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Premio John Fante: undici opere in concorso e annuncio dei tre finalisti a Letterature 2017

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Martedì 27 giugno alle ore 18.00 nell’ambito del Letterature Festival Internazionale di Roma saranno annunciati e presentati i tre finalisti del Premio John Fante Opera Prima 2017.

Sarà presente la giuria tecnica composta da Maria Ida Gaeta, Francesco Durante, Masolino D’Amico, Mario Cimini e Leonardo Colombati, introdurrà Giovanna Di Lello, direttore artistico del John Fante Festival “Il dio di mio padre” con un intervento di Carmine Ficca, sindaco di Torricella Peligna.

Le undici opere in concorso al Premio sono:

Ogni città ha le sue nuvole di Tommaso Avati (Sem)

Minchia di mare di Arturo Belluardo (Elliot edizioni)

Teorema dell’incompletezza di Valerio Callieri (Feltrinelli)

La grande A di Giulia Caminito (Giunti)

Il ferro e le muse di Benedetto Conte (Carabba)

La strada del ritorno è sempre più corta di Valentina Farinaccio (Mondadori)

Mio fratello rincorre i dinosauri di Giacomo Mazzariol (Einaudi)

La mafia mi rende nervoso di Isisdoro Meli (Frassinelli)

Senza amare andare sul mare di Christian Pastore (Frassinelli)

Il resto è ossigeno di Valentina Stella (Sperling & Kupfer)

Quelli che stanno nelle tenebre di Pierluigi Vito (Robin)

La XII edizione del John Fante Festival “Il dio di mio padre” si svolgerà dal 25 al 27 agosto a Torricella Peligna (CH). La manifestazione, fin dalla prima edizione, è organizzata dal Comune di Torricella Peligna per ricordare e omaggiare lo scrittore americano John Fante (1909-1983), il cui padre Nicola era un muratore originario proprio di questo piccolo paese abruzzese abbarbicato alle pendici della Maiella.

“Presi il rotolo dei soldi e tornai alla betoniera. Era ridotta male e molto rovinata, come le mani di mio padre, era una parte della sua vita, così stranamente antica, come fosse venuta da un paese lontano, da Torricella Peligna. L’abbracciai e la baciai, e piansi per mio padre e tutti i padri, e anche per i figli, perché eravamo vivi in quell’epoca, per me stesso, perché sarei dovuto andare subito in California, e non avevo scelta, avrei dovuto farcela”.
1933, Un anno terribile, John Fante

 

 

 

 

 

 

 

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