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Sud Sudan, Medici Senza Frontiere torna a Pibor

MSF impegnata nella difficile risposta all’emergenza dopo le violenze scoppiate nello Jonglei State

Medici Senza Frontiere sabato 7 gennaio ha fatto ritorno nella città di Pibor con 12 operatori, tra personale medico e logistico, per rispondere all’emergenza causata dalle violenze scoppiate nello Jonglei State. Il saccheggio delle proprie strutture e il clima di insicurezza rende più complesso l’immediato incremento delle attività.

Prima delle violenze scoppiate a Pibor, MSF aveva evacuato a Juba tutto il personale straniero mentre il personale reclutato localmente aveva lasciato la città e si era nascosto insieme agli altri abitanti. Al 10 gennaio, non si ha ancora notizia di 60 delle 155 persone impiegate da MSF a Pibor. MSF è preoccupata per la loro sorte e per quella di tutti gli abitanti che sono fuggiti nella foresta per salvarsi la vita.

“Nell’area attorno a Pibor si respira un forte senso di insicurezza”, dichiara Colette Gadenne, responsabile dei programmi di MSF in Sud Sudan. “Molte persone, inclusi diversi membri del nostro personale, stanno cercando membri delle proprie famiglie dispersi nella foresta e temono il peggio. Questo, insieme ai danni irreparabili provocati alla maggior parte delle nostre scorte mediche e strutture, rende molto impegnativo mettere in piedi un’efficace risposta per le persone che hanno urgente bisogno di cure mediche”.

L’ospedale gestito da MSF a Pibor è stato completamente saccheggiato. Nonostante il principale edificio in cemento e il tetto siano praticamente intatti, soltanto una minima parte delle apparecchiature e dei medicinali è utilizzabile. MSF sta ripristinando la struttura per permettere al personale di riprendere le attività mediche e ha inviato a Pibor più di una tonnellata di scorte, inclusi medicinali e materiali sanitari e logistici, e altro materiale giungerà in settimana.

In queste circostanze limitanti, MSF ha iniziato a fornire cure mediche d’urgenza alle persone che hanno fatto ritorno a Pibor. Finché non farà ritorno un numero maggiore di persone che sono nascoste nella vegetazione, disperse su una vasta area, è impossibile per MSF farsi un’idea precisa di quali saranno i bisogni medici. Nei prossimi giorni, MSF valuterà i bisogni non medici e porterà avanti una risposta umanitaria appropriata, facendo affidamento esclusivamente ai propri finanziamenti privati.

Dal 2005, il personale di MSF fornisce assistenza medica ai 160.000 abitanti della contea di Pibor e in altre zone dello Jonglei State. MSF è impegnata a ripristinare il prima possibile l’alta qualità delle cure mediche che forniva prima delle violenze.

MSF ha dimostrato la sua totale imparzialità e neutralità nel corso degli anni, lavorando in diverse comunità in Sud Sudan. Nel 2011, tre strutture mediche di MSF sono state prese di mira nello Jonglei State. MSF condanna l’attacco a strutture sanitarie da parte di qualsiasi gruppo armato e si impegna a continuare a fornire assistenza umanitaria e medica alla popolazione dello Jonglei State.

Medici Senza Frontiere è la più grande organizzazione medico-umanitaria indipendente al mondo. Nel 1999 è stata insignita del Premio Nobel per la Pace. Opera in oltre 60 paesi portando assistenza alle vittime di guerre, catastrofi ed epidemie. www.medicisenzafrontiere.it 

 

 

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