Forte del successo riscosso nel 2009 con cui sbancò sorprendentemente i botteghini incassando in Italia più di qualsiasi altro film di Natale, arriva nelle sale questo weekend il secondo e attesissimo capitolo dello “Sherlock Holmes” firmato da Guy Ritchie ed interpretato dall’irresistibile coppia Robert Downey Jr. e Jude Law.
La storia, già in qualche modo anticipata dal finale del film precedente, vede l’entrata in scena della nemesi storica del personaggio creato da Arthur Conan Doyle, il professor Moriarty (interpretato da Jared Harris), che nella corsa al potere e alla ricchezza, non si farà alcuno scrupolo nel portare a termine i suoi piani che condurranno, inevitabilmente, allo scoppio della prima guerra mondiale. Nel cast entra la “zingara” Noomi Rapace (protagonista della trilogia cinematografica di “Millenium”), viene marginalizzato il personaggio di Rachel McAdams (l’amata di Sherlock) e ampliato quello del fratello dell’investigatore, Mycroft Holmes, interpretato da Stephen Fry, anche su suggerimento di un altro “sherlocchiano”: Chris Martin dei Coldplay, amico di Ritchie ed appassionato del personaggio creato dalla penna di Doyle.
Soddisfatti del risultato sia il regista che il produttore, che si augura una lunga serialità dato il successo del primo film, e il protagonista Robert/Sherlock che però aggiunge, precisando: “’Gioco di ombre’ è un’estrapolazione dei romanzi di Conan Doyle e penso che ci abbia servito benissimo. Credo che non si possa fare meglio dell’originale”. “Conan Doyle ha scritto un personaggio alla 007 ed è stato forse il primo a creare un action hero molto attuale”, ha detto Guy Ritchie riconoscendo una certa somiglianza tra il suo detective e l’agente segreto britannico più celebre del mondo. “Io sono cresciuto con i film di James Bond e non se ci sia stata un’influenza indiretta”, ha confessato il regista inglese.
Recensione. Effetti speciali, azione, un ritmo sincopato e frenetico, utilizzo di effetti che vanno dal freeze al flashback al flashforward, ed ambientazioni affascinanti dal sapore antico che stridono con la modernità del girato mischiando set e ricostruzioni digitali, fanno di questo “Sherlock Holmes” un prodotto di sicuro successo commerciale senza trascurare la qualità, anche se, dobbiamo confessarlo, stavolta lo spettacolo ha la meglio sulla sostanza. Più action e adrenalina, a scapito di una trama già di per sé non originale e con meno dialoghi ed intuizioni brillanti rispetto al precedente capitolo, allontanano ulteriormente e troppo questo “Sherlock Holmes” dal suo iconico predecessore, accostandosi più a 007. L’indubbio pregio del prodotto di Ritchie è però quello di aver svecchiato un personaggio stereotipato, togliendogli lente d’ingrandimento e mantellina e traghettandolo nel nuovo millennio in maniera più fresca ed accattivante per rinverdirne il pubblico.
“Sherlock Holmes: Gioco di ombre” è in 600 sale dal 16 dicembre distribuito dalla Warner.
Alcuni comnenti della critica:
“Certo, lo stile da videogioco bombarda lo spettatore senza un attimo di tregua, le sorprese sono più apparenti che reali e alla fine sono quasi inesistenti le emozioni che restano nel cuore. Ma in tempi di cinema ipertrofico e plastificato questo Sherlock Holmes, interpretato da due attori in parte, non è nemmeno dei più detestabili”.
Paolo Mereghetti, Corriere della Sera
“L’idea potrebbe essere divertente e Robert Downey Jr. nei vestiti di Holmes è irresistibile, tanto da superare il massacro del doppiaggio italiano con la sua meravigliosa faccia, però da solo non ce la fa”.
Cristina Piccino, Il Manifesto
“Che dire? È uno di quei film – e, dato il genere, la faccenda non è proprio indifferente – di fronte ai quali alla fine hai l’impressione e anzi ti accorgi decisamente che non tutto l’intreccio scorre fluido e plausibile. Ma onore alla capacità di suggestione che ti fa dimenticare le incongruenze e ti avvolge nell’atmosfera”.
Paolo D’Agostini, la Repubblica
“Guy Ritchie si incarica di controbilanciare l’immagine distorta che alle nuove generazioni è arrivata del personaggio di Holmes, con un film che si propone da una parte di restituirne la natura popolare, dall’altra di adattarlo ai gusti del pubblico del ventunesimo secolo”.
Marco Minniti, Movieplayer.it
“Ritorno alle origini del personaggio di Conan Doyle per un plot originale in salsa action e steampunk”.
Marianna Cappi, MYmovies.it