Intervista a Greta Scarano
“Forse non sarei in grado di scoprire un tradimento, ma credo che me ne accorgerei se nella relazione che sto vivendo c’è qualcosa di strano, e di sicuro non farei finta di niente”. Ha subito rotto il ghiaccio Greta Scarano, parlando del personaggio che interpreta in “Qualche Nuvola”, opera prima di Saverio Di Biagio, presentata nella sezione Controcampo al Festival di Venezia edizione 2011, e in nelle sale da mercoledì 27 giugno 2012. E’ una commedia sentimentale ambientata nella Roma di periferia, un gioco di bugie e racconti sulla crisi delle unioni e sul valore che gli viene attribuito. Greta interpreta Cinzia, una donna “un po’ ingenua, che sogna il grande matrimonio e ne ha una visione prettamente consumistica, lo vuole costoso e come lo ha sempre sognato senza preoccuparsi di quello che pensa Diego e di quello che succede intorno”.
Diego (Michele Alhaique) è un muratore che vive nella periferia di Roma, fidanzato da 10 anni con Cinzia (Greta Scarano) e ormai in fase preparativi per le nozze. In cantiere viene notato dall’ingegner Carlo (Pietro Sermonti), che, sapendo del matrimonio, gli propone un lavoretto extra per arrotondare lo stipendio: sistemare la casa di sua nipote Viola (Aylin Prandi), un fuori programma che incrina la serenità tra Diego e Cinzia. Viola vive nel centro storico, tra vernissage e locali e la sua vita sembra lontana dalla borgata e dal cantiere dove tutti sembrano volere una vita normale.
“E’ una commedia realistica. Il regista ci ha tenuto a renderla tale con determinati stili di ripresa perché voleva raccontare la Roma di periferia, non solo la storia dei personaggi” racconta Greta. Ne abbiamo parlato con lei per saperne di più.
Nel cast anche Michele Alhaique, Aylin Prandi, Pietro Sermonti, Primo Reggiani, Michele Riondino, Giorgio Colangeli, Paolo De Vita, Paola Tiziana Cruciani, Antonella Attili, Veronica Corsi e con la partecipazione di Elio Germano. La pellicola è una produzione associata Minollo Film, Bartleby Film, Relief, DAP Italy, in collaborazione con Rai Cinema.
Inizierei dal film e del tuo personaggio.
E’ la storia della borgata romana vista dagli occhi di Diego, un muratore interpretato da Michele Alhaique che sta per sposarsi con Cinzia, che sono io. Per una serie di vicissitudini, poco prima del matrimonio Diego incontra Viola (Aylin Prandi), una bella ragazza appartenente al mondo della borghesia romana, che rappresenta tutto quello che la sua futura moglie non è. Viola rappresenta una ragazza autonoma, creativa, e questo incontro lo turberà a tal punto da mettere in discussione il suo matrimonio e la sua vita.
Qual è l’atmosfera del film?
E’ una commedia sentimentale e realistica. Saverio ci ha tenuto a rendere il film stesso e l’interpretazione il più possibile naturali, ci sono momenti di vita di questi due prossimi sposi che abitano sullo stesso pianerottolo da sempre, le loro famiglie si conoscono benissimo. I toni sono realistici, si ride e si riflette come nella vita. E’ uno spaccato di vita comune.
Come ti sei preparata per interpretare una donna di borgata?
Ti premetto che sono romana e il quartiere in cui sono cresciuta e Portuense. Non è propriamente una borgata, perché è a due passi da Monteverde, però le ragazze di borgata le ho sempre viste e continuo a vederle. Mi sono preparata osservando meglio ciò che era già davanti agli occhi e quindi non mi sono ispirata a nessun personaggio che avevo già visto, anche se avevo presente nel mio immaginario l’interpretazione di Claudia Gerini, quel tipo di romanità, quel tipo di “coattitudine”.
Come reagisce Cinzia all’allontanamento di Diego e quanto c’è di te nel suo personaggio?
Non posso dirti esattamente cosa fa perché è tutta lì la chiave di volta e la fine del film, però ha un rapporto con il matrimonio molto ingenuo; lo vuole costoso, che sia come lo ha stabilito, come lo ha sempre sognato. Ha un punto di vista naif e non si rende conto che la realtà è diversa. Non considera il punto di vista di Diego. Nel film, è come se lei si rendesse conto che in Diego c’è qualcosa che non va, Diego si lascia vivere, non da spazio alle sue reazioni perché fa quello che gli altri si aspettano da lui. Cinzia avverte un suo disagio ed è un po’ sospettosa ma è accecata dalla visione consumistica del matrimonio. E’ come se notasse qualcosa ma facesse finta di non vedere. Non c’è molto di me nell’atteggiamento di Cinzia. Forse nn mi accorgerei di un tradimento, ma è molto importante per me la comunicazione e non farei finta di niente se notassi qualcosa di strano nel mio uomo, di sicuro tirerei fuori l’argomento e cercherei di saperne di più.
Parlando di te, mi racconti dei tuoi sogni nel cassetto? So che ti piace scrivere soggetti, che hai diretto un cortometraggio e hai fatto da aiuto regista. Ti piacerebbe continuare, in questo senso?
Ho sempre scritto storie fin da piccola. Mi ha sempre molto affascinato il punto di vista del narratore, come scrittura e immagini. Ho scritto e diretto il cortometraggio “Lui e Lei” per un mio amico che ha una società di produzione e mi ha dato modo di mettere in scena questo soggetto. L’avventura è finita lì, non siamo riusciti a vedere i frutti di questo lavoro per i troppi impegni di entrambi. Continuo a scrivere e continuo a pensare ad attori da far interpretare. Ci sono diverse storie da raccontare, ma il mio obiettivo è quello di fare l’attrice, la regia è una cosa in più ma non è per me quella principale. Non ho gli strumenti per farlo. Mentre voglio canalizzare tutte le mie energia sulla recitazione.
Qual è il tuo cinema di riferimento?
Sono molti i registi che mi piacciono. Da ragazzina ero affascinata dall’horror e da Argento. Poi mi sono evoluta: Ron Howard, Scorsese e tanti altri. In questo periodo mi sto concentrando maggiormente su una cultura cinematografica italiana: nel dettaglio, i film di Pasolini e le interpretazioni di Anna Magnani, mi piacerebbe avvicinarmi a quel tipo di recitazione.
Con quale regista italiano ti piacerebbe lavorare?
Sorrentino e Garrone in primis. Sono tanti in verità, ci sono anche nomi di registi più piccoli che trovo molto interessanti ma i primi nomi che ti direi sono proprio loro.
So che sei anche una cantante e batterista. Porti avanti questa attività?
L’ultimo gruppo che avevo si è sciolto ormai da diverso tempo. Canticchio solo per me, adesso. Mi manca il tempo e quello che ho lo concentro tutto nel mio lavoro, che mi porta via anche tante energie. Non avrei il tempo per pensare al gruppo, però ascoltare batteristi dal vivo, vedere concerti, mi risveglia ancora determinate emozioni. Mi è capitato di esibirmi in diversi locali, in passato, e anche quella è una bella emozione. Sicuramente riprenderò in mano questa passione quando avrò più tempo.
Un pregio e un difetto di Greta.
Un pregio è sicuramente quello di essere volitiva e nel mio lavoro è un grande vantaggio, di difetti ne ho tanti, gli amici mi dicono che sono troppo buona ma non è un difetto, ti dico che sono distratta.