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“I Am Mariam Bin Laden” a Visioni dal Mondo

Un documentario di Vito Robbiani su Mariam Bin Laden, giovane saudita dedita a cause umanitarie e al nuoto. Dal cognome importante. “Quando una donna vuole, può tutto”.

Presentato oggi in concorso a Visioni dal Mondo – Festival Internazionale del Documentario il film documentario “I Am Mariam Bin Laden” di Vito Robbiani.

“Mi chiamo Mariam Bin Laden – ovvero come il nuoto ha cambiato il corso della mia vita”. Mariam Bin Laden è una giovane saudita dedita a cause umanitarie e al nuoto. Dal cognome importante.

Non ha ancora trent’anni ed è già la prima donna al mondo che ha nuotato nel Tamigi per i 170 km tra Oxford e Londra. È la prima donna saudita ad aver terminato la gara di nuoto dei Dardanelli, una competizione che si tiene tra Asia e Europa. Ha percorso i 24 km del Canale di Dubai e ha attraversato il Canale della Manica in nuoto assistito.

Tutte imprese che per Mariam non rappresentano unicamente una sfida atletica, ma un modo per dimostrare che quando una donna vuole, può tutto. Un messaggio rivolto in particolare alle donne arabe, per dimostrare che se si insegue un sogno con determinazione e coraggio, il sogno può diventare realtà.

Ma anche un modo per attirare l’attenzione su un’emergenza umanitaria, quella dei rifugiati siriani, per i quali tre anni fa ha aperto un ambulatorio dentistico nel campo profughi al confine con la Giordania. Per sentirsi una persona normale, Mariam ha dovuto fare una cosa eccezionale…

“Facevo il maestro di sci in Svizzera quando per la prima volta ho sentito parlare di Mariam – racconta il regista Vito Robbiani – Un suo parente mi ha parlato delle sfide di questa giovane ragazza saudita, ma anche di quel mondo progressista e tutto al femminile che lei cerca di rappresentare. Quando ho saputo che Mariam aveva intenzione di attraversare a nuoto il canale della Manica, per conquistare un nuovo record, ho pensato che questa impresa meritava di essere documentata. E così è nata l’idea del film. Solo alcuni giorni dopo averla conosciuta mi è poi stato rivelato il suo cognome”.

Il film è prodotto dalla svizzera MediaTREE Productions e RSI Radiotelevisione della Svizzera Italiana, in coproduzione con l’italiana Dugong Films.

 

 

 

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