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Federculture: con il nuovo taglio al FUS cultura e spettacolo al collasso

“E’ inaudito e gravissimo il nuovo taglio di 27 milioni di euro alle risorse del Fondo Unico per lo Spettacolo – afferma il Presidente di Federculture, Roberto Grossi. – Abbiamo di fronte una situazione inaccettabile che porterà al collasso della cultura e dello spettacolo nel nostro Paese”.

Non si paventa più, infatti, una situazione di recessione ma la vera e propria chiusura delle aziende e della produzione del settore. Quest’ulteriore decurtazione si somma, è bene ricordarlo, ad una già drastica riduzione dei finanziamenti che da un anno all’altro sottrae allo spettacolo ben il 44% delle risorse statali. E’ peraltro gravissimo che i vertici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali abbiamo sottaciuto la clausola inserita nella Legge di Stabilità che ha ricadute nell’anno in corso.

Tutto ciò in un quadro desolante, nel quale registriamo l’assenza totale di riforme come quella dello spettacolo dal vivo, ferma da lunghissimo tempo in Parlamento, o quelle per l’incentivazione dell’intervento dei privati nella cultura o per il sostegno alla creatività giovanile. E nell’assenza, non metaforica ma fisica, del Ministro Bondi che ormai da mesi non esercita più nei fatti il proprio ruolo.

“Questi tagli colpiscono a morte l’intero sistema produttivo dello spettacolo che, già nell’ultimo anno, aveva realizzato ristrutturazioni interne per ridurre i costi e aumentare la produttività – prosegue Grossi. – Uno sforzo che ha generato una risposta positiva dei cittadini con un incremento della domanda in particolare nei settori del teatro, del cinema e della musica classica. Chi ha sostenuto questi provvedimenti si assume ora la responsabilità storica di venire meno al dettato dell’art. 9 della nostra Costituzione e, proprio nell’anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, di demolire la cultura cioè l’elemento centrale dell’identità nazionale e della ricchezza, anche economica, del Paese. C’è da chiedersi quale modello di sviluppo sociale ed economico abbia in mente il Ministro Tremonti se smantella l’unico settore in grado di garantire oggi e per il futuro la competitività del Paese nello scenario economico internazionale. Dobbiamo tutti reagire con forza a questa situazione e invitiamo tutti i cittadini, e non solo gli operatori del settore, a farlo con noi partecipando alle Giornate Nazionali per la Cultura e lo Spettacolo che Federculture con Agis, Anci, Upi e Conferenza delle Regioni hanno indetto per il 26-27 e 28 marzo. In questi tre giorni sarà messa in atto una campagna di sensibilizzazione e mobilitazione che in tutti i teatri, cinema e luoghi di cultura accenderà i riflettori sulla gravissima situazione in atto, per riaffermare la centralità della cultura come settore strategico del Paese”.

www.federculture.it

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