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Cicutto su vittoria fratelli Taviani e Vicari: “un grande risultato che conferma la forza del nostro cinema”

È con i migliori auspici che il cinema italiano inizia, nel 2012, il suo viaggio internazionale: l’Orso d’Oro vinto alla 62esima Berlinale è un premio straordinario assegnato ad un film eccezionale. “Cesare deve morire” dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani è un’opera che attraversa teatro, documentaristica e cinema per liberare chi è rinchiuso nel braccio di massima sicurezza del carcere di Rebibbia, fine pena mai. A loro, ai detenuti che hanno messo in scena il Giulio Cesare di Shakespeare in prigione, i due registi hanno dedicato la vittoria.

Anche l’altro film italiano, “Diaz – Non pulire questo sangue” di Daniele Vicari presentato nella sezione Panorama, torna in Italia con un riconoscimento, il secondo Premio del Pubblico.

“Il buon cinema non ha età, è buono e basta – dichiara Roberto Cicutto, AD di Istituto Luce Cinecittà – Due maestri riconosciuti e un giovane regista tornano da Berlino carichi di onori. L’Italia non vinceva l’Orso d’Oro da 22 anni e il premio del pubblico ha riconosciuto il talento legato all’impegno civile. È un grande risultato che conferma la forza del nostro cinema che impone opere coraggiose all’attenzione internazionale e sa conquistare in patria un numero di spettatori impensabile solo qualche anno fa. Grazie Paolo, Vittorio e Daniele per consentirci tutti i giorni di far conoscere il Vostro lavoro in tutto il mondo”.

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