Questo nuovo attacco mette a rischio il lavoro dell’organizzazione
10/10/2012
In seguito alle tensioni e alle sparatorie avvenute all’interno e nelle vicinanze dell’ospedale chirurgico di Aden, lo scorso 27 settembre, i pazienti sono stati evacuati e il personale ha dovuto chiudere la struttura.
“Due delle nostre guardie sono state picchiate e minacciate con le pistole, mentre si sparava da entrambi i lati delle mura dell’ospedale” racconta Anne Garella, coordinatore del progetto di MSF. “È una fortuna che i pazienti non siano stati colpiti, ma una persona è stata ferita e le abbiamo fornito soccorso. Le tensioni all’interno dell’ospedale erano molto forti e nessuno ha potuto abbandonare l’area per più di 5 ore”.
L’attacco all’ospedale è l’ultimo di una serie di eventi che hanno minato l’accesso e la sicurezza dell’ospedale. Ad aprile di quest’anno, i medici dello stesso ospedale sono stati gravemente minacciati dai pazienti. Il mese seguente, l’esercito è entrato con la forza all’interno dell’edificio, tentando di portare via un paziente e a luglio c’è stata una sparatoria all’ingresso dell’ospedale.
L’ospedale di Aden, che conta 40 posti letto, fornisce assistenza chirurgica per i casi di emergenza. Da quando l’ospedale ha aperto, ad aprile, sono stati curati oltre 500 uomini, donne e bambini, comprese vittime di mine e di violenza armata. MSF ha una rigida politica contro le armi all’interno delle strutture mediche in cui lavora. “Curiamo persone di tutti gli ambienti sociali e politici, basandoci su principi umanitari”, spiega Thomas Balivet, capo missione di MSF.
Nonostante gli enormi sforzi da parte di MSF per garantire l’integrità della struttura, l’ultimo attacco rileva la necessità che le autorità locali e i leader della comunità prendano urgentemente delle misure di sicurezza per prevenire nuovi attacchi.
“Si è raggiunto un punto in cui c’è bisogno di un impegno sostanziale da parte delle comunità locali e delle autorità per assicurare che nell’ospedale e nei dintorni nono circolino armi”, prosegue Thomas Balivet.
Questa settimana, le autorità di Aden e Sana’a hanno assicurato il loro supporto per la riapertura in sicurezza della struttura, nonché la protezione del personale medico e dei pazienti. MSF attende una risoluzione definitiva del problema e sta negoziando con le autorità per assicurare che i feriti e i malati ricevano l’assistenza di cui hanno bisogno senza discriminazioni di alcun genere e nonostante le cause delle loro condizioni mediche.
Medici Senza Frontiere, nata nel 1971, è la più grande organizzazione medico-umanitaria indipendente al mondo. Nel 1999 è stata insignita del Premio Nobel per la Pace. Opera in oltre 60 paesi portando assistenza alle vittime di guerre, catastrofi ed epidemie.www.medicisenzafrontiere.it; Facebook.com/msf.italiano; Twitter:@MSF_Italia.