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“Jululu” in concorso per il Premio MigrArti 2017, viaggio musicale in un angolo di Africa nel Sud Italia

“Jululu”, in concorso per il “Premio MigrArti 2017” alla 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è un viaggio musicale in un angolo di Africa nel Sud Italia che ci porta dentro le problematiche dello sfruttamento dei braccianti nei terreni agricoli attraverso il duplice sguardo di Yvan SagnetBadara Seck.

Badara Seck, musicista e griot senegalese, come una guida sciamanica attraversa questi luoghi alla ricerca di Jululu, l’anima collettiva africana, fino ad arrivare in uno dei ghetti dove si riversano i lavoratori agricoli immigrati per la stagione della raccolta.

Yvan Sagnet, importante esponente delle rivolte dei braccianti in Italia, è la voce del film e, attraverso i suoi pensieri, la critica sociale dal ghetto si estende fino all’intero sistema economico che determina le condizioni di una nuova schiavitù.

A poche settimane dalla sentenza del processo SABR, emessa dalla Corte d’Assise del Tribunale di Lecce lo scorso 12 luglio – che ha condannato in primo grado “caporali” e imprenditori agricoli del Salento accogliendo la tesi dell’accusa in relazione ai fatti denunciati dai braccianti stranieri nella rivolta contro i caporali, avvenuta nell’estate del 2011 nella masseria Boncuri di Nardò, come rilevanti nella fattispecie per la “riduzione in schiavitù” – la Mostra del Cinema di Venezia accoglie, dunque, tra i protagonisti, Yvan Sagnet che del processo è stato un testimone chiave.

Il cortometraggio, che sarà presentato il prossimo 7 settembre a Venezia, è nato da un’idea di Sestilia Pellicano e Yvan Sagnet ed è stato prodotto dalla Lazy Film. La fotografia è di Stefano Usberghi e la regia di Michele Cinque.

 

 

 

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