Home Speciali Adèle Haenel e Adèle Exarchopoulos in “Quattro vite”

Adèle Haenel e Adèle Exarchopoulos in “Quattro vite”

In arrivo nelle sale italiane il 27 agosto il film del regista francese Arnaud des Pallières

Credit: Virginie Khateeb / Adèle Haenel e Adèle Exarchopoulos

Ritratto di una donna attraverso quattro età della sua vita. Una bambina di campagna che cade in un tragico gioco a nascondino. Un’adolescente che passa da una fuga all’altra e da un uomo all’altro, perché tutto è meglio del triste ambiente famigliare. Una giovane provinciale che si trasferisce a Parigi e sfiora la catastrofe. Infine, una donna realizzata che si crede al sicuro dal suo passato. Poco a poco, queste figure vanno a confluire in una sola donna.

È “Quattro vite” (titolo originale Orpheline), un film del 2016 del regista francese Arnaud des Pallières, con Adèle Haenel (Ritratto della giovane in fiamme) e Adèle Exarchopoulos (La vita di Adele), in arrivo solo adesso nelle sale italiane il 27 agosto grazie a Movies Inspired.

“Quattro vite” è stato presentato in anteprima mondiale al 41. Toronto International Film Festival (2016) ed è stato selezionato in Concorso al 64. Festival di San Sebastian (2016).

Arnaud des Pallières spiega come è nata l’idea del film: “Nel 2010 ho chiesto a Christelle Berthevas, co-sceneggiatrice del mio film ‘Michael Kohlhaas’, se voleva raccontarmi la sua storia personale, che mi affascinava per due motivi. Per prima cosa, era la vita di una donna, ma di una donna di origini rurali e popolari, molto lontane dalle mie. Ero consapevole che non avevo ancora prestato ai personaggi femminili la stessa attenzione di quelli maschili. Volevo recuperare il ritardo disegnando un ritratto di donna il più ricco e complesso possibile. Per entrare nei panni di una donna, volevo iniziare da una vita reale, non da un romanzo o da un racconto, mettendomi sotto l’autorità e le sensibilità di chi aveva vissuto gli eventi. Faccio film per sperimentare vite diverse dalla mia. Sapevo quanto fosse stata crudele, cupa, eccessiva la prima parte della vita di questa donna e volevo raccontarla perché mi sembrava esemplare. Era la lotta di una donna per la sua libertà, e volevo viverla io stesso, per poi farla rivivere allo spettatore”.

Sulla scelta del cast, Adèle Haenel e Adèle Exarchopoulos, il regista rivela: “Nonostante siano molto diverse, per non dire l’una il contrario dell’altra, Adèle Haenel e Adèle Exarchopoulos mi sembravano le due attrici francesi più brillanti e rappresentative della loro generazione. Ho scelto per prima Adèle Haenel. Volevo lavorare con lei ma non ero ancora sicuro di quale ruolo avrei dovuto proporle: Renée o Sandra, la donna di 27 anni o la ragazza di 20. Con lei ho fatto qualcosa che certamente non avrei mai fatto con nessun’altra attrice, per quanto esperta: ho chiesto un parere. Avevo un’opinione molto alta della sua intelligenza, della sua maturità di attrice e di donna. La sua risposta è stata più sensata della mia domanda: mi disse che non lo sapeva, che non voleva scegliere, che avrebbe aspettato che fossi io a saperlo e che avrebbe accettato la mia decisione. A poco a poco, basandomi su ciò che sapevo di lei, delle sue dichiarazioni e delle sue prese di posizione pubbliche, del suo impegno, ho capito che avrebbe dovuto essere Renée piuttosto che Sandra. Una creatura cerebrale, profondamente etica, compiutamente votata al ruolo sociale del suo mestiere di insegnante. Le riprese di ‘Quattro vite’ sono state difficili, ho trovato in Adèle un alleato e una risoluta amica del film. Adèle è una vera combattente. Adèle Exarchopoulos era Sandra. E la mia direttrice del casting mi spingeva a offrirle il ruolo. Ma non volevo che a qualcuno venisse in mente che stavo cercando di farle recitare di nuovo ‘La vita di Adele’, un film in cui comunque l’avevo trovata meravigliosa. Appena mi decisi a superare questo timore, Adèle disse immediatamente di sì. Capiva la parte, l’accettava per intero, voleva interpretarla quasi per un impegno morale e politico. Lo dico con rispetto, tenerezza e ammirazione: Adèle è un animale da cinema. Sembra che non lavori mai, tutto accade con la grazia di un’esordiente. Durante il montaggio, sono stato colpito da un fenomeno di allucinazione. Era come se il volto di Adèle Exarchopoulos fosse la superficie su cui venivano proiettate tutte quelle donne che mi avevano sconvolto al cinema: Anne Wiazemsky in ‘Au hasard Balthazar’, Sandrine Bonnaire in ‘Senza tetto né legge’ e ‘Ai nostri amori’, Irène Jacob nei suoi primissimi film. Adèle è universale, è tutte le giovani donne di oggi. È forse questo il motivo per cui è così popolare”.


 

POSTER – QUATTRO VITE

 


 

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here