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“La fine del mondo. Istruzioni per l’uso” Festival delle Scienze 2011

“Don’t worry about the world coming to an end today. It is already tomorrow in Australia”. Charles M. Schulz

Ogni cultura, nel corso della millenaria storia dell’umanità, ha rivolto uno speciale interesse alla “fine del mondo”, all’Apocalisse, alla catarsi finale. Nei miti, nelle religioni e nelle diverse espressioni artistiche, sempre e ovunque gli uomini hanno mostrato segni di una forte convinzione che un giorno il tempo finirà, spesso accompagnata dalle incertezze e dalle paure suscitate da una simile immagine. Ma al di là delle storie e delle suggestioni che turbano e invadono l’immaginario collettivo, che cosa sappiamo realmente della fine della specie umana e del pianeta che la ospita? E’ vicina o lontana da noi? Stiamo sottovalutando o sopravvalutando le potenziali cause di un’estinzione e di una catastrofe? Se fosse davvero vicina, sapremmo prevederlo? E soprattutto, quanto dovremmo preoccuparci?

Il Festival delle Scienze di Roma 2011 affronterà il tema come sempre dalla prospettiva della scienza più avanzata, riunendo i grandi nomi della ricerca scientifica italiana e internazionale ma anche letterati, filosofi e storici della scienza, osservatori ed esperti per capire e discutere, non senza una certa dose di salutare ironia, che cosa sappiamo davvero del tramonto finale che ci attende. A partire dall’argomento probabilistico proposto negli anni ‘80 dal cosmologo Brandon Carter, noto come the doomsday argument, il Festival delle Scienze inaugurerà una riflessione sulla possibilità che la fine dell’umanità possa essere più vicina di quello che noi pensiamo o prevediamo.

La specie umana, ancora piuttosto giovane secondo i parametri evoluzionistici, in questo arco di tempo ha scatenato un’evoluzione culturale e tecnologica rapidissima e potenzialmente fuori controllo. Quali sono i rischi che corriamo e che cosa ci dice la scienza al riguardo? Abbiamo modelli predittivi affidabili? Quali e quante sono le probabilità che una catastrofe fatale si realizzi? A fronte di queste domande, il Festival cercherà di far luce sulle evidenze che vengono dal mondo della ricerca e sulle possibili previsioni che si possono estrapolare e dedurre da esse. Ad accompagnare la discussione sulle possibili cause, altri incontri affronteranno gli aspetti più etici e filosofici del problema, senza dimenticare un punto di vista più psicologico: perché la fine del mondo è così radicata nel nostro immaginario, al punto che basta una diceria fantascientifica su un possibile buco nero prodotto dall’esperimento del CERN di Ginevra per riempire le pagine di giornale? Perché l’idea della Fine popola in modo così pervasivo i nostri plot narrativi, le favole, i libri, i film, i documentari, i notiziari?

Tra i tanti eccellenti relatori del Festival, presenze di spicco come Brandon Carter, Robert Smith, Lisa Randall,  Colin Campbell, Giovanna Tinetti e Bill McGuire. Sul fronte artistico e letterario, un’eccezionale lectio inaugurale di Ian McEwan che parlerà del suo “Blues della fine del mondo”, una riflessione provocatoria e sorprendente sui modi di guardare alla nostra esistenza collettiva, e un ironico spettacolo di Stefano Benni dal titolo “L’ultima astronave”.

Tra gli ospiti:
Ian McEwan
Stefano Benni
Brandon Carter
Robert Smith
Lisa Randall
Colin Campbell
Giovanna Tinetti
Giovanna Tinetti
Bill McGuire

Dal 20 gennaio 2011 al 23 gennaio 2011 – Auditorium Parco della Musica, Roma

Info: www.auditorium.com

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