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Gerini, Capotondi e Impacciatore “Amiche da Morire” in una black comedy da ridere

Video interviste a Claudia Gerini, Cristiana Capotondi, Sabrina Impacciatore, Vinicio Marchioni e Giorgia Farina.

Tre donne diversissime tra loro che vivono in un’isoletta del sud Italia, costrette a mantenere un segreto per evitare la galera e diventare ricche. Sembrano, ma non lo sono, “Amiche da morire”, ovvero il titolo del primo film da regista di Giorgia Farina. Ad interpretare le tre protagoniste sono Claudia GeriniCristiana Capotondi e Sabrina Impacciatore.

Nell’ordine: Gilda è una procace bellezza romana che si è da tempo stabilita nell’isoletta siciliana e, per mantenersi, fa il lavoro più antico del mondo ma ha il sogno di aprire un centro estetico; Olivia è una moglie perfetta, bella, dolce, elegante e brava nei lavori domestici; Crocetta è un brutto anatroccolo, circondato dalla nomea di portare iella, motivo per cui non riesce a trovare un fidanzato o un marito. Ad intromettersi nelle loro vite arriva il commissario di polizia Nico Malachia (Vinicio Marchioni), che cerca di scoprire cosa nascondano.

Dopo aver studiato a Londra e New York, Giorgia Farina ha deciso di tornare in Italia per il suo debutto alla regia, firmando una commedia divertente, dai toni noir e, soprattutto, completamente al femminile. La giovane regista, grazie anche ad un cast azzeccato e ben valorizzato, riesce a far centro e regala un film gradevole e spassono, fatto di gag riuscite e non banali, e di personaggi femminili che sfidano i cliché, i pettegolezzi, le credenze popolari e l’ipocrisia, aggiungendo al tutto anche della sana autoironia.

“Amiche da morire” arriva nelle sale il 7 marzo (in occasione della Festa delle Donne) distribuito da 01.

Claudia Gerini, Sabrina Impacciatore, Cristiana Capotondi, intervista, Amiche da morire, RB Casting

Vinicio Marchioni, Giorgia Farina, intervista, Amiche da morire, RB Casting

ALCUNI COMMENTI DELLA CRITICA:

Paolo Mereghetti, Corriere della Sera
Forse i suoi meriti sono ingigantiti dai demeriti altrui. Forse un cinema «normale», «medio», che non cerca stampelle sociologiche o pseudogiovanilistiche sembra una boccata di aria fresca nel panorama di un cinema italiano che insegue – con rarissime eccezioni: vedi il film di Andò – solo copie o copie di copie. Forse sarà l’istintiva apertura di credito per un’esordiente ventottenne, ma alla fine di Amiche da morire di Giorgia Farina non mi sembrava di aver sprecato il mio tempo di spettatore. Le sue qualità sono presto dette: una regia semplice e diretta (se si dimenticano quegli scolastici titoli di testa che forse vorrebbero «annunciare» la composizione a mosaico della storia); tre attrici usate per quello che il pubblico si aspetta (Gerini provocante, Capotondi bella e un po’ oca, Impacciatore folcloristica) ma con una gran dose di (auto) ironia e soprattutto una misura recitativa che sa evitare gratuite scivolate nella volgarità; una storia che cerca strade inedite, tra commedia di costume e giallo sorridente. Naturalmente non mancano i difetti, soprattutto nella sceneggiatura che la regista firma con Fabio Bonifacci (…) ma rispetto allo sciapo panorama nazionale è questione di pagliuzze rispetto ai tronchi. O meglio, di rami piccoli rispetto a rami più grandi.

Paolo D’Agostini, la Repubblica
La regista è una donna – Giorgia Farina, 25enne – e i ruoli principali sono femminili. Isoletta siciliana di fantasia (ma si è girato in Puglia: film e fiction italiani si girano prevalentemente in Puglia e in Piemonte grazie alle efficienti Film Commission regionali) sulla quale si incrociano tre destini. Della prostituta Gilda (Gerini) invisa alle donne e ricercatissima dai loro uomini. Di Olivia (Capotondi) graziosa e ingenua moglie di un aitante pescatore che non la conta giusta. E di Crocetta (Impacciatore), operaia di specchiata onestà suo malgrado visto che su di lei incombe la fama di iettatrice. La sorte le unisce in un progetto criminoso e, nonostante le incompatibilità, le costringe all’alleanza contro il poliziotto ficcanaso Malachia (Vinicio Marchioni, da quella fucina che si è rivelata la serie tv Romanzo criminale dove era il Freddo già interpretato sul grande schermo da Kim Rossi Stuart). Ci si diverte e si sorride senza pretese. O meglio la pretesa c’è: quella di restituirci la semplicità e la spensieratezza degli anni 50, cioè artificio puro.

Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa
(…) A tratti si avverte qualche incertezza, ma nell’insieme la Farina sa imprimere un bel ritmo da pochade a questa allegra commedia di rivincita del gentil sesso, avvalendosi di tre deliziose attrici cui per una volta il copione consente di dimostrare quanto siano brave e spiritose.

