Home Articoli Esce il nuovo “Amici miei”, ma è pioggia di polemiche

Esce il nuovo “Amici miei”, ma è pioggia di polemiche

Video conferenza stampa

C’erano una volta quattro amici “toscanacci” che passavano il tempo a combinare burle ferocissime a chiunque gli capitasse tra le mani. Era il 1975: l’allegro quartetto capitanato da Mario Monicelli e composto da Ugo Tognazzi, Philippe Noiret, Gastone Moschin e Duilio Del Prete (strada facendo arrivò anche Adolfo Celi), dava vita a uno dei film più amati della commedia italiana. Trentasei anni dopo arriva in sala il prequel: “Amici miei – Come tutto ebbe inizio”. Gli artefici? Il regista dei cinepanettoni Neri Parenti e i produttori campioni d’incassi Aurelio De Laurentiis e Luigi De Laurentiis, che lo distribuiscono in ben 500 copie.

Gli sceneggiatori sono gli stessi di allora, Piero De Bernardi e Leo Benvenuti, con l’aggiunta delle nuove leve Fausto Brizzi e Marco Martani. Siamo nella Firenze del 1487, alla corte di Lorenzo De’ Medici. Duccio (Michele Placido), Cecco (Giorgio Panariello), Jacopo (Paolo Hendel), Manfredo (Massimo Ghini) e Filippo (Christian De Sica), per prolungare la giovinezza e fuggire le responsabilità della maturità, si rendono protagonisti di continue “zingarate”. Nemmeno la peste riesce a fermarli: anzi, quella situazione drammatica è l’ideale per agire liberi e indisturbati. Ma quando, dopo l’ultima beffa ai danni del legnaiolo Alderighi (Massimo Ceccherini), le vittime sembrano scarseggiare, la combriccola decide di prendere di mira proprio uno degli amici. Cecco diventa così il bersaglio di un terribile scherzo, a cui prenderà parte anche Lorenzo il Magnifico in persona (Alessandro Benvenuti).

La pellicola nasce tra le polemiche. Su Facebook c’è persino un gruppo, “Giù le mani da Amici miei”, che conta quasi 60 mila iscritti. Neri Parenti non si scompone, ci tiene a dire che si è avvicinato all’originale “con rispetto e amore”. Poi, quando gli chiedono un commento ai malumori dei fan, dà una versione cattiva (“Credo sia un sito regionale, 50mila persone contro 20 milioni di utenti mi sembra un  po’ poco”) e una buona (“Entrambi amiamo questo film, solo che loro considerano il mio amore una forma di oltraggio”). Monicelli ne aveva preso le distanze: “non sono contento che si faccia l’ennesimo remake – dichiarava in un’intervista radiofonica qualche mese prima di morire – sfruttare il successo di ‘Amici miei’ in qualsiasi modo e con qualsiasi regista è un peccato”. Ma Aurelio De Laurentiis non è d’accordo: “ricordate male – incalza in conferenza stampa – Mario negli ultimi tempi non vedeva più bene e non ho potuto fargli leggere la sceneggiatura. Non avrebbe mai sparato su cose che non conosceva”.

Gli attori provano a stemperare l’atmosfera. De Sica spiega come, in comune con il primo “Amici miei”, non ci sia solo lo spirito goliardico: “il significato vero delle azioni dei protagonisti è lo stesso dell’originale, farsi beffa dell’età adulta cercando di prolungare la fanciullezza, esorcizzando in questo modo la vecchiaia e la morte”. Placido aggiunge: “poco dopo aver accettato la parte, Monicelli mi chiamò e mi disse che se era divertente avevo fatto bene ad accettare”. Paolo Hendel gli fa da eco: “prima di iniziare a girare chiesi un parere a Monicelli, lui mi rispose che se la storia funzionava, se faceva ridere perché non farla?”.

Alla proiezione per la stampa non si è sentita una risata, ma non è detta l’ultima parola perché adesso la palla passa al pubblico in sala. Per il momento sappiamo solo che nel primo “week-end”, quello dell’Unità d’Italia, il film ha incassato 878 mila euro, piazzandosi al secondo posto dopo “Nessuno mi può giudicare” di Massimiliano Bruno. Ai posteri l’ardua sentenza.

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