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Tredici anni dopo il primo assaggio la “American Pie” è sempre la migliore

Video conferenza stampa con Jason Biggs, Mena Suvari e Chris Klein.

Il liceo è indubbiamente un periodo importante nella vita, passaggio fondamentale per la crescita individuale. E alle riunioni del liceo si torna, dopo anni, sempre profondamente cambiati, ed estremamente diversi. In teoria dovrebbe essere così ma in pratica, per i protagonisti della saga di “American Pie”, questa non è una regola aurea.

Questo perché è vero che gli anni passano, si invecchia (e non necessariamente si cresce), cambiano le tendenze, la moda, i tagli di capelli, ma quello che conta, per Jason e Company, rimane invariato, ed è il rapporto con gli amici di sempre. Non importa quanti anni siano passati dall’ultima reunion, con loro si torna sempre gli adolescenti di una volta.

In questo quarto capitolo i protagonisti si ritrovano di nuovo insieme a distanza di tredici anni dall’ultimo anno del liceo. Michelle Flaherty (Alyson Hannigan) e Jim Levenstein (Jason Biggs) dopo il matrimonio (celebrato nel terzo capitolo della saga) hanno all’attivo un figlio e una vita coniugale un po’ in crisi. Per risolvere i loro problemi cercano di ritrovare loro stessi tornando a casa per la Reunion del liceo con gli altri storici compagni d’avventura Paul Finch, Steve Stifler, Chris “Oz” Ostreicher e Kevin Myers.

Tra bugie e verità nascoste le vite di ognuno non sembrano così sfavillanti come vorrebbero far credere, ma tra amici non esistono segreti, e prima o poi tutti i nodi vengono al pettine.

La sceneggiatura è geniale. La storia collega infatti elementi nuovi a brillanti idee per richiamare i capitoli precedenti, creando un continuum storico ad hoc per gli appassionati e di facile interpretazione per i nuovi adepti. I personaggi assumono nuovo spessore e nuove sfaccettature, rimanendo sempre stereotipi goliardici delle moderne generazioni americane, ma propri di una profondità e una maturità più consona a dei neo trentenni. Le “torte americane” sono dunque tornate, rendendo il quarto capitolo un gioiellino imperdibile per i fan, capace di riportare tutti all’adolescenza, spostando le lancette dell’orologio dal 2012 al 1999!

Diretto da Jon Hurwitz e Hayden Schlossberg, “American Pie: ancora insieme” (American Reunion) è nelle sale italiane dal 4 maggio distribuito dalla Universal.

AMERICAN PIE: ANCORA INSIEME - conferenza stampa - WWW.RBCASTING.COM

Alcuni commenti della critica:

“Sui blog diranno che è fichissimo: non credeteci. (…) La scusa è una riunione di compagni di liceo ancora e sempre arrapati, parolacciari con due genitori accanto. Una gara di volgarità che tocca vertici sublimi, altro che la torta di mele usata come neanche Philip Roth col calorifero di Portnoy. Jason Biggs, il capogruppo, mostra le sue grazie”.
Maurizio Porro, Corriere della Sera 

“Come tutelare una saga? Affidando il quarto episodio a due fan sfegatati del franchise. E’ la mossa vincente alla base di American Pie: ancora insieme diretto con brio dal duo Hurwitz e Schlossberg (….) solito mix più che discreto di humour grossolano (l’onanismo di Jim colpisce letteralmente suo figlio), spessore femminili (le donne non stanno a guardare, anzi) e sorprendenti emozioni ( i duetti fra Jim e il papà vedovo sono commoventi).
Francesca Alò, Il Mesaggero 

“Nella quarta puntata della misera saga nata nel ’99, gli ex allievi del liceo di East Great Falls si ritrovano per una rimpatriata. Qualcuno è felicemente sposato, altri hanno le mogli che si meritano. Film scritto con l’umorismo d’una terza elementare maschile”.
Roberto Escobar, L’espresso 

“Al quarto capitolo, la saga di “quello della torta” e dei suoi amici conferma di possedere una buona dose di umorismo, per quanto estramemente settoriale, e sorprende tutto sommato positivamente per il buon uso che fa dell’elemento nostalgico, che è per forza di cose alla base di un film su una rimpatriata”.
Marianna Cappi, MYmovies.it 

“Il film diretto da Jon Hurwitz e Hyden Schlkssberg sembra vivere attraverso due anime diverse ma stranamente complementari che, pur imponendo al film un ritmo a volte discontinuo, riescono a costruire insieme una vicenda completa e armonica”.
Tiziana Morganti, Movieplayer.it

 

 

 

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