La fotografa, 84 anni, ha inaugurato oggi a Biografilm 2019 il ciclo di incontri dedicato alla stampa. “Raccontare la mafia era il mio lavoro… Mi sono sempre piaciute le donne: osano di più, rischiano di più e fanno anche più fesserie degli uomini”.
Bologna, 7 giugno 2019 – “Non sono una tecnica, non sapevo niente della fotografia. Forse sapevo dell’esistenza di Cartier-Bresson. Forse”. È iniziato con una grande ospite, oggi, il ciclo di incontri dedicato alla stampa di Biografilm Festival – International Celebration of Lives (7-17 giugno 2019, Bologna).
Letizia Battaglia, la fotografa siciliana diventata famosa con le sue foto alle vittime di mafia. Al festival verrà presentato il documentario sulla sua vita: “Shooting the Mafia” di Kim Longinotto.
Nata e cresciuta a Palermo, negli anni Settanta comincia a lavorare per il quotidiano L’Ora, un’esperienza che ricorda con umiltà: “Coraggio? Il mio non era coraggio. Raccontare la mafia era il mio lavoro. Loro mi chiamavano e io andavo a fare le fotografie”. Ma ben lontana dall’essere una fotografa tout-court, è nell’amministrazione della sua Palermo che ha trovato la soddisfazione più grande.
Nel tempo, si è occupata di tante altre tematiche. Ad esempio, la figura della donna: “Mi sono sempre piaciute le donne: osano di più, rischiano di più e fanno anche più fesserie degli uomini. Questo mi piace”. Lo testimonia il suo ultimo lavoro, “Palermo nuda”: “Saranno foto di corpi di donne nude. Giovani e anziane: tutte volevano farsi fotografare da me”.
A 84 anni c’è molto passato nei suoi racconti: “Il rapporto con la memoria è molto doloroso: vivere può essere faticoso, ma guardandomi alle spalle mi perdono tutto. Io mi voglio bene, non porto rancore”.
Infine, un passaggio sulla sua Palermo: “A me il mondo non metteva paura, ma ho sempre scelto di rimanere a Palermo. Quello che io cercavo era lì, è sempre stato lì”.
Per maggiori informazioni: www.biografilm.it