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So Long Twilight…

Esce in Italia il quinto capitolo della saga di “Twilight” diretto da Bill Condon e distribuito in Italia dalla Eagle Pictures

Non è mai facile scrivere della fine di una saga. Tantomeno di una che negli ultimi quattro anni, nel bene o nel male, ha distrutto, ridefinito e costruito il genere urban fantasy.
“Twilight” ha avvicinato milioni di giovani alla lettura, non di un classico della letteratura, né di un’opera di spessore ideologico e culturale, ma di un semplice romanzo.
Inizia il passaparola e il libro, nato dalla penna di Stephenie Meyer, comincia a comparire negli scaffali più polverosi delle libreria e continua ad essere ignorato da molti. Poi qualcosa cambia. La Summit mette le mani su un copione low budget e con pochi milioni di dollari d’investimento nasce un fenomeno mondiale che tritura e macina l’anima del libro, trasformando i suoi protagonisti in superdivi del jet set internazionale, enfatizzando a tal punto la storia da farla collassare su se stessa, portandola al limite estremo della saturazione.

Scoppia la mania dei Cullen, di un mondo che non esiste ma sembra così reale, di una teenager ordinaria, e imbranata, che riesce a sposare il ragazzo dei suoi sogni, nonostante sia un vampiro. Il fenomeno è nato, ed è incontrollabile.

Nel corso dei capitoli cinematografici l’essenza viene venduta a caro prezzo e si trasforma in consumismo mediatico. Robert Pattinson e Kristen Stewart perdono la loro identità divenendo anche nella vita di tutti i giorni Bella ed Edward. I twilighters vengono accusati quasi di follia, e ammettere di essere un fan della saga, anche solo di aver letto i libri, diventa una sorta di anatema e indelebile onta, peggio di una lettera scarlatta. Si perde così l’interesse, e con esso il fascino della saga, e come un giocattolo rotto si cestina un prodotto ormai usurato.

Con queste idee si entra in sala e ci si aspetta che “Breaking Dawn Parte II” sia un film lento, noioso e pedante, un po’ come il libro in realtà, di cui l’ultimo tomo non è esattamente quello che si definisce una lettura allettante. Ma poi accade qualcosa di inusuale. Già dalla disposizione dei titoli di partenza s’intuisce che il regista Bill Condon ha intenzione di omaggiare i lettori, non i semplici spettatori.
Ogni riferimento è perfetto, non casuale, e molti particolari noiosi vengono limati e perfezionati. Si prospetta addirittura un diverso finale, più avvincente e coinvolgente del libro.

Dopo quattro film persino Kristen Stewart è riuscita ad entrare nella parte e a rendere giustizia al personaggio letterario, mentre Taylor Lautner decide di togliersi, per l’ultima volta, la maglietta e mostrare il suo “six pack” da licantropo. Edward continua a fare Edward e si limita a tirare fuori all’occorrenza il suo sorriso sghembo. Il film rende gradevole anche la sgradevole presenza di Renesmee, la figlia metà vampiro metà umana dei novelli sposini Cullen, anche se, dato il budget a disposizione, i visual effects utilizzati per modificare digitalmente il volto della bambina potevano essere migliori. Di gran lunga migliori.

Tanti personaggi che si mischiano insieme alla perfezione portando più colore e ritmo all’ipotetica apatia della narrazione originaria. Un film magistralmente costruito e studiato nei minimi dettagli, che fa pensare a quanto Bill Condon sarebbe stato perfetto nel dirigere anche “Eclipse” e “New Moon”.
E poi inesorabili arrivano i titoli di coda.

Mie care twilighters, portatevi una scorta intera di fazzoletti perché anche le più algide fra voi si scioglieranno nell’epilogo. Perché “Twilight” non è solo per ragazzine urlanti in cerca del vampiro azzurro. È una storia d’amore, ma soprattutto è la storia di chi ha condiviso le stesse passioni leggendo i libri, innamorarsi con i personaggi dei personaggi stessi. E nonostante la mercificazione cinematografica, l’idolatria degli attori con la loro altalenante recitazione, questo è l’unico aspetto, seppur provato, ancora intatto. La saga sarà anche conclusa ma il fandom nato da essa continuerà a vivere, per sempre.

Nelle sale cinematografiche dal 14 novembre distribuito da Eagle Pictures.

Alcuni commenti della critica:

“Si respira l’aria della fine quasi esclusivamente per l’induzione dei ricordi obbligatori, ma il tono è tutto sommato asciutto e il capitolo si allinea sullo standard del suo precedente immediato (in realtà, come è noto, del tutto contemporaneo). Non mancano alla riunione di famiglia personaggi troppo esotici per non far sorridere, ma tanto ci pensano le allusioni visive a certe derive eugenetiche a far tornare i brividi. Un ciclo si chiude. Noi siamo invecchiati e loro no”.
Marianna Cappi, MYmovies.it

“La forza di Breaking Dawn – Parte 2, sta tutta qui, nel grosso cambio narrativo, nello spunto che permette al regista di realizzare un film pieno, finalmente ben bilanciato tra le due anime della storia, romanticismo e fantasy, finalmente pieno d’azione e privo di sospiri. Se nei prodotti precedenti questi due aspetti erano spesso mal bilanciati e la storia d’amore risultava spesso un goffo tentativo di renderla credibile, in quest’ultimo episodio ogni cosa è nel giusto posto. Super poteri frizzanti e personaggi nuovi, seppur presentati didascalicamente, funzionano grazie al meccanismo che li fa confluire nell’ultima battaglia finale. Liberatoria, tribale, spettacolare e sorretta da un grosso budget”.
Alessia Laudati, Film.it

“Arriva il gran finale delle avventure di Bella e Edward, costretti a dimostrare ai temibili Volturi che la straordinaria figlioletta Renesnee non è una minaccia per il popolo dei succhiasangue”.
Tiziana Morganti, Movieplayer.it

“(…) degna, fiacca chiusura di una saga che si era mostrata tutt’altro che avvincente fin dal suo avvio e che, di conseguenza, ancora una volta rimane consigliabile esclusivamente agli ansiosi di conoscere l’epilogo della tormentata storia d’amore da schermo della coppia Cullen-Swan”.
Francesco Lomuscio, FilmUp.com

 

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