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“Exodus”, l’esodo secondo Ridley Scott

Al cinema dal 15 Gennaio “Exodus – Dei e Re” di Ridley Scott

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Il libro dell’Esodo racconta la liberazione dalla schiavitù egizia degli ebrei. Tale libro, simbolo della comune origine di due delle più grandi religioni monoteiste, è stato spesso trasposto in chiave cinematografica, e quella di Ridley Scott in “Exodus – Dei e Re” è l’ultima in ordine cronologico.

Mosè, figura centrale anche nella religione islamica, indicato come uno dei maggiori predecessori di Maometto, è interpretato da Christian Bale, invece Joel Edgerton impersona Ramses (un Ramses davvero in forma e leggermente palestrato per dirla tutta).

Ridley Scott, a differenza di Aronofsky in “Noah”, mantiene fermi e saldi i punti cardine della storia, senza trasporli in maniera innovativa (non ci sono elementi fantasy come nel caso del film sopraccitato) rispetto alla storia originale, che viene però arricchita con il 3D e visual effects. Soprattutto le piaghe inflitte agli egiziani sono rese in maniera talmente realistica da far quasi dimenticare che si tratti di effetti visivi.

Un film che fa riflettere e ragionare sui pilastri fondanti delle religioni, sulle similitudini, più che sulle divergenze, in un momento come quello che stiamo vivendo dove tali ragionamenti dovrebbero predominare contro un odio cieco e irrazionale.

“Exodus – Dei e Re” è nelle sale italiane dal 15 Gennaio, distribuito da 20th Century Fox.

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TRAILER

Exodus: Dei e Re | Trailer italiano [HD] | 20th Century Fox

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POSTER

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ALCUNI COMMENTI DELLA CRITICA

Justin Chang, Variety
Il risultato si sente meno come una ricostruzione diretta del racconto biblico piuttosto che come commento amplificato di esso: questo “Exodus” si manifesta al pubblico in un impeto inebriante e violento come un incidente…

Peter Travers, Rolling Stone
Scott parte dalla Scrittura quanto basta per sollevare ire. Ad esempio, questo Mosè vede Dio nella persona di un scolaro insolente (Isaac Andrews).

Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa
I 145 milioni di dollari spesi si vedono tutti; e per la bellezza della immagini giocate su un’elegantissima gamma cromatica, l’eccellenza di scenografia e costumi, la pellicola è una festa per gli occhi. Inoltre, Christian Bale è un Mosé potente; e, a nostro avviso, è interessante la trovata di mostrare Dio nei panni di un bimbo dalla determinazione affilata come quella di una spada vendicatrice. Detto questo, il film non riesce a essere coinvolgente come lo fu Gladiator.

Roberto Nepoti, la Repubblica
(…) il film dimentica di darsi un tono epico. La revisione degli eventi soprannaturali, poi, spoglia di ogni sacralità la trama biblica, trasformando il protagonista da profeta in un leader tormentato. Il che è più sconcertante delle polemiche sull’origine etnica dei personaggi, tutti caucasici (e qualcuno dovrebbe spiegarci cosa ci stanno a fare i sacrificatissimi Sigourney Weaver, John Turturro & Co.). Quanto ai due contendenti Christian Bale, Batman in versione biblica, e Joel Edgerton, faraone abbronzato pieno di eyeliner e un po’ tonto, ti fanno rimpiangere Heston e Yul Bynner nel kolossal del ’56.

Fabio Ferzetti, Il Messaggero
Ci sono film irrecuperabili che verrebbe quasi voglia di difenderli. Così per esercizio dialettico e per voglia di non sparare sulla Croce rossa. Ma il masochismo critico ha i suoi limiti. E un kolossal da 140 milioni di dollari che scomoda il libro dei libri, fra l’altro in tempi non esattamente pacifici per le tre grandi religioni monoteiste, non è un bersaglio inerme. E’ un atto di arroganza, un banco di prova per il peggio della Hollywood contemporanea (…) tutto ha sempre un’aria un po’ celtica.

Maurizio Acerbi, il Giornale
Un film di un piattume biblico. (…) Le giovani generazioni usciranno, forse, soddisfatte dalla sala, non avendo in mente le immagini dell’inconfondibile I dieci comandamenti di Cecil B. DeMille che stravince nel confronto. Un film religioso, ma privo di un’anima.

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