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Cannes 2015: arrivano il sicario Benicio Del Toro e l’incestuosa storia d’amore di Valérie Donzelli

Da Cannes la nostra inviata Marilena Vinci. Diario e foto del settimo giorno.  

#Redcarpet SICARIO by Denis Villeneuve #Cannes2015

Cannes, 19 Maggio 2015 – Il regista Denis Villeneuve torna a calcare il red carpet del Festival di Cannes per presentare in concorso il suo “Sicario”, accompagnato dagli interpreti Emily Blunt, Benicio Del Toro e Josh Brolin. Il film racconta di una giovane agente dell’FBI che si unisce a una task force incaricata di agire al confine fra USA e Messico, col compito di indebolire i potenti cartelli della droga.

“Sono anni che mi interessa molto il confine fra Stati Uniti e Messico”, dice Villeneuve spiegando la scelta di dirigere questo film. “Leggendo la sceneggiatura me ne sono innamorato, lo sento il mio film migliore, quello più vicino a me, perché fatto senza compromessi, coinvolgendo chi lavorava con me. È difficile dirlo per il mio ego, ma sono qui a Cannes per merito loro. La sceneggiatura è diventata poi qualcosa di diverso, migliore, grazie alle discussioni avute con Emily e Benicio”.

“Sul set Denis trasmetteva entusiasmo, motivato dalla sua ricerca di autenticità. – racconta Benicio Del Toro – Nel confronto con i tanti film che ho girato, ambientati in quella parte del mondo, ha aggiunto qualcosa di nuovo col mio personaggio, in cerca di vendetta, che non accetta mezze misure. Tutto o niente, non prende prigionieri”.

SICARIO- CANNES 2015

Josh Brolin ha invece ricordato come avesse inizialmente rifiutato “stupidamente” il ruolo a causa dei tanti film girati in serie: “Sul set era come stare in una war room, ci si ponevano continuamente interrogativi su come risolvere questa o quest’altra scena – dice l’attore – Di solito quando non sei sicuro del film finisce davvero male. Vedendo il film mi sono reso conto che sapeva benissimo dove andare. Ho capito che voleva darci la sensazione di essere indispensabili al film, di aver avuto noi delle grandi idee, mentre invece ci ha manipolati”.

Bionda e sempre sorridente, Emily Blunt è stata interrogata sulla questione per cui le donne che arrivano alla montée des marches con scarpe basse, vengono respinte. “Il mio punto di vista è che nessuno dovrebbe indossare i tacchi alti, ma solo scarpe basse”, scherza. “Non è che mi senta così a mio agio con i tacchi, per fortuna che stasera li avrò non troppo vertiginosi, visto che ho un vestito molto lungo”. Solidarietà da parte di Villeneuve che sulla questione scherza: “io, Josh e Benicio stasera, per solidarietà, faremo la montée con i tacchi”.

#Photocall MARGUERITE & JULIEN by Valérie Donzelli #Cannes2015

In concorso è stato presentato anche “Marguerite et Julien” dell’attrice e regista francese Valérie Donzelli (“La Guerra è dichiarata”) con Anaïs Demoustier e Jérémie Elkaïm, scandalosa storia d’amore tra fratello e sorella realmente accaduta nel ‘600 e adattamento di una sceneggiatura che Jean Gruault aveva scritto nei primi anni ’70 per Truffaut. Melodramma dai toni fiabeschi, ambientato appartentemente in quell’epoca ma contaminato con elementi di epoca diversa. “Si tratta di un film senz’altro differente rispetto ai miei precedenti, più ricco e articolato nella messinscena. – spiega la Donzelli in conferenza stampa – Quando mi sono imbattuta nello script di Gruault, ho subito avuto voglia di farne un adattamento che non si limitasse alla semplice ricostruzione storica. L’obiettivo era quello di allontanarci dalla sceneggiatura originale, molto più concentrata sui fatti storici. Con Jérémie (Elkaïm) volevamo creare una sorta di commedia musicale. Al punto che ho scritto anche delle canzoni. Poi le canzoni sono scomparse e sono rimasti gli anacronismi. Volevo creare un universo a sé, che appartenesse solo al film”.
“Se avessimo mantenuto una verosimiglianza storica nel raccontare un soggetto del genere, il discorso si sarebbe spostato immediatamente su un piano sociale, oggettivo. – aggiunge il protagonista e co-sceneggiatore Elkaïm – Per questo abbiamo cercato uno spiazzamento, che fosse più consono al desiderio di lirismo di Valérie. ‘Marguerite et Julien’ risponde al tentativo di liberarsi dal dogma del naturalismo, del realismo. Credo che la nostra ambizione, quella di Valérie in particolare, sia stata quella di raggiungere la verità attraversa la finzione più spinta. Incarnare la verità attraverso il cinema”.
Il film ha diviso la critica che alla proiezione lo ha accolto con fischi e applause, non certo per la scabrosità del tema ma per il confusionario pot pourri con cui la regista ha scelto di raccontare la storia.

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