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Le parole che non ti ho detto: Carlotta Antonelli intervista Phaim Bhuiyan

Lei è Carlotta Antonelli, giovane attrice romana, nota per aver recitato in serie di successo come “Suburra” (Netflix), “Solo” (Mediaset) e “Vivi e lascia vivere” (Rai). Nel 2019 arriva il suo debutto sul grande schermo nel film “Bangla”, di cui è protagonista insieme al regista e attore dello stesso progetto Phaim Bhuiyan. Un film che permette a Phaim di vincere il suo primo David di Donatello come miglior regista esordiente e il Nastro d’Argento per la miglior commedia. Ed è proprio Phaim che Carlotta intervista per la rubrica “Le parole che non ti ho detto”.

L’intervista per RB Casting

1. Com’è stato prendere la tua persona e raccontarla in parte sul grande schermo?
All’inizio l’ho presa con tanta paura ed imbarazzo. La sensazione che provi è quella di essere nudo davanti a mezzo milione di persone, ma proprio perché ti rendi vulnerabile, capisci in verità che le preoccupazioni che hai stanno solo nella tua testa. Prendi coraggio, invece di pensare come qualcosa che mi spaventa, ho invertito tutto, pensando che fosse qualcosa che potesse fare del bene, sia a me che al pubblico, perché al di fuori dello schermo qualcuno ci si può rivedere, anche solo in una minima parte. Quello che voglio è creare un ricordo, un emozione, un momento a chi sta guardando film, ma solo grazie al rischio lo puoi fare, ed è proprio la vulnerabilità ad entrare nelle anime delle persone e rende tutto più bello.

2. Quando hai temuto critiche e giudizi negativi una volta uscito il film? 
Parecchie, le varie tematiche all’interno del film potevano creare molte discussioni, dalla politica, le seconde generazioni, la religione etc. Cercavo comunque di vivere serenamente, perché stressarsi è inutile. Per fortuna ce ne sono state poche e me le sono fatte scivolare addosso. La fortuna del film è stata proprio quella di non avere finalità sociopolitiche, il che ha reso tutto più semplice, e probabilmente la forza è stata la leggerezza e la semplicità di raccontare argomenti difficili e impegnativi, il che mi rende veramente felice.

3. Se potessi rifare il film che cosa cambieresti?
Ritornando indietro, dalla scrittura, la preparazione, a come abbiamo girato il film, alla scelta del cast, si poteva migliorare o peggiorare la situazione. Proprio per questo, non cambierei niente perché senza quegli errori non avrei la consapevolezza che ho oggi. Il fatto che ogni progetto avrà dei difetti e si poteva fare meglio, però mi piace pensare che sono proprio i difetti a rendere unico il progetto nella sua complessità, quindi cerchiamo per quanto possibile di apprezzarli di più.

4. Se dovessi farti dirigere come attore, da chi vorresti essere diretto?
Bella domanda. Eh, ce ne sono tanti! Da Ryan Coogler, Quentin Tarantino, David Lynch, Robert Zemeckis, Carlo Verdone, Stefano Sollima, Nanni Moretti e molti altri. La lista sarebbe lunghissima, e ruberei con gli occhi tutto da loro per imparare e migliorare, come giusto che sia.


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