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“Napoli 24”: il ritratto partenopeo dell’Italia

E’ un film collettivo, anzi plurale, che cerca di descrivere una città complessa “Napoli 24”, l’opera firmata da 24 registi partenopei tra cui Paolo Sorrentino, Pietro Marcello (“La bocca del lupo”), Guido Lombardi (“Là bas”) e Mariano Lamberti (“Good As You”), solo per citarne alcuni. Ventiquattro microfilm che sono una molteplicità di sguardi sulla Napoli tradizionale ma anche quella meno stereotipata, dal miracolo di San Gennaro, i rifiuti, la cocaina e l’allegra confusione del ristorante Nennella, alla ribellione al cimitero di Poggio Reale, i neo-borbonici, gli spari nei vicoli. Un progetto complesso che spiega la lunghezza della sua realizzazione, per cui ci sono voluti ben tre anni di lavoro.

Lo sguardo più interessante è quello di Nicolangelo Gelormini, che con il corto “My MADRE” (dal nome dell’omonimo museo d’arte contemporanea) ricorda molto lo stile di Sorrentino, ma anche “Il perimetro” di Gianluca Loffredo e quello sui Neoborbonici di Luca Martusciello. Divertente “Mangianapoli” di Federico Mazzi, vivace ritratto di una delle trattorie più conosciute e frequentate di Napoli, e dell’arte di improvvisare. Retorici e privi d’inventiva sia stilistica che narrativa, invece, i cortometraggi dei musicisti sul tram, quello delle ragazze al provino, di San Gennaro e della miracolosa Santa Maria Francesca capace di concedere la gravidanza a donne che invano tentano di averne.

Montato senza soluzione di continuità, il film riesce proprio in questo a rendere lo stato caotico e pirotecnico di Napoli, in cui convivono vita e morte, camorra e miracoli, voglia di riscatto e delinquenza, arte e cialtroneria. Ma la fotografia è davvero solo quella di Napoli? No. Il ritratto che emerge non è solamente quello del capoluogo campano, ma di tutto il paese. “Non vedo nulla di esclusivamente napoletano, – afferma infatti Sorrentino – anzi, credo che Napoli si presti molto bene a rendere pregi e difetti degli italiani. Il film cerca disperatamente un’identità e non la trova. Proprio come Napoli e l’Italia”.

Presentato all’ultimo Festival di Torino, “Napoli 24” sarà nelle sale dal 18 maggio con un’uscita itinerante, dopo l’anteprima a Napoli, a Roma, Milano, Torino e Bologna. Distribuito da Cinecittà Luce.

Alcuni commenti della critica:

“Il miracolo di San Gennaro, il porto, la poesia dei vicoli, il passato glorioso negli antichi palazzi, i volti di vecchi che tutto hanno vissuto, Scampia desolata, ragazzi sfrontati che preparano tiri di coca sugli specchietti delle moto, la follia assordante del traffico: è Napoli 24, il film plurale di 24 autori che hanno filmato immagini e suggestioni della città, raccontata finalmente senza retorica, senza mandolini che piangono, ma con fantasia, disincanto, ironia (…) Il risultato è un film crudo, bello, divertente, che esalta il talento e la creatività di Napoli (…)”.
Maria Pia Fusco, la Repubblica

” (…) Napoli 24 assomiglia di più ad un’inchiesta televisiva, ad una videosigla che tutto vuole (inquadrare) e nulla stringe”.
Marianna Cappi, MYmovies.it

“(…) settantacinque minuti di visione, quindi, che non fanno altro che sguazzare tra gli stereotipi e i luoghi comuni della città di Eduardo De Filippo, da sempre divisa tra la simpatia e la delinquenza, tra la bellezza dei paesaggi naturali e lo squallore di quelli metropolitani. Settantacinque minuti di visione oltretutto penalizzati da un look che, a esclusione dello sketch ambientato durante una mostra d’arte (quello maggiormente di finzione), non possono fare a meno di lasciar emergere un look generale tutt’altro che distante dall’amatorialità. Scelta di sicuro dovuta al desiderio di conferire all’insieme un’impronta realistica, ma che, in fin dei conti, non lo fa distaccare molto da quei prodotti audiovisivi promozionali distribuiti nelle Pro loco delle località provinciali del Sud Italia”.
Francesco Lomuscio, FilmUp.com

 

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