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“Il peggior Natale della mia vita”, ma non il peggior film

Si dice che al peggio non ci sia mai fine. Deve averla pensata così anche Alessandro Genovesi.

Non bastava una settimana, adesso anche Natale viene rovinato nel peggiore dei modi. Dopo “La peggiore settimana della mia vita” Alessandro Genovesi ci riprova e crea un sequel utilizzando il fortunato modello del precedente e con un cast assortito (Fabio De LuigiCristiana CapotondiAntonio Catania, Anna Bonaiuto, Dino Abbrescia, Andrea Mingardi, Rachele Amenta, Ale e Franz, Laura ChiattiDiego Abatantuono).

Paolo (De Luigi) ne continua a combinare di tutti i colori anche in vacanza in montagna, a pochi giorni da Natale, con sua moglie Margherita (Capotondi), al nono mese di gravidanza, insieme ai suoi amati suoceri invitati da Alberto (Abatantuono) e dalla figlia Benedetta (Chiatti) anche lei incinta.

La comicità equivoca è retta dall’improvvisazione nella recitazione di due veterani della satira sottile e di costume (De Luigi e Abatantuono).
La pecca fondamentale del film risiede nell’aumento delle situazioni grottesche, che portano all’esasperazione rischiando di far vacillare l’impianto stesso del film.

“Il peggior Natale della mia vita” è una moderna rivisitazione della Natività, nel pieno spirito natalizio, e un omaggio al “The Party” di Blake Edward. Un film gradevole e senza pretese, adatto ad una pausa fra un cenone e una partita a Bingo.

Prodotto dalla Colorado Film di Maurizio Totti, il film esce nelle sale il 22 novembre distribuito da Warner Bros. Pictures Italia.

Alcuni commenti della critica:

“Ci tengono un po’ tutti, dal regista Alessandro Genovesi a Diego Abatantuono, a precisare che il loro ultimo film, ‘Il peggior Natale della mia vita’, non ha niente a che spartire con i cinepanettoni di Aurelio De Laurentiis. Sarà perché la formula delle varie ‘vacanze a…’ appare un po’ consunta, ma il film prodotto dalla Colorado Film del romagnolo Maurizio Totti, presentato in anteprima a Bologna e in uscita nelle sale dal 22 novembre, guarda piuttosto alla commedia sofisticata di Billy Wilder, ai classici film di Natale e alla comicità di Peter Sellers”.
Piero Di Domenico, Corriere della Sera

“Sfida ambiziosa: far ridere e incassare con un sequel ma senza parolacce e al netto dei doppi sensi, in una parola rinunciando a quella volgarità che caratterizza ahimé tantecommedie italiane. Deciso ad andare controcorrente, il regista Alessandro Genovesi ha messo insieme un cast assortito (Fabio De Luigi, Cristiana Capotondi, Antonio Catania, Anna Bonaiuto, Diego Abatantuono, Laura Chiatti, Dino Abbrescia) e ha realizzato Il peggior Natale della mia vita. Il film sarà nelle sale da giovedi 22 novembre con Warner e l’obiettivo di resistere per tutte le feste”.
Gloria Satta, Il Messaggero 

“A mantenere il punto e il ruolo sono invece il bonario Fabio De Luigi e la pregnante (nel senso di gravida) Cristiana Capotondi, sempre a loro agio nella happy family e dentro un cinema roseo e spensierato che non supera mai la zona di comfort del luogo comune. Interpreti distintivi e riconoscibili di commedie seriali che potrebbero abitare o magari hanno già abitato natali esotici, esami finali, conflitti di genere, manuali d’amore. E quando non è Zelig è la Colorado Film a produrre comici e a (ri)produrre idee, perché da tempo ormai la commedia popolare in Italia non è più cosa seria ma seriale e il Natale alle porte (e sempre nel titolo) accelera la coazione a ripetere.
Se l’effetto saturazione è dietro l’angolo, divertimento e respiro arrivano dai comprimari Ale e Franz, necrofori di silenzi lunghi e battute secche, che inchiodano i personaggi al loro ruolo e definiscono con sofisticato humor l’ossessione del trapasso. Visagisti del caro estinto, Ale e Franz gettano una lunga ombra nera su un Natale che più bianco (e mamma) non si può”.
Marzia Gandolfi, MYmovies.it

“Chi ha amato il film precedente non faticherà a riconoscere qui lo stesso tratto benevolo nella descrizione dei personaggi, la mancanza di situazioni triviali, la naturale simpatia del protagonista”.
Francesca Fiorenti, Movieplayer.it

“(…) Una commedia al pan di zenzero, educata e politicamente corretta, fin troppo prevedibile. De Luigi è come l’albero, un evergreen: funziona a Natale, tra maschi e femmine, persino con i detersivi. Come funzionano i comici tv, quelli di Zelig (Ale & Franz, qui eccezionale duo funebre) e di Colorado Film che produce. Nota di merito: via il classico tintinnare, spazio al sound swing di Pivio e Aldo De Scalzi. Se l’alternativa sono leVacanze di Natale, allora meglio passare il peggior Natale di sempre”.
Libero

“(…) A dirigere troviamo ancora Alessandro Genovesi: il giovane autore e regista (classe 1973) dello spettacolo teatrale Happy family da cui Gabriele Salvatores ha tratto l’omonimo film. Rispetto al primo episodio, in Il peggior Natale della mia vita la discendenza teatrale di Genovesi si sente decisamente di più: praticamente il 90% delle scene si svolge nel ‘palcoscenico’ del castello, facendo del film una sorta di ‘commedia da camera’ che si sviluppa in gran parte in interni. Inoltre, siamo davanti a una pellicola più corale, con tanti attori sempre in scena che innescano girotondi diequivoci. Un film che punta meno sui dialoghi (decisamente meno riusciti rispetto al primo capitolo) per esasperare ancora di più un umorismo slapstick che si nutre di scivoloni sul parquet, porte sbattute in faccia e scazzotate varie. Insomma una comicità fisica, di matrice inglese un po’ alla Mr. Bean, dove tutto è esagerato e (lievemente) grottesco”.
Valentina Torlaschi, ScreenWEEK.it

“Quel che accade nelle famiglie di Alessandro Genovesi ha sempre un che di curioso, divertente e ben orchestrato, anche se prevedibile. Il suo Natale, come la sua ‘peggior settimana’ lavora su un protagonista/volto/maschera (Fabio De Luigi) che produce gaffe, schianti e incidenti con dovizia, ma mai capitomboli narrativi. Il tratto di questo regista, privo di bassezze e trivialità, si fa amare per quella farsa corale sempre piuttosto elegante e buffa, per quel romanticismo impacciato che rende eroici i bersagli di De Luigi. Cedendo alla tentazione e alla favola del racconto natalizio, Genovesi non perde mai il controllo. I suoi attori sono efficaci e stravaganti il giusto, teneri e isterici, affiatati nel proporre un umorismo, tra funerali e nascituri, che potrebbe certamente accelerarne di più il passo e l’originalità. A questo piacevole palcoscenico, pieno di buone sfumature, gioverebbe essere meno frammentato e preoccupato della perfezione coreografica. Perché la famiglia, specialmente a Natale, non è precisa come un orologio, non dedica a tutti lo stesso tempo, ma si nutre ugualmente di quelle stonate consuetudini che aspirano a magia”.
Giulia Pietrantoni, ComingSoon.it

 

 

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