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Il mondo del cinema e dell’audiovisivo scrive una lettera al Presidente del Consiglio Enrico Letta

Il mondo del cinema e dell’audiovisivo scrive una lettera-appello al Presidente del Consiglio Enrico Letta: “L’Italia insieme agli altri paesi europei per escludere la cultura e l’audiovisivo dai trattati commerciali tra Unione Europea e Stati Uniti”. Associazioni, sindacati, imprese, registi e attori uniti per evitare l’abbattimento radicale del valore del prodotto culturale e audiovisivo in tutta Europa: tra gli altri firmatari anche Rai e Mediaset, Confindustria e le organizzazioni dei lavoratori, i premi Oscar Roberto Benigni, Bernardo Bertolucci, Gabriele Salvatores e Giuseppe Tornatore.
Lanciata una petizione pubblica che sarà presentata al Parlamento Europeo il 14 giugno prossimo.

“Il prossimo 14 Giugno – si scrive nella lettera al Presidente del Consiglio – i 27 Stati membri dell’Unione Europea saranno chiamati a pronunciarsi sulla versione definitiva del mandato negoziale che definirà gli accordi commerciali di libero scambio fra l’Europa e gli Stati Uniti. Dovranno cioè votare – tra l’altro – a favore o contro l’esclusione delle opere e dei servizi culturali e audiovisivi dal perimetro della nascente trattativa. Vent’anni fa l’espressione «eccezione culturale» ha consentito la nascita dell’industria di produzione culturale europea di oggi. Adesso è il momento di adeguare quella definizione alle tecnologie e ai tempi nuovi”.

“Nei discorsi programmatici di insediamento del Suo Esecutivo, – continua la lettera – Lei ha tracciato un segno di forte discontinuità con il passato, individuando proprio nell’industria culturale una grande risorsa e, ancor più, una grande opportunità per lo sviluppo del Paese, sulla quale l’azione del Governo intende puntare.
Ci preoccupa quindi quanto contenuto nelle ‘linee rosse’ della Commissione Europea, poiché non evidenziano nulla di tutto questo: né politiche per la diversità culturale, né uno spazio politico per indirizzare l’evoluzione della tecnologia digitale sono sufficienti. Possono essere dannosi, poiché rischiano di distogliere l’attenzione dalla vera posta in gioco, che è di natura tanto economica quanto culturale.
Il mondo digitale non ha nazionalità, regime fiscale, barriere fisiche o adempimenti amministrativi”.

Subito dopo, la lettera indica quale sia la vera minaccia: “Gli operatori digitali americani oggi non hanno sedi, dipendenti, fatturato, fornitori, impegni, vincoli in Europa. Non investono in reti e contenuti né sui territori. Non creano valore, né valore aggiunto, né gettito fiscale. Non rispettano quindi le differenze, le considerano impedimenti.
La liberalizzazione del mercato dei servizi audiovisivi abbatterebbe radicalmente e repentinamente il valore aggiunto generato dalle attuali filiere distributive del prodotto in tutta Europa, con danno per le imprese locali derivante da riduzione degli scambi sul mercato interno europeo, depressione della domanda di prodotto non mainstream e scarsissima capacità di accesso allo scaffale dei prodotti nazionali.
La previsione di un rapidissimo processo di concentrazione delle funzioni di produzione e distribuzione fuori dall’Europa è coerente con quanto già accaduto fino ai primi anni del Duemila nell’industria statunitense dell’intrattenimento, che diventerebbe naturale interlocutore privilegiato dei nuovi giganti della distribuzione, con trasferimento oltreatlantico anche della funzione editoriale, attualmente invece molto diffusa in Europa”.

“Noi vorremmo – conclude la lettera – che la Commissione negoziasse il futuro anche per noi. Per il nostro settore, per l’Italia e per l’Europa.
Quindi noi semplicemente non vogliamo che in questo Trattato si negozi sulle opere e sui servizi culturali e audiovisivi, in nessuna forma, a partire dalle reti di distribuzione on line. Si tratta di una questione culturale ed economica: Confindustria stessa condivide questa nostra posizione e l’ha fatta propria”.

