Home Eventi “My Home, in Libya”, l’opera prima di Martina Melilli a Locarno 71

“My Home, in Libya”, l’opera prima di Martina Melilli a Locarno 71

Tra memorie individuali e collettive dalla Libia, il film dell’artista e filmmaker veneta debutta in prima assoluta al 71 Locarno Festival, sezione Fuori Concorso

“My Home, in Libya”, intensa opera prima di Martina Melilli, debutta in anteprima mondiale al 71° Festival di Locarno, nella sezione Fuori Concorso, venerdì 3 agosto (ore 16.15) presso La Sala. Alla proiezione saranno presenti la regista, insieme al produttore Edoardo Fracchia per Stefilm e alla montatrice Enrica Gatto.

Prodotto dalla torinese Stefilm (Stefano Tealdi, Elena Filippini, Edoardo Fracchia) e dalla tedesca Zdf, in collaborazione con Arte e Rai Cinema, e con il supporto del MiBACT e del Piemonte Doc Film Fund, “My Home, in Lybia” prende le mosse da una storia personale per scandagliare un presente universale.

Il colonialismo italiano in Libia fa parte di un grande rimosso nazionale, ostentatamente dimenticato come un trauma o una macchia. Ed è ancora un trauma a parlare del colpo di Stato di Gheddafi del 1969, della cacciata degli ultimi coloni nel 1970, del sequestro di tutti i beni mobili e immobili degli italiani stanziati a Tripoli. Per chi è sopravvissuto rimane soltanto il ricordo di un’onta, ma anche di una stagione dorata vissuta in una metropoli senza tempo, piena di popoli e lingue.

La regista Martina Melilli appartiene a una di queste generazioni disperse, figlia e nipote di italiani nati e cresciuti in Libia. Partendo dalle memorie del nonno Antonio, Martina traccia una mappa di luoghi appartenuti a quel tempo passato, rintracciandoli nella Tripoli di oggi e facendoli ripercorrere a Mahmoud, un giovane libico conosciuto sui social che le invia foto e video della città. Lentamente il passato si lega al presente, e il presente si rivela con violenza nella storia di un Paese distante, senza più il senso di comunità. Lo scambio epistolare sui social tra Martina e Mahmoud si fa sempre più costante, dando inizio a una vera amicizia e rivelando due aspetti di una stessa generazione nata nello stesso periodo storico ma separata da un tratto di mare.

Attraverso una colonna sonora minimale e continue immagini che si sovrappongono, tra la multimedialità del presente e le fotografie del passato, Martina Melilli organizza una ricerca approfondita delle proprie radici, muovendosi all’interno di un mondo frammentario. E allo stesso tempo, spostandosi da una memoria a più memorie, da un racconto individuale a un racconto corale, ricostruisce il quadro di una Storia, dell’Italia in Libia e della Libia stessa, non ancora raccontata.

Sinossi. Girando con la macchina da presa nella casa dei nonni vicino a Padova, la regista traccia una mappa dei luoghi che appartengono al loro passato. Antonio, nato in Libia all’epoca in cui era una colonia italiana, ha vissuto a Tripoli e lì ha sposato Narcisa. Nel 1970, con il colpo di stato di Gheddafi, lui e la moglie sono stati costretti ad abbandonare il paese in tutta fretta. Con l’aiuto di un giovane libico contattato tramite i social network, Martina raccoglie immagini della città natale dei suoi nonni così come si presenta oggi. Grazie allo scambio di foto e alla chat il loro rapporto si approfondisce: internet permette di superare i confini fisici e culturali che separano le loro vite.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here