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Giovanni Anzaldo: “Vorrei vivere solo così, scrivere e morire in casa”

Intervista a Giovanni Anzaldo, all’attore debutta alla regia con “Sullo stress del piccione”

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Tutto è nato da un blog che racchiude storie realmente accadute, da un grande spirito di osservazione e da una grande fonte di ispirazione: gli amici. Ed è così che uno dei giovani nomi più interessanti del panorama teatrale e cinematografico italiano fa il suo esordio come autore e regista con uno spettacolo intrigante ed un cast di giovani talenti.

Giovanni Anzaldo (Premio Ubu come Migliore Attore Under 30 nel 2010 e Golden Graal come Migliore Attore Drammatico per lo spettacolo “Roman e il suo cucciolo”) dopo il successo riscosso nei precedenti lavori teatrali e cinematografici (“Roman e il suo cucciolo”, “Romanzo di una strage”, “RazzaBastarda”, “Il capitale umano” etc), presenta il suo primo spettacolo teatrale, “Sullo stress del piccione”, in scena a Roma al Teatro Argot Studio dal 16 al 21 settembre.

Alessio, Stefano, Laura e Simona sono quattro giovani che sognano di dare una svolta alla propria vita. Ognuno di loro spera di poter cambiare la propria esistenza fatta di dubbi, insicurezze e dei più disparati eccessi. Un venerdì sera li farà incontrare nel solito bar dove si scopriranno simili nelle loro paure, nei loro incubi ricorrenti.

Testo e regia di Giovanni Anzaldo; con Giovanni Anzaldo, Luca Avagliano, Francesca Mària, Giulia Rupi.

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Parliamo subito del tuo spettacolo “Sullo stress del piccione”. Come nasce?
L’idea è venuta in maniera del tutto naturale. Da un anno scrivo un blog, “Storie Bastarde”, che racchiude aneddoti, racconti, storie, pensieri. Così gli amici hanno iniziato a suggerirmi “ma perché non scrivi una sceneggiatura per un film?”. L’idea mi stuzzicava parecchio ma realizzare un film è davvero impegnativo, economicamente. Ci vogliono troppi soldi e troppi agganci. Così ho realizzato una versione teatrale sullo stile del blog. E’ stato scritto pensando ad attori miei amici, cioè ho costruito appositamente su di loro ogni personaggio. Poi è arrivato l’incontro con Cinzia Storari.

Quanto ci hai messo a realizzarla?
In totale un mese e mezzo circa: 3 settimane per la prima stesura, altre 2 per le correzioni con un mio amico regista e un’altra per gli aggiustamenti finali e per mettere insieme gli attori. I personaggi erano già fatti, le situazioni già descritte. Non ho dovuto inventare niente.

Quanto c’è di autobiografico?
Moltissimo, ci sono io in ogni personaggio, anche nelle donne. Il personaggio di Laura è iper reale. Laura è realmente una mia amica e quando vedrà lo spettacolo si arrabbierà tantissimo. Ogni singolo personaggio è tratto da me o da miei amici.

Qual è stata la difficoltà più grande?
Iniziare, non scrivere. Mi ha divertito molto pensare al cast e metterlo in scena. Gli attori sono un po’ come delle “prostitute”, vanno dove c’è più budget. Ma fortunatamente si è respirata una gran bella vitalità. Ribadisco che la parte più difficile è stata quella di rintracciare gli attori, mettere in scena e iniziare le prove. Che poi la situazione era anche strana, sono io il regista dello spettacolo e ho dovuto dirigere tutti. All’inizio, ci guardavamo e ci dicevamo: “Quindi come cominciamo?”. Mi son reso conto che gli attori hanno bisogno di un’autorità che li guidi ed è stata una bella prova.

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Sei soddisfatto del risultato? Cosa puoi anticiparmi?
Ho terrore e curiosità al contempo. Ti garantisco che si riderà, è uno spettacolo brillante. Un’attrice servirà da bere al pubblico, che pagando un euro in più sul biglietto avrà inclusi anche gli alcolici. Il linguaggio è smart, così come puoi sentirlo in un quartiere popolare di Roma come il Pigneto. E anche la poeticità è la stessa. E’ uno spettacolo vero.

Qual è la prossima tappa come autore e regista?
Mi piacerebbe tantissimo portare lo stesso spettacolo al cinema, in stile “Santa Maradona”, ma in tal caso necessito assolutamente dell’aiuto di uno sceneggiatore. Il blog è fermo da qualche mese e dovrei riprenderlo per arricchirlo con altre storie, o facendo evolvere quelle già presenti. Vorrei solo vivere così, scrivere e morire in casa.

Prossimi progetti come attore?
A novembre sarò al Teatro Eliseo con lo spettacolo “Amerika” per la regia di Maurizio Scaparro. Poi sarò al cinema con Valeria Solarino in “Mi chiamo Maya” dell’esordiente Tommaso Agnese e con Juliette Binoche in “L’attesa”, opera prima di Piero Messina.

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