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Arriva nelle sale lo spietato “Killer Joe” Matthew McConaughey

Dopo essere stato presentato in concorso l’anno scorso alla Mostra del cinema di Venezia, arriva finalmente nelle sale “Killer Joe” di William Friedkin, con Matthew McConaughey ed Emile Hirsch.

Tratta dall’omonima pièce teatrale del premio Pulitzer Tracy Letts (che ha curato la sceneggiatura), il film racconta la storia di un indebitato spacciatore di droga che decide di assoldare un killer (Joe) per uccidere la madre e incassare i soldi della sua polizza sulla vita. Non avendo abbastanza denaro per pagarlo però, consente a dare come “caparra” all’uomo i servizi sessuali della sorella più piccola (Dotty), ancora vergine. Nonostante le enormi differenze, tra cui l’età, tra i due nasce una relazione, e Dotty vede Joe come la sua possibilità per emanciparsi e  allontanarsi dalla sua orribile famiglia.

“Killer Joe” parla di vittime, di innocenza, di vendetta e tenerezza amalgamando tutto sorprendentemente in ognuno dei personaggi certamente dalla moralità dubbia, ma che riescono a mantenere una specie di loro integrità.

Il regista de “L’esorcista” e “Il braccio violento della legge” firma un ritorno in grande stile, a metà tra thriller, dark comedy e grottesco per  raccontare ancora una volta il male, usando però un registro diverso e in cui alla fine quasi non resta che ridere dell’orrore. Indimenticabile e già cult la scena in cui Gina Gershon in ginocchio davanti a Matthew McConaughey, è costretta a succhiare avidamente una coscia di pollo simulando del sesso orale.

Cast impeccabile che comprende, oltre gli ottimi Matthew McConaughey ed Emile Hirsch, la giovane Juno Temple, Thomas Haden Church e Gina Gershon.

“Killer Joe” è nelle sale dall’11 ottobre, distribuito in 53 copie da Bolero film.

Alcuni commenti della critica:

“(…) Tutto è esagerato e strabordante, dalla recitazione ai pestaggi fino alle «perversioni» sessuali, tutto è falso e artificioso ma soprattutto tutto sembra fatto per essere programmaticamente cool e cult insieme. Il che naturalmente non arriva mai”.
Paolo Mereghetti, Corriere della Sera

“(…) La sceneggiatura di Tracy Letts ha ribaltoni ben congegnati, ma il film è costruito sulle atmosfere sordide, sui dialoghi demenziali e su un gruppo di ottimi attori disposti a passare per scemi: Matthew McConaughey (insolitamente bravo), Thomas Hayden Church, Emile Hirsch, Juno Temple e la sempre splendida Gina Gershon. Bentornato, mastro Friedkin”.
Alberto Crespi, l’Unità

“Tarantino e Lynch hanno fatto bene al cinema mondiale, svecchiandone le figure e gli snodi. Ma la ‘vecchia guardia’ hollywoodiana, in questo caso William Friedkin (Esorcista, Braccio violento della legge, Jade…) di Killer Joe in gara, dimostra di saper fare altrettanto bene i conti con il male che è dentro di lui e di noi, e di saper trasformare in forme classiche ‘naturali’, insanguinate e d’umorismo osceno, di forza emotiva stupefacente, e senza virtuosismi di cinepresa, di dialogo e di performance d’attore, quelle deformazioni sarcastiche e grottesche del vivere texano di oggi che il gusto postmoderno vorrebbe sempre più sfrontate ed esibizioniste”.
Mariuccia Ciotta, Il Manifesto 

“Matthew McCounaghey in un ruolo tra il comico e il terrificante, bello, rassicurante e pronto a diventare disturbante in un attimo, è il capolavoro del regista. Con l’abilità che gli è riconosciuta nel caratterizzare scene e personaggi attraverso i movimenti e l’uso di tutto il loro corpo, spesso con inquadrature a figura intera, spesso con lunghi piani sequenza, Friedkin riesce a trasformare uno degli attori finora meno malleabili. La sorpresa dei protagonisti nel trovarsi preda di quello che doveva essere un loro dipendente è la stessa che lo spettatore prova nel vedere il lento mutamento di un attore che ha la commedia romantica marchiata sui pettorali. Da quel corpo pulito da bravo ragazzo Friedkin parte e attorno a lui fa ruotare Emile Hirsch, Thomas Haden Church, Juno Temple e Gina Gershon, i quali, di volta in volta, sembrano guadagnarsi il ruolo da protagonisti. Eppure alla fine sarà McCounaghey a incarnare il senso ultimo di un viaggio nell’America violenta e spietata, una piccola parte di un mondo dominato dal caos”.
Gabriele Niola, MYmovies.it

“Girato con estrema eleganza formale, di quell’eleganza senza fronzoli che ci aspetta dal nome che lo firma, Killer Joe è puro cinema nonostante la radice teatrale del copione gli dona in aggiunta un’inedita centralità della parola, ed è messa in scena di un tutti contro tutti iperviolento e disperato, eppure simultaneamente carico di straordinaria ironia e di senso dell’umorismo”.
Federico Gironi, ComingSoon.it

“Friedkin lavora sul play originale, riempiendolo di carne e sangue, quasi sentissimo la puzza dei protagonisti, quella della loro anima dannata. Il Texas del regista non è poi così diverso dall’inferno, un posto in cui non ci si pensa due volte a fare uccidere la madre per riscuotere la sua assicurazione sulla vita. Una schiera di personaggi eccellenti e disgustosi prende vita davanti ai nostri occhi, in mezzo a loro arriva un sicario che alla luce del giorno indossa il distintivo e porta con sé le manette. Sfruttando location rancide e orchestrando momenti bizzarri che strizzano l’occhio al buon Lynch d’annata (quello di Velluto blu), Friedkin porta a casa un trionfo, offrendo a Matthew McConaughey la possibilità di rilanciare la sua carriera in direzioni ancora inesplorate e molto lontane da quelle commedie che gli richiedono soltanto di mettersi a petto nudo. L’attore interpreta il ruolo di Joe con la stessa intensità di Cruise in Collateral, e la sua performance è supportata da un cast impeccabile”.
Pierpaolo Festa, Film.it

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