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“Viva la libertà”, Servillo si sdoppia e la politica diventa una favola

Video interviste a Roberto Andò, Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Valeria Bruni Tedeschi e Michela Cescon.

Diceva Albert Camus: “quando la speranza non c’è bisogna inventarsela”. Con il suo ultimo film, “Viva la libertà” (in questi giorni nelle sale distribuito da 01), Roberto Andò sembra prendere queste parole alla lettera. E dunque, persa ogni vaga convinzione che la politica possa tornare a parlare il linguaggio degli antichi ideali, alla vigilia delle elezioni mette in scena una storia che sa di favola.

Personaggio centrale è Enrico Oliveri (Toni Servillo), segretario del principale partito d’opposizione (il riferimento al PD è evidente, anche se il regista non lo ammette) che  entra in depressione dopo l’ennesimo sondaggio negativo. La competizione elettorale è alle porte ma lui, sfiduciato e smarrito, preferisce fuggire. Nel comitato elettorale è il panico: il portavoce Bottini (un magnifico quanto insolito Valerio Mastandrea), mentre si interroga sulle possibili piste da seguire, rintraccia il fratello gemello, Giovanni Ernani (di nuovo Servillo), un filosofo che soffre da tempo di depressione bipolare. A questo punto il film si sdoppia e racconta due storie: quella del politico, scappato a Parigi da un’ex fiamma (Valeria Bruni Tedeschi), e quella del filosofo appena dimesso da una clinica psichiatrica, che a Roma prende il posto del gemello. L’impostore piace e non solo: tra un componimento di Brecht (con cui incoraggia gli italiani a ricominciare dalle proprie forze: “Non aspettarti nessuna risposta oltre la tua”) e massime di buona coscienza, interpreta il ruolo così bene che i consensi risalgono rapidamente fino a sfiorare il 66 per cento.

Ispirato al libro di Andò, “Il trono vuoto” (Bompiani, Campiello Opera prima 2012), il film stupisce e incanta, grazie principalmente a due qualità: passione e leggerezza. Il regista sceglie di raccontare la disillusione non attraverso la retorica, ma con garbo e lievità, pur non risparmiando la critica incisiva alla realtà. Ottima la sceneggiatura, adattata dal romanzo con l’aiuto di Angelo Pasquini, e bravissimi gli attori tutti. A cominciare da Servillo, che magistralmente diretto dà il meglio di sé, e continuando per Mastandrea e le donne, Michela Cescon, Valeria Bruni Tedeschi, Anna Bonaiuto. Indimenticabile la scena con Angela Merkel che balla il tango scalza. Nel complesso si ride e si riflette anche se poi, all’uscita dalla sala, l’impressione è che il sogno di una sinistra con ritrovate sembianze umane, trasformi la speranza in utopia.

Toni Servillo, Roberto Andò, intervista, Viva la libertà, RB Casting

Valerio Mastandrea, Valeria Bruni Tedeschi, Michela Cescon, intervista, Viva la libertà, RB Casting

ALCUNI COMMENTI DELLA CRITICA:

Paolo Mereghetti, Corriere della Sera
Genere altalenante, legato fortemente ai condizionamenti e alle «influenze» epocali, il Cinema Politico Italiano sembrava da anni finito nel dimenticatoio. Anche chi era stato un convinto alfiere di quel genere in passato – penso ai Taviani, a Bellocchio, a Maselli, in forme più “ambigue” a Bertolucci – si era rivolto in anni e film più recenti verso altre forme di racconto, più meditative e laterali. Lo toglie adesso dalla polvere Roberto Andò con un film sorprendente e intrigante, portando sullo schermo il suo romanzo premiato l’anno scorso col Campiello Opera Prima (…).

Alberto Crespi, L’Unità
(…) Viva la libertà è una fiaba politica, un apologo alla Sciascia, un’allegoria. Che però – come tutte le fiabe ben scritte – allude alla realtà…

Massimo Bertarelli, Il Giornale
Incredibile, un film italiano sulla politica leggero e spiritoso (…) Un magistrale sberleffo alla sinistra, con qualche toccatina all’altra parte, e un superbo, doppio Toni Servillo.

Federico Pontiggia, Cinematografo.it
Dal suo romanzo Il trono vuoto, Roberto Andò getta un Servillo uno, bino e magistrale nell’agone politico o, meglio, della coscienza politica: da Mastandrea alla Bruni Tedeschi gli attori sono ottimi, la direzione misurata, la regia ariosa e “francese” per una fantapolitica realmente utopica, con i piedi per terra e l’immaginazione al potere. Scena cult: la Cancelliera tedesca, un’Angela Merkel in bello, balla scalza; battute super: “la paura è la musica della democrazia”, “l’unica alleanza possibile è con la coscienza della gente”.
Oltre le miserie dell’attuale campagna elettorale, Andò con Viva la libertà disegna un coraggioso, libero ed etico “come potremmo essere”. Finalmente, un grande film italiano: da vedere.

Marzia Gandolfi, MYmovies.it
Composto come un haiku, un film intenso che rivela una bellezza spiazzante.

Daniela Catelli, ComingSoon.it
Anche se Viva la libertà racconta una storia impossibile, il cinema ancora una volta compie la sua magia e per un’ora e mezzo ci dà esattamente quello di cui sentiamo il bisogno: una boccata d’aria pura e di saggia follia che spazzi via l’atmosfera claustrofobica e fumosa che si respira nelle stanze del potere e riapra la strada alla verità e alla speranza.

Tiziana Morganti, Movieplayer.it
Roberto Andò sceglie di rappresentare il nostro particolare momento storico attraverso una visione sognante, quasi teatrale, a metà strada tra la commedia degli inganni di Shakespeare e il relativismo pirandelliano, rendendola più fruibile e perfino poetica attraverso il linguaggio del cinema.

Marta Gasparroni, FilmUp.com
Un film leggero che tratta argomenti seri in momenti ancora più bui. Non è un film politico, nonostante la politica sia quel livello sommesso che affiora negli interstizi del girato, dei dialoghi, nei cambi di scena e nei tagli di montaggio. Tratto dal romanzo Il trono vuoto dello stesso regista Roberto Andò, edito Bompiani nel 2012, e scritto a quattro mani con la collaborazione di Angelo Pasquini, Viva la libertà è più che altro una politica di ruoli, se così si può dire. Un istrionico Toni Servillo si destreggia su quel palco che è il suo trono, muovendosi con grazia anche quando il suo personaggio scappa dagli errori e inciampa nella vita, per cadere ancora e ritrovare quella terra da cui può rialzarsi solo dopo essersi sporcato i vestiti.

1 commento

  1. tony servillo è molto bravo, ma è fermo, sempre uguale. serio. anche quando interpreta il fratello pazzo. che dovrebbe rappresentare l’altra faccia della stessa persona, quella senza freni, non razionale.
    berlusconi è pazzo, non ha freni inibitori, gli italini si sono fatti governare da un pazzo, anche l’ultima uscita che la corruzione è nella norma e se le imprese italiane vogliono lavorare devono applicarla fa parte delle cose che molte persone pensano ma non dicono. come la lega dei primi tempi. forse il messaggio è che la sinistra per vincere dovrebbe essere un pò più pazza.

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