti dell’alias televisivo, eletto a protagonista di un percorso di (de)formazione, che contrappone all’arido (e corrotto) mondo delle convenzioni sociali la demenziale sfrontatezza di un paladino del nulla”.
Marzia Gandolfi, MYmovies.it

” (…) il film va quindi preso per quello che è, e cioè l’esperimento non troppo riuscito di costruzione di una storia attorno ad un personaggio di successo. ‘Ti stimo fratello’ riserva poche sorprese agli spettatori e un numero altrettanto esiguo di risate, scatenate, com’è ovvio, dall’impatto che una scheggia impazzita come Jonny Groove ha sul mondo che lo circonda (…).”
Francesca Fiorentino, Movieplayer.it

 

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