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Clint Eastwood torna a recitare, e non ha problemi con le curve

Il grande ritorno di Clint Eastwood dopo l’addio annunciato con “Gran Torino”.

Possiamo dire in tutta franchezza di essere contenti e sollevati della decisione del grande cineasta, e attore, di fare dietro front e tornare sul grande schermo non solo dietro la macchina da presa.

“Di nuovo in gioco”, tradotto infelicemente dal più attinente “Trouble with the Curve”, è una commedia dai tratti forti che racconta la storia di Gus, un talent scout usurato dal tempo (Clint Eastwood) e del suo travagliato rapporto con la figlia (Amy Adams). A causa di divergenze mai risolte i due si allontanano per poi ritrovarsi nel momento decisivo della carriera di Gus, portando alla luce le tematiche mai affrontate del loro passato. Nella loro vita appare anche Flanagan (Justin Timberlake), ex promessa del baseball ormai consumata che segue le orme di Gus come talent scout, con il sogno di diventare la voce nel Fenway Park.

Diretto da Robert Lorenz, fedele collaboratore di Clint Eastwood, “Di nuovo in gioco” è una critica velata alla frenesia della vita moderna e un omaggio alla professionalità dei tempi “andati”.
Se pensate che Timberlake possa solo ballare vi ricrederete e se pensate che Eastwood sia un più che ottantenne attempato, dovrete ricredervi nuovamente. Il film funziona, è dinamico ed è un ode ad uno sport, il baseball, amato non solo dagli statunitensi.
Vivamente consigliato per le sue trame non superficiali che si snodano con il ritmo della commedia, senza terminare in tragedia.

Al cinema dal 29 novembre distribuito dalla Warner Bros.

Alcuni commenti della critica:

“Il vecchio Clint torna in campo per (ri)scoprire figlia e talenti. Eastwood incarna i valori americani. Delude la regia di Lorenz”.
Paolo Mereghetti, Corriere della Sera

“Operetta convenzionale, in cui il baseball è tessuto connettivo e metafora della vita, il film passerebbe quasi inosservato se non fosse per il carisma dell’ottantaduenne Eastwood, tornato davanti la macchina da presa per fare una cortesia a Robert Lorenz, suo assistente da anni qui all’esordio”.
Alessandro De Simone, Cinematografo.it

“Per il suo ritorno alla recitazione, Eastwood sceglie toni sentimentali e melò, quasi a voler dimostrare, a 82 anni, di potersi concedere di tutto: la sua presenza sullo schermo, quasi ingombrante, resta a dichiarare la volontà di non cedere alla logica della ‘rottamazione'”.
Marco Minniti, Movieplayer.it

“(…) Le belle scene che costruiscono il rapporto tra Eastwood e Amy Adams – perché ce ne sono – vengono compensate dalla banalità di molte altre (più o meno tutte quelle che hanno a che fare con il telefonino di Mickey), piazzando il risultato su un deludente zero a zero. E risulta inutile anche appellarsi ai messaggi nella bottiglia lanciati nel flusso del film, come quello che vorrebbe ridimensionare il ruolo della vista nel giudizio e invitarci a far uso degli altri sensi, l’udito per primo, perché non solo Di nuovo in gioco non ha particolari idee visive, se non quella di rifarsi allo stile asciutto di Eastwood stesso, ma non ha nemmeno dialoghi degni di nota”.
Marianna Cappi, MYmovies.it

“Clint Eastwood torna a recitare in una commedia scontata che lascia l’amaro in bocca”.
Marco Triolo, Film.it

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