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Cannes 2018, 82 donne sul red carpet chiedono parità

Nell’anno dello scandalo Weinstein, del #MeToo e dei movimenti contro le molestie, il 71° Festival di Cannes risponde con un evento unico. Una marcia di 82 donne del mondo dello spettacolo (attrici, registe, produttrici, da Cate Blanchett a Agnès Varda, da Claudia Cardinale e Jasmine Trinca a Kristen Stewart), che hanno sfilato sul red carpet sabato 12 maggio, tenendosi per mano, prima della proiezione del film “Le Filles du Soleil” di Eva Husson, un film femminista dichiarato, sul battaglione di soldatesse curde, un gruppo di donne eccezionali, sopravvissute a violenze.

Un momento storico, con il quale il mondo femminile del cinema mondiale ha voluto sensibilizzare il pubblico sulla clamorosa disparità tra registe e registi, in nome di una maggiore inclusione e di una vera parità tra generi.

Il messaggio letto sul red carpet dal presidente di giuria Cate Blanchett (in inglese) e dalla regista Agnès Varda (in francese).

Su queste scale oggi ci sono 82 donne, che rappresentano il numero delle registe che hanno percorso queste scale dalla prima edizione del Festival di Cannes nel 1946. Nello stesso periodo, 1.688 registi maschi hanno scalato le stesse scale. Nei 71 anni di questo festival di fama mondiale ci sono state 12 presidenti di giuria donne. La prestigiosa Palma d’Oro è stata conferita a 71 registi maschi ma solo a due donne: Jane Campion, che è con noi nello spirito, e Agnès Varda che è con noi oggi. Questi fatti sono crudi e innegabili: le donne non sono una minoranza nel mondo, ma lo stato attuale della nostra industria dice il contrario. Come donne, ognuna di noi affronta la propria sfida, ma oggi siamo insieme su queste scale per simboleggiare la nostra determinazione e il nostro impegno per il progresso. Siamo scrittrici, produttrici, registe, attrici, direttrici della fotografia, agenti, editrici, distributrici, agenti di vendita e rappresentanti di tutti i lavori delle arti cinematografiche. Siamo solidali con le donne di tutti i settori. Ci aspettiamo che le nostre istituzioni forniscano attivamente parità e trasparenza nei loro organi esecutivi e ambienti sicuri in cui lavorare, ci aspettiamo che i nostri governi si assicurino che le leggi sulla parità di retribuzione per lo stesso lavoro siano rispettate. Chiediamo che i nostri posti di lavoro rispettino la diversità e l’equità in modo da rispecchiare al meglio il mondo in cui viviamo realmente. Un mondo che permetta a tutti noi dietro e davanti alla macchina da presa di crescere fianco a fianco con i nostri colleghi maschi. Le scale della nostra industria devono essere accessibili a tutti. Saliamole.

 

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