E ancora: “Non sappiamo chi succederà agli attuali Commissari, né quale Parlamento Europeo sarà eletto a breve. Sappiamo invece che l’esclusione dell’audiovisivo dal mandato, in tutte le sue declinazioni ed articolazioni, consentirà ai singoli paesi di decidere quali debbano essere le proprie politiche di sviluppo in questo settore, oggi e in futuro.
Il Parlamento Europeo si è espresso esattamente, chiaramente, a maggioranza schiacciante, in questo senso. Vi chiediamo che i 29 punti dell’Italia siano a fianco della Francia, dell’Ungheria, della Grecia nel voto del 14 Giugno, se il voto sarà a maggioranza qualificata. Per l’esclusione totale. Senza tatticismi o rinvii a tempi di cui nessuno conosce le grandezze. Senza paura di prendere una posizione forte, avendone le ragioni”.

Per sostenere queste ragioni sarà lanciata una petizione pubblica da sottoscrivere online, la quale sarà presentata il 14 Giugno a Strasburgo in vista della riunione dei ministri per il commercio estero dei 27 paesi membri. La riunione darà alla Commissione Europea le linee direttrici per il negoziato, tra le quali quella relativa all’esclusione culturale della cultura e dell’audiovisivo.

I FIRMATARI DELLA LETTERA

100AUTORI – Associazione della Autorialità Cinetelevisiva

ACEC – Associazione Cattolica Esercenti Cinema

AFIC – Associazione Festival Italiani di Cinema

AGIS – Associazione Generale Italiana dello Spettacolo

AGPC – Associazione Giovani Produttori Cinematografici

AIDAC – Associazione Italiana Dialoghisti Adattatori Cinetelevisivi

ANAC – Associazione Nazionale Autori Cinematografici

ANEC – Associazione Nazionale Esercenti Cinema

ANEM – Associazione Nazionale Esercenti Multiplex

ANICA – Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali

APE – Associazione Produttori Esecutivi

APIL – Associazione Produttori Indipendenti Lombardia

APT – Associazione Produttori Televisivi

ART – Associazione Registi Fiction Televisiva

ASIFA – Associazione Italiana Film d’Animazione

CONFINDUSTRIA CULTURA ITALIA

DOC/IT – Associazione Documentaristi Italiani

ITALIAN FILM COMMISSIONS – Coordinamento delle Film Commission

ISTITUTO GIURIDICO DELLO SPETTACOLO

FICE – Federazione Italiana Cinema d’Essai

FIDAC – Federazione Italiana delle Associazioni Cineaudiovisive

FISTel – CISL

LARA – Libera Associazione Rappresentanti Artisti

MEDIASET

MEDUSA FILM

NUOVO IMAIE – Istituto per la Tutela dei Diritti degli Artisti Interpreti Esecutori

RAI – RADIOTELEVISIONE ITALIANA

SACT – Scrittori Associati di Cinema e Televisione Italiani

SAI – Sindacato Attori Italiani

SLC – CGIL

SNCCI – Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani

SNGCI – Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani

UILCOM – UIL

UNIVIDEO – Unione Italiana Editoria Audiovisiva

Stefano ACCORSI

Gianni AMELIO

Roberto ANDO’

Francesca ARCHIBUGI

Dario ARGENTO

Marco BELLOCCHIO

Roberto BENIGNI

Bernardo BERTOLUCCI

Bruno BOZZETTO

Nicoletta BRASCHI

Fausto BRIZZI

Francesco BRUNI

Carlo CARLEI

Sergio CASTELLITTO

Liliana CAVANI

Cristina COMENCINI

Pierfrancesco FAVINO

Marco Tullio GIORDANA

Daniele LUCHETTI

Giuliano MONTALDO

Maurizio NICHETTI

Ferzan OZPETEK

Luca RAFFAELLI

Marco RISI

Francesco ROSI

Gabriele SALVATORES

Ettore SCOLA

Paolo SORRENTINO

Giuseppe TORNATORE

Carlo ed Enrico VANZINA

Carlo VERDONE

Paolo VIRZI’

1 commento

  1. Tutti paroloni, alcuni argomenti, ai più, quasi incomprensibili, in quella lunga lettera non mi sembra di aver letto, ” oltre a tutte le firme delle varie associazioni, federazioni, sindacati, rai, mediaset, medusa e nomi propri di persone autorevoli ,” un accenno alle maestranze, che nei film ( perlomeno in quelli di una volta ) avevano un ruolo importante, non si nominano i teatri di posa, i costruttori, i decoratori gli stuccatori, forse molti di quell’elenco non sapranno neppure a cosa servivono. Ora l’importante per molti di quelli dell’elenco è avere : dei grandi uffici, degli agganci per degli scambi, in maniera di spendere poco e guadagnare molto. Ma, produrre? Si affidano tutti al monopolio della Rai e Mediaset, e poi i capolavori ????? Si vedono — Scusate

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