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“Come il vento”: Valeria Golino nei panni di Armida Miserere

Dopo essere stato presentato all’ultimo Festival del Film di Roma, arriva nelle sale “Come il vento” di Marco Simon Puccioni, breve biografia di Armida Miserere, prima donna direttore di prigioni in Italia, che si impegnò nei più temibili e inospitali penitenziari battendosi per il rispetto delle regole e della disciplina. In un carcere si era innamorata e da un detenuto in carcere era arrivato l’ordine di uccidere il suo compagno di vita: l’educatore Umberto Mormile, intensamente amato e a lungo compianto.

“Come il vento” è il toccante ed affascinante ritratto di una donna forte e fragile allo stesso tempo. Integerrima nella professione e nella vita, una vita che non accetta di vivere incompleta, senza l’uomo amato e adorato. A darle voce e corpo un’intensa Valeria Golino, che torna a girare un film sul carcere dopo “Giulia non esce la sera” di Giuseppe Piccioni, cimentandosi in uno dei suoi ruoli migliori.
Quel che non convince del tutto nel film è il contesto in cui la Miserere si muove, che sembra rimanere sempre sullo sfondo mentre si sente la necessità di un approfondimento di quella realtà.

“Come il vento” è nelle sale dal 28 novembre distribuito da Ambi Pictures.

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Trailer

Come il vento - Trailer ufficiale - Al cinema dal 28/11

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Alcuni commenti della critica:

Paolo D’Agostini, la Repubblica
(…) Un’occasione per Valeria Golino che interpreta l’insieme di rigore, sofferenza, sensualità in modo più che autorevole: carismatico. La struttura del film invece è debole, la prova di stile espressa attraverso il montaggio si risolve in confusione. Heidrun Schleef tra gli sceneggiatori (La stanza del figlio).

Francesco Alò, Il Messaggero
(…) Il soggetto era una bomba, il risultato finale solo un petardo. Bisognava insistere di più sul lavoro (prendendo Brubaker con Robert Redford come modello) e meno su un’intimità spettacolarizzata al punto da provare un certo disagio. Peccato

Massimo Bertarelli, il Giornale
(…) Misurato, asciutto dramma, da una storia vera.

Maurizio Porro, Corriere della Sera
(…) Un bel melodramma civile di Piccioni in cui la Golino si tramuta negli occhi e nel respiro, intagliando nel dolore una figura non dimenticabile, vittima dell’ormai omologata corruzione e carente di affetto.

Greta Leo, Cinematografo.it
Puccioni ci consegna un toccante ritratto della prima donna a dirigere un carcere in Italia. Con un’intensa Valeria Golino.

Marzia Gandolfi, MYmovies.it
Un film asciutto e robusto che alterna momenti di intensa commozione ad altri in cui respira il senso di tragedia che incombe sulla storia.

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