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“Tutto parla di te”: nel documentario della Marazzi il volto oscuro della maternità

Pauline torna nella sua città natale, Torino, per la prima volta dopo molti anni e riprende contatto con Angela, conosciuta all’estero tempo prima, e che ora dirige un Centro per la maternità. Qui Pauline intraprende una ricerca sulle esperienze e i problemi delle mamme di oggi, a partire da testimonianze, video, fotografie raccolti da Angela. Tra le mamme che frequentano il Centro c’è Emma, una giovane e bella danzatrice, in crisi profonda e senza voglia di farsi aiutare, che non sa come affrontare le responsabilità cui la maternità la costringe, si sente sola e in gabbia. Tra le due donne si sviluppa un rapporto di complicità che in un gioco di rispecchiamento porterà Pauline a fare i conti con il proprio tragico passato e permetterà a Emma di ritrovare un senso di sé anche nella sua nuova identità di madre.

Dopo “Un’ora sola ti vorrei” e “Vogliamo anche le rose” Alina Marazzi torna a dirigere un documentario femminile (il terzo) “Tutto parla di te”, che affronta tra finzione e immagini documentate, il difficile tema della depressione post partum e dell’incapacità di essere madri ad ogni costo, lontano dallo stereotipo della maternità come di un esperienza straordinariamente bella e  felice.
Il film della Marazzi affronta un tema delicato e interessante ma il suo limite sta nella scarsa amalgamazione di documentario e fiction, verso il quale la regista milanese sembra spingersi impaurita, quasi a voler tentare un salto che però non ha il coraggio di fare fino in fondo. Le interviste inedite a donne alle prese con la difficile accettazione della maternità, il materiale d’archivio e le sequenze animate non si mescolano bene alla parte puramente filmica non riuscendo così a coinvolgere pienamente lo spettatore. Ottima invece la scelta del cast che comprende Charlotte Rampling, Elena Radonicich e Valerio Binasco.

Presentato nella sezione CinemaXXI del Festival di Roma 2012, dove ha vinto il premio Camera d’Oro per il miglior regista emergente, “Tutto parla di te” è nelle sale dall’11 aprile.


ALCUNI COMMENTI DELLA CRITICA:

Alberto Crespi, L’Unità
Il film contiene anche parti documentarie e prosegue in maniera coerente il filo rosso che congiunge tutta la sua opera. (…) Charlotte Rampling è intensa anche quando guarda semplicemente fuori dalla finestra: e certi suoi momenti di spaesamento sono funzionali a un personaggio alla ricerca di un vissuto totalmente rimosso. Va citata, come per i precedenti lavori della registra, la montatrice Ilaria Fraioli. Un giorno bisognerà studiare i motivi per cui il montaggio è un’arte così femminile.

Federico Pontiggia, Cinematografo.it
Alina Marazzi muove i primi passi fiction: bene il focus sulla maternità, ma la narrazione non sposa il documentario

Daniela Catelli, ComingSoon.it
E’ un tema importante e difficile quello delle ombre della maternità, ed è bene che a parlarne sia un film di fiction, che resta fortemente ancorato alla realtà. Anche se è proprio lo stile scelto dall’autrice a risultare a volte ostico da un punto di vista estetico, lasciando il critico incerto sul tipo di opera che sta recensendo. Fedele al proprio background, Marazzi inserisce la storia di fiction, quasi non fidandosi della sua autonomia, in un contesto documentaristico, alternandola con autentiche dichiarazioni delle mamme del Centro per la maternità di Torino e filmini di famiglia, registrazioni audio e (belle) sequenze animate per illustrare la storia di Pauline. Forse fin troppo, per un film che non raggiunge l’ora e mezzo di durata ed è in grado di parlare benissimo, attraverso la musica e le immagini, al cuore delle donne.

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