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Nuovo IMAIE: “forte preoccupazione per bozza decreto diritti degli artisti”

Riceviamo e pubblichiamo.

Roma, 23 novembre 2012 – Nuovo IMAIE, nuovo Istituto per la Tutela dei Diritti degli Artisti Interpreti Esecutori, preso atto della bozza di Decreto del Presidente di Consiglio dei Ministri, di attuazione dell’art. 39 del c.d. Decreto Liberalizzazioni (legge 27/2012), pubblicato sul sito internet del Dipartimento Editoria ed Informazione del Governo, esprime la massima preoccupazione e apprensione della categoria per i contenuti del provvedimento che, in assenza di adeguati correttivi, rischia di paralizzare l’azione di riscossione e l’intero funzionamento del mercato, con grave nocumento degli artisti e gli altri aventi diritto.

Ad oggi, nonostante la legge 27/2012 prescriva che la liberalizzazione dell’attività di intermediazione debba avvenire assicurando “un razionale e corretto sviluppo del mercato”, rimangono lasciati in sospeso e completamente inevasi molti aspetti fondamentali di questo settore.

Senza entrare nel merito dei requisiti minimi cui le imprese che intendano intermediare il diritto connesso dovranno sottostare, ciò che allarma l’Istituto è che la bozza del decreto lascia irrisolte una serie di questioni che rischiano di paralizzare totalmente il settore.

Ed infatti:

Non viene garantita la tutela mutualistica della categoria: al fine di evitare di creare “esodati” anche nel settore degli artisti/interpreti è vitale la salvaguardia all’attività di stampo pubblicistico, prevista dalle leggi vigenti;

Non viene configurato un modello di competizione equilibrato: non è ammissibile teoricamente, né percorribile praticamente la frammentazione dei soggetti deputati a determinare i compensi con gli utilizzatori e a determinare i parametri che regolano l’identificazione degli aventi diritto, la qualifica degli stessi come artisti primari o comprimari e la determinazione dei criteri di ripartizione dei compensi ad essi spettanti;

Non viene fornita alcuna chiarezza sui diritti acquisiti: è essenziale una norma transitoria che chiarisca che si intendono fatti salvi – in ossequio ai nostri principi giuridici – gli accordi stipulati prima dell’entrata in vigore del decreto, sotto il regime della previgente normativa e per periodo di competenza.

In assenza dei suddetti chiarimenti, l’intera categoria artistica sarà penalizzata dal blocco dell’attività di riscossione e di ripartizione dei compensi oltre che vittima dei contenziosi legali.

“Ci auguriamo che AGCM prima e il Governo poi – dichiara il Presidente Andrea Micciché – con un necessario seguito di istruttoria, comprendano queste ragionevoli esigenze, al fine di configurare un quadro regolatorio chiaro, esaustivo, equo e finalizzato a garantire la piena tutela dei diritti spettanti per legge all’intera categoria artistica e a definire un modello di mercato sostenibile ed efficiente”.

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