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Venezia 70: fischi per l’aliena Scarlett Johansson, sciocca la cruda violenza di Kim Ki-duk

Dalla nostra inviata, Marilena Vinci – Settimo giorno

Venezia, 4 settembre 2013  È stato il giorno della star femminile più attesa ieri al Lido, Scarlett Johansson sbarcata in laguna per presentare in concorso “Under the Skin” di Jonathan Glazer, di cui è assoluta protagonista. Nel film, tratto dal romanzo di Michel Faber, l’attrice americana interpreta un’aliena che, grazie alle sua procacità, adesca prede umane. Accolto male alle proiezioni stampa, tra fischi e defezioni, “Under the Skin” è finora il peggior film del concorso della 70. Mostra del Cinema di Venezia. La bella diva si è però fatta perdonare concedendo al pubblico un generoso red carpet, fasciata in un elegantissimo abito nero.
A proposito del suo ruolo da aliena, l’attrice ha raccontato: “Sicuramente è un film diverso dagli altri. E’ stata un’esperienza che mi ha spinto a sondare aspetti diversi del mio mestiere. Non ci sono etichette, non è un film di genere, è qualcosa di unico. E’ stata una sfida, ma in generale il mio lavoro è sempre una sfida”. Sulla preparazione del personaggio “Non credo di avere avuto alcuna idea preconcetta. – spiega la Johansson – Nel primo giorno di riprese ho capito subito la direzione in cui volevo andare, ma ci sono volute un paio di settimane per entrare a fondo nel ruolo. Il mio è un personaggio che non conosce l’umanità, viene catapultato in una realtà sconosciuta. Non è cattivo, ma non è neppure umano perciò è sbagliato attribuirgli sentimenti propri degli uomini. Il mio personaggio è un’entità perciò all’inizio è stato difficile trovare riferimenti”.

In concorso è passato anche “Ana Arabia” di Amos Gitai, singolare documentario girato con un unico piano sequenza della durata di 84 minuti, in cui una giornalista israeliana di religione musulmana si reca in un quartiere di Gerusalemme per realizzare un reportage.

Fuori concorso. A far parlare però, è “Moebius”, con cui Kim Ki-duk torna alla Mostra dopo aver vinto il Leone d’oro lo scorso anno per “Pietà”. Il nuovo film del regista coreano non smentisce la sua verve violenta e splatter mettendo in scena scioccanti immagini di violenze sessuali di gruppo, evirazioni e incesto ma usando con tono grottesco che scatena l’ilarità del pubblico. Per la sua natura scabrosa e violenta, il film è stato censurato in Corea, patria del regista: “Ritengo che questo della censura sia un problema, per il cinema, – spiega Kim Ki-duk – un argomento che sicuramente dovremo affrontare in futuro. La versione integrale del film, comunque, attualmente è stata mostrata solo a Venezia”.
“Vorrei sottolineare che il mio non è un film sull’incesto, – precisa il regista – ma solo un’opera che tratta temi che in qualche modo vanno in quella direzione. Mi piacerebbe che in generale si guardasse al mio film in questo modo”. “Sono semplicemente voluto partire dai concetti sul sesso che esistono nella società coreana, per poi svilupparli e portarli alle estreme conseguenze”.

Fuori concorso è stato presentato anche “Harlock: space pirate 3D”, trasposizione cinematografica del celebre pirata spaziale con benda e mantello creato negli anni ’70 dal disegnatore Matsumoto Leiji.

Nella sezione Orizzonti sono passati in concorso l’australiano “Ruin” di Michael Cody e Amiel Courtin-Wilson, un viaggio surreale che rievoca nei due protagonisti traumi sopiti della loro infanzia scatenando un’ondata di rabbia e caos emotivo, e “Still Life” di Uberto Pasolini, storia di un impiegato del Comune che si occupa di rintracciare i parenti più stretti di persone morte in solitudine.

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SPECIALE
70. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
28 agosto – 7 settembre 2013

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