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WikiLeaks, “Il Quinto Potere”

Per la regia di Bill Condon arriva in sala la storia sulla nascita e sviluppo di WikiLeaks, “Il Quinto Potere” (The Fifth Estate).

È storia recente quella che riguarda WikiLeaks e il suo creatore, Julian Assange. La piattaforma virtuale creata dal controverso genio australiano è stata in grado di fornire prove schiaccianti ai mass media, smascherando crimini aziendali e segreti di stato. Tutto ciò è stato appunto possibile grazie alla creazione del sito, che permette di trasmettere in forma anonima tali informazioni.

Il film presenta una struttura congeniale, ben articolata tra visual effects e spiegazioni tecniche circa i dettagli della realizzazione e costruzione del network. Indaga inoltre sul processo di diffusione e della conseguente frattura venutasi a creare fra Julian Assange e Daniel Domscheit-Berg, “aiutante” e fervente sostenitore della causa.
Gli attori sono impeccabili, Benedict Cumberbatch sveste i panni di Sherlock e si cala perfettamente in quelli di Assange, pur non sopportando né condividendo le idee dell’hacker australiano. Daniel Brühl si conferma invece ancora una volta (dopo “Rush”) un attore di gran talento, passato per troppo tempo quasi del tutto inosservato al grande pubblico.

Bill Condon mette in scena una storia ancora controversa e lo fa in maniera impeccabile, senza però entrare nel profondo dei segreti e delle informazioni venute alla luce grazie al sito. Questa è l’unica nota negativa del film.

Il motivo che ha portato il regista a non addentrarsi troppo nei segreti rivelati da WikiLeaks dipende molto probabilmente dal grado di tensione che ruota ancora intorno a questa storia. La minaccia costante quando si realizzano film a stretto ridosso degli eventi. È probabile quindi che se Bill Condon avesse atteso ancora qualche anno per realizzarlo avrebbe avuto maggior libertà “creativa”, con il risultato probabile di un film più d’inchiesta che un semplice racconto dei fatti.

“Il Quinto Potere” (The Fifth Estate) è nelle sale dal 24 ottobre 2013, distribuito da 01 Distribution.

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TRAILER

 

Il Quinto Potere - trailer ufficiale italiano

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ALCUNI COMMENTI DELLA CRITICA:

Maurizio Porro, Corriere della Sera
Lo script di Josh Singer (…) distribuisce meriti e colpe in giro, senza creare personaggi di statura scespiriana, tendendo a privilegiare il melò del tradimento dell’amico rispetto a domande più profonde come la segretezza del mondo, il gioco dei potenti e i rischi della verità (…).

Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa
(…) del film abbiamo apprezzato il modo onesto con cui, a fronte degli intricati problemi posti dal caso Wikileaks, mette l’accento sulle domande senza pretendere di dare risposte.

Alberto Crespi, L’Unità
Film difficile da seguire, complesso, qua e là pasticciato.

Massimo Bertarelli, Il Giornale
Che pasticcio. Tanto da non chiarire i tanti dubbi su Julian dell’ormai famoso sito web WikiLeaks (…) Un giro del mondo, dal ritmo inutilmente frenetico, che fa a pugni con la chiarezza.

Adriano Ercolani, Cinematografo.it
Incerto sul tono con cui narrare la vicenda, Condon tentenna indeciso tra il film d’impegno civile e l’action-thriller che strizza l’occhio alla saga di Jason Bourne, in particolar modo nella scelta delle musiche e nell’uso della macchina a mano. Il risultato è un guazzabuglio di trovate registiche che però rimangono tra loro slegate, in cui non riesce a distinguersi neppure il solitamente carismatico Benedict Cumberbatch. Accanto a lui quel Daniel Brühl che, dopo averci entusiasmato nel bellissimo Rush, con una prova in questo caso abbastanza opaca avvalora ancor più la grande direzione d’attori di Ron Howard.
Il problema maggiore di questo progetto è la confusione che lo pervade. Cosa si voleva raccontare con Il quinto potere? Una domanda fondamentale a cui Bill Condon non ha saputo rispondere, prima di tutto a sé stesso.

Gabriele Niola, MYmovies.it
Una delle storie più importanti di questi anni non diventa cinema nella maniera che meriterebbe.

Federico Gironi, ComingSoon.it
Di come WikiLeaks abbia scosso il sistema dell’informazione tradizionale a dispetto delle collaborazioni con quotidiani come il Guardian o il New York Times, del significato politico del confronto tra la cultura novecentesca dei media tradizionali e di certa politica e la cultura della Rete, degli eccessi di rigidità degli esponenti della prima e di quelli di idealismo e velleitarismo di quelli della seconda, delle necessità di nuovi paradigmi che sintetizzino le due posizioni, il film di Condon non si cura più di tanto
Lo mostra con veloci panoramiche, ma non ne parla davvero: deviando le sue traiettorie in rivoli di sottotrame funzionali ad un impianto di genere e non allo sviluppo di una tematica; rimanendo, ossessivamente, old media, cinema aggrappato a vecchie convenzioni, e perdendo l’opportunità di esser parte di un cambiamento strutturale; affidandosi, sopra ogni cosa e con malizia, ad un protagonista descritto come un profeta pazzo e visionario, un narcisista egocentrico dai sinceri ideali, un po’ Che Guevara, un po’ 007, un po’ Rasputin.
Eppure, ci piaccia o no (e Il quinto potere non dice da che parte si collochi, in maniera vagamente cerchiobottista), Julian Assange e WikiLeaks sono qualcosa di meno folkloristico e più sfaccettato di così.

Marco Minniti, Movieplayer.it
Il film dedicato al fenomeno Wikileaks, diretto da Bill Condon, si avvale dell’ottima interpretazione di Benedict Cumberbatch, ma pecca di un’attenzione quasi esclusiva alla personalità di Assange, nonché di una tendenza gratuita al virtuosismo registico.

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