Massimo Bertarelli, il Giornale
Simpatica commedia, grottesca, una divertente parodia del noir, ambientata in Sicilia e girata in Puglia. Complimenti alla deb Giorgia Farina, che l’ha scritta e diretta (…).

Claudia Morgoglione, la Repubblica
Potrà piacere o non piacere, Amiche da morire: come qualsiasi altro film, il giudizio di pubblico e critici è libero e insondabile. Ma anche gli eventuali detrattori almeno un grosso merito dovranno riconoscerlo, alla pellicola diretta dall’esordiente Giorgia Farina e interpretata da Claudia Gerini, Sabrina Impacciatore e Cristiana Capotondi: rappresenta un tentativo coraggioso, nel panorama del cinema italiano. Perché è una commedia (nera) tutta giocata sulla verve comica del suo trio di protagoniste: attrici che spadroneggiano dall’inizio alla fine della storia, relegando l’unico personaggio maschile con un minimo di consistenza – quello di Vinicio Marchioni – a semplice spalla (…).

Giulia Lucchini, Cinematografo.it
L’opera prima di Giorgia Farina è una commedia dai risvolti noir, che mette in scena tre archetipi femminili cari alla nostra tradizione, da commedia dell’arte: la giovane sposa ingenua e eterea, la zitella bruttina, soggiogata dalla madre, che “ha timore” per la vita e la sexy prostituta che fa impazzire gli uomini. La novità è nella centralità data al ruolo femminile nella storia, non più marginale e mero contorno dell’uomo (non più una madre, un amante, una fidanzata all’ombra di qualcuno), ma protagonista nel vero senso del termine. Dall’essere considerata una reietta dalla società perché zitella e un po’ bruttina o fuori moda (con le calze color carne), al subire le bugie e l’opportunismo di un uomo che usa l’ingenuità e i sentimenti per i suoi fini, fino all’essere vista come solo un corpo sexy senza anima, la donna subisce violenza e il film la denuncia. Riscatta le donne affermando la loro forza, donne che riescono ad essere tutto e il contrario di tutto. Deboli, ma allo stesso tempo forti. Ingenue, ma furbe. Brutte, ma sexy. Smarcando tanti luoghi comuni grazie soprattutto all’autoironia e all’interpretazione delle tre grandi attrici romane. E togliendo la prevedibilità grazie a un colpo di pistola, questa volta femminile. Contro il maschilismo, la violenza e la maldicenza.

Antonio Bracco, ComingSoon.it
Le tre attrici dimostrano una certa bravura nel mantenersi coerenti con i loro personaggi in un territorio a metà tra il comico e il grottesco. Buon per loro che già all’origine quei personaggi fossero adeguatamente scritti dalla stessa Farina e da Fabio Bonifacci, calcandone il tratto come un film di genere richiede. Lo stesso Vinicio Marchioni, unico elemento maschile di rilievo, fa un ottimo lavoro nei panni dell’ispettore Malachìa che nutre sospetti sulle tre ma non quaglia. Se sceneggiatura e interpreti garantiscono un alto livello, non da meno sono scenografia, fotografia e costumi. “Amiche da morire” rappresenta quel caso cinematografico in cui gli obiettivi preposti sono raggiunti, in cui tutto funziona a meraviglia e il pubblico assiste a qualcosa di originale. Mentre il cinema italiano guadagna una nuova firma autorevole, quella di Giorgia Farina.

Marzia Gandolfi, MYmovies.it
Credibilmente interpretate da Claudia Gerini, Cristiana Capotondi e Sabrina Impacciatore, restano comunque macchiette simpatiche incarnando alla perfezione il loro prototipo. Tradizionaliste, disinibite o insicure, la dimensione di prevedibilità dentro la quale agiscono viene però sovvertita con un colpo di scena e con due colpi di pistola, convertendo l’aspetto giallo e investigativo del film in pochade, dove tutto è esagerato e arrangiato in modo paradossale. Ingovernabili e accanite nella devianza delinquenziale, le protagoniste avranno la meglio sugli uomini, realizzando un rapporto simbiotico e alimentando forti conflitti che vengono sempre risolti all’interno di un registro umoristico.

Fabiola Fortuna, FilmUp.com
La materia contenutistica di “Amiche da morire” è molto buona, raccontata in una forma non particolarmente originale ma di buona fattura. Le tre protagoniste si muovono in un ambiente che agisce parecchio all’interno del racconto: il territorio siculo è molto presente nel film ed è un bene, visto che si tratta di un luogo meraviglioso. Tra le tante figure femminili, spicca quella del commissario Malachìa interpretato da un Vinicio Marchioni diverso da quello che siamo abituati a vedere: lontanissimo dallo stoicismo del Freddo, l’attore crea un personaggio comico e un po’ goffo, che fa sempre la figura dello “scemo del villaggio”. (…) In conclusione, di commedie se ne fanno tante nel nostro Paese, anzi, è forse il genere che fagocita tutti gli altri e che spesso non lascia possibilità di scelta al pubblico che va in sala (e che rimane deluso per l’infima qualità di contenuti e realizzazione). Anche “Amiche da morire” è una commedia ma spicca tra le altre, brilla come il sole della Sicilia per qualità di scrittura. Davvero ben riuscita.

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