Il film in anteprima al Viareggio EuropaCinema. Nel cast Chiara Chiti, Giulio Forges Davanzati, Giuliana De Sio, Alessandro Haber, Paola Barale, Gianmarco Tognazzi e Franco Castellano. Il regista: “è tutto girato in Calabria. Vorrei sfatare quei luoghi comuni che la dipingono come una terra triste, dove c’è posto solo per le storie di ‘ndrangheta e pistolettate”.
“Vorrei che la gente riesca a vedere il mio film. Fare cinema oggi non è facile, soprattutto per chi non ha le conoscenze giuste”. E’ entusiasta e fiducioso Nicola Deorsola, regista torinese, quando parla del suo “Vorrei vederti ballare”, l’opera prima presentata in anteprima (come evento speciale fuori concorso) al Viareggio EuropaCinema. Ma non ha peli sulla lingua: “da quasi un anno aspettiamo questo momento – precisa – finalmente è arrivato e noi incrociamo le dita. E’ una commedia romantica, una storia leggera ma non superficiale. Il problema, però, è riuscire a farla vedere: è assurdo che un film come questo, che nel cast vanta attori di tutto rispetto come Giuliana De Sio, Alessandro Haber, Gianmarco Tognazzi e Franco Castellano, abbia così tanti problemi per arrivare nelle sale”.
La pellicola racconta della storia d’amore di due ragazzi, Martino (Giulio Forges Davanzati) e Ilaria (Chiara Chiti), “due solitudini diverse che si incontrano grazie a un travestimento del protagonista, intrecciandosi a problematiche giovanili come l’anoressia e il difficile rapporto con i genitori”. Prodotto da Giuseppe Fulcheri (con il contributo del Comune e della Provincia di Cosenza, della Fondazione Carical e della Calabria Film Commission), interamente girato in Calabria, il lungometraggio vuole essere anche una sorta di riscatto per una regione che è stufa di vedere raccontare la propria terra in maniera negativa. Nel cast anche Paola Barale (nel ruolo di un’attrice fallita che fa la cassiera in un piccolo cinema d’essai), Luis Molteni e Adriana Toman.
Raggiungiamo Deorsola al telefono. Allora, com’è nata questa storia?
Da Giuseppe Fulcheri, la sua mente malata può far nascere qualsiasi cosa (ride). Perché lui è sceneggiatore, produttore e musicista del film.
Da dove viene il titolo?
E’ legato alla trama, nessun riferimento a canzoni italiane come “Voglio vederti danzare” di Franco Battiato” o “Il mare impetuoso al tramonto” di Zucchero Fornaciari. Le musiche sono tutte francesi.
Con Fulcheri vi conoscete da tanto?
Da 35 anni, giocavamo insieme all’asilo. Entrambi siamo torinesi e juventini.
Come mai avete scelto di girare in Calabria?
La storia era perfetta per questa terra. Cosenza è una città bellissima e, proprio perché al cinema non si era mai vista, poteva rappresentare un luogo universale. Abbiamo girato anche nei parchi naturali del Pollino e della Sila, e a Isola Capo Rizzuto. Proprio qui c’è un acquario dove le tartarughe Caretta caretta, di cui il protagonista è innamorato, si vanno a curare. Devo ringraziare tutti, soprattutto la gente del posto: disponibile, entusiasta, accogliente. Niente a che fare con il clima che si respira in altre città come Roma o Torino, dove si è quasi nauseati dalle continue invasioni delle troupe cinematografiche.
E’ legato a questi luoghi per qualche motivo?
A dire il vero nemmeno li conoscevo, poi ho fatto i sopralluoghi per le riprese e me ne sono innamorato. Soprattutto vorrei sfatare quei luoghi comuni che dipingono la Calabria come una terra triste, dove c’è posto solo per le storie di ‘ndrangheta e pistolettate. La mia è una storia normale di due ragazzi che si innamorano, potrebbe accadere in ogni parte del mondo.
Il film ha già una distribuzione?
Siamo in trattativa per un paio di proposte. Ma non dico nulla, non vorrei portarmi sfortuna da solo!
Ci racconta un po’ di lei? Come ha iniziato a fare cinema?
Come assistente alla regia con Sergio Rubini e Giovanni Veronesi. Il lavoro sul set è stato una bella scuola.
Chi sono i suoi miti?
Ho una grande passione per Matteo Garrone, un genio allo stato puro. Nella mia pellicola c’è anche una citazione: i due protagonisti vanno a vedere uno dei suoi film, “L’imbalsamatore”.
Allora quando potremo vederla “ballare” nelle sale?
Speriamo in primavera. Ripeto, per me l’importante è che la gente riesca a vedere il film. Intanto aspettiamo di vedere quel che succede con questo Festival!