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ANAC: servono quote più alte d’investimento per tv e piattaforme per la produzione nazionale di audiovisivo

L’Associazione Nazionale Autori Cinematografici (ANAC) ritiene che nel nuovo quadro di sistema delineatosi in questi mesi di pandemia sia indispensabile innalzare la quota di investimenti nella produzione di cinema e audiovisivo nazionali che la legge impone ai Broadcast e alle piattaforme, quota attualmente limitata al 50%.

Il provvedimento, tra i più importanti previsti dalla Legge Cinema e teso a favorire le produzioni nazionali ed europee, nella sua stesura iniziale prevedeva l’obbligo di investimenti pari al 25% degli utili degli operatori, è stato successivamente ridotto al 12.5%. Attraverso un decreto, è stato deciso anche che solo la metà di queste risorse siano destinate esclusivamente alla produzione di cinema e fiction italiani. Proprio in queste settimane è in corso una trattativa tra le Tv, le Ott e i produttori italiani al tavolo voluto dal Ministero della Cultura (MiC) per un aggiornamento dell’accordo.

Gli autori cinematografici, che inspiegabilmente non sono stati invitati a partecipare a quel tavolo, fanno sapere per voce della loro associazione che la percentuale degli investimenti andrebbe riportata ai livelli previsti originariamente dalla legge (25%) e in ogni caso la quota di produzione di audiovisivo nazionale da sostenersi non può essere inferiore al 75% del totale.

 

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