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“Wajib” torna al cinema

Immagine del film “Wajib”

In questo momento storico doloroso, che ancora una volta travolge la Palestina, i distributori internazionali hanno deciso di riproporre nelle sale “Wajib – Invito al matrimonio”, della regista Annemarie Jacir, e anche Satine Film ha aderito mettendo a disposizione gratuitamente il film per gli esercenti cinematografici che ne faranno richiesta nella settimana dall’11 al 15 dicembre.

Ambientato nella comunità cristiana di Nazareth, in Palestina, e interpretato da due splendidi attori, Mohammed e Saleh Bakri, padre e figlio sullo schermo e nella vita, la commedia offre un punto di vista “umano” sulle criticità e le difficoltà del vivere in una terra martoriata, in cui pragmatismo e idealismo non sempre riescono a convivere. Con delicatezza e ironia, “Wajib” esplora la linea sottile che intercorre tra amore e dovere, modernità e tradizione, rivoluzione e compromesso.

Il titolo “Wajib”, che tradotto in italiano significa “dovere”, fa riferimento alla tradizione palestinese secondo la quale il padre e i fratelli della sposa hanno il dovere sociale di consegnare personalmente gli inviti di matrimonio. Un gesto solenne e culturalmente importante che dà vita a un road-movie profondo ed emozionante, che esplora la complessità del rapporto padre-figlio nel confronto tra liberà e dovere, modernità e tradizione.

Vincitore di numerosi premi in festival internazionali, tra cui miglior film, miglior attore e miglior sceneggiatura agli Arab Critics’ Awards al Festival di Cannes, miglior film ai festival di Mar del Plata, Dubai, Amiens, MedFilm, Kerala, Gran Premio della Giuria al London Film Festival, Circle Award a Washington DC, solo per citarne alcuni, “Wajib” è stato accolto ovunque nel mondo con grande apprezzamento di pubblico e critica proprio per la capacità di raccontare con delicatezza e in chiave di commedia il dramma umano vissuto nella regione, “meglio di qualunque inchiesta, indagine o reportage”.

Sorprende e stupisce, di conseguenza, l’improvvisa rimozione dalla programmazione televisiva da parte della televisione tedesca ARD, come recentemente denunciato dalla regista Annemarie Jacir, a causa della sua “prospettiva narrativa”.

SINOSSI. Abu Shadi è un insegnante molto stimato che vive a Nazareth, in Palestina. Ha cresciuto da solo due figli e ora si appresta a vivere il giorno più bello della sua vita: il matrimonio della figlia Amal. Per l’occasione è tornato nella città natale anche Shadi che, pur vivendo da tempo in Italia, non si è sottratