Il regista ricorda Carlo Vanzina alla Festa del Cinema di Mare: “Con Carlo abbiamo imparato tanto da maestri come Dino Risi, un regista che non se la tirava mai ed era sempre disponibile con i giovani autori”
Castiglione della Pescaia (Gr), 14 settembre 2019 – “Il cinema popolare andrebbe fatto vedere a scuola così i ragazzi saprebbero qualcosa sul nostro paese e invece non sanno nulla”. Così Enrico Vanzina, oggi, a Castiglione della Pescaia, in occasione della presentazione del libro “Mio fratello Carlo” (edito da HarperCollins) alla Festa del Cinema di Mare, rassegna cinematografica dedicata al rapporto tra l’uomo e il mare.
Lo sceneggiatore romano, regista e autore di cinema si commuove parlando del fratello Carlo Vanzina: “Con Carlo abbiamo imparato tanto da maestri del cinema come Dino Risi, un regista che non se la tirava mai ed era sempre disponibile con i giovani autori”.
“L’ho chiamato romanzo – prosegue l’autore – perché se dal nome Carlo Vanzina leviamo Vanzina è la storia di Carlo, una storia universale. È un libro che ho dovuto scrivere in 50 giorni. Mio fratello ha messo in scena tanti personaggi e attori e io scrivendo questa storia l’ho reso personaggio, come nei suoi film”.
Cosa è per me questo libro? “È una grande storia d’amore fatta di esperienza e di amore per il cinema – ha continuato Vanzina – Tra gli aneddoti che racconto nel libro, quando Carlo diceva che se fossimo stati americani, ‘Ghost’ lo avrebbero fatto girare a noi”.
E tornato sulla commedia all’italiana dice: “La commedia italiana è stata un’esperienza fenomenale, ci siamo rimboccati le maniche per fare ridere il paese dopo la guerra”.
Enrico Vanzina ha raccontato anche un aneddoto su Castiglione della Pescaia: “Non venivo qui da 50 anni e venni, una volta, perché mi piaceva una ragazza e facemmo anche il bagno di mezzanotte. Mi venne la tosse e non ci combinai niente”.
[Photo credits: Leonardo Corvino / Festa del Cinema di Mare]
