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Cannes 64: Almodovar stupisce il pubblico in sala

Applausi in sala per il film in concorso a Cannes di Pedro Almodovar “La piel que habito”. Tra toni horror, una sceneggiatura che strizza un po’ l’occhio a “Frankenstein” e meno risate del solito, Almodovar ha spiazzato anche i suoi stessi fan che non si aspettavano un film così diverso rispetto ai precedenti.

Nel suo ultimo lavoro il maestro del cinema spagnolo racconta le pericolose imprese di un chirurgo estetico, interpretato da Antonio Banderas, che cerca di mettere a punto una terribile vendetta ai danni di un ragazzo che ha violentato sua figlia. Il nuovo Frankenstein inventa per questo motivo qualcosa di meraviglioso e orribile insieme. Sconvolto dalle orrende bruciature di cui fu vittima la sua adorata moglie, decide di creare la pelle artificiale perfetta, ma ha bisogno di una cavia.

“Questo film è una bellissima lezione sulla creazione – ha afferma l’attore – Sono fiero di fare parte dell’universo di Almodovar, lavorare con lui vuol dire tornare alle mie radici, tornare a casa”.

Ma non c’è da aspettarsi una pellicola di fantascienza, al contrario è trattato un argomento di forte attualità come la genetica.

“Durante la mia carriera da regista ci sono state fasi in cui ho sperimentato commedia e melodramma. Adesso sono passato al thriller, perché è un genere che ti permette tante possibilità e di esplorare, a sua volta, tanti altri generi. All’inizio avevo addirittura pensato a una pellicola muta e in bianco e nero, poi ho capito che volevo comunque fare un film alla mia maniera, un film di Almodovar”, ha affermato il regista.

 

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