Si definisce Sciacallo quell’individuo che si ciba delle disgrazie altrui, che ne trae giovamento. Spietato e senza scrupoli Jake Gyllenhaal interpreta Louis Bloom, un giovane ambizioso e pronto a tutto, che pur di far carriera, e avviare una propria impresa, non si ferma davanti a niente, neanche alla morte.
Da ladruncolo della periferia di Los Angeles, dove ruba rame e ferro per sopravvivere, si trasforma in reporter d’assalto e va li dove il crimine, paga, tra furti, sparatorie e incidenti, dove le lamiere sono ancora in fiamme e macchiate dal sangue delle vittime. Radio della polizia in mano e telecamera in spalla Luois si cimenta in questo nuovo business, tra teorie di mercato e totalmente privo di etica morale. Contano solo lavoro e soldi. Più i crimini sono efferati più i network pagano per i filmati. L’altra faccia della stessa medaglia è la direttrice del network a cui Louis affida i propri video. Manipolatrice e cinica, pur di ottenere il record d’ascolti è disposta a tutto.
Un film che analizza l’etica morale e giornalistica, criticando il mondo dei media, dove contano più gli indici d’ascolto rispetto alle vite umane, che gli “sciacalli” spolpano senza scrupoli.
Presentato all’ultimo Festival Internazionale del Film di Roma, “Lo Sciacallo – Nightcrawler” segna l’esordio alla regia di Dan Gilroy, fratello di Tony (il regista di “The Bourne Legacy”).
Al cinema dal 13 novembre distribuito da Notorious Pictures.
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ALCUNI COMMENTI DELLA CRITICA
Maurizio Porro, Corriere della Sera
Sono come zombie, vampiri dell’informazione drogata, che vuole scioccare. Predatori della notte, personaggi di infima morale che definire giornalisti sarebbe improprio (…) Non c’è pietà per nessuno, sono tutti vittime, dal complice aiutante alla producer tv (perfetta Rene Russo nel tocco di volgarità) accecati dal neon notturno di un horror in cui sono tutti Dracula (…) Il film comunica lo choc di una realtà non surreale e che riconosciamo nel nostro codice genetico anche se innocenti.
Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa
Enigmatico, sinistro, emblematico: è Nightcrawler, lo Sciacallo dell’intrigante opera d’esordio dello sceneggiatore (The Bourne Legacy) Dan Gilroy, che ne firma anche il copione. Enigmatico perché sino alla fine Lou Bloom resta chiuso nel suo mistero, sinistro per la maniacale determinazione al successo e la totale assenza di cuore sotto una facciata di innocenza (…) Lo sciacallo potrebbe essere considerato un’ennesima satira del mondo dei mass media, ma Gilroy dimostra indubbia originalità, accentuando i toni plumbei e giocando il protagonista su un ambiguo registro psicotico che ne fa l’evidente frutto di una cultura malsana.
Maurizio Acerbi, Corriere della Sera
Il film è (…) specchio riflesso di una parte della società (e non solo dell’informazione) che ha perso ogni senso della misura, ogni etica, e che qui viene ritratta attraverso il cinismo di un certo modo (per fortuna, limitato) di fare giornalismo. Sull’altare dello share, si manipola, si calpesta, si inventano falsi sensazionalismi. Un male universale del quale, purtroppo, anche l’Italia, pur in minima parte, non può dire di esserne esente.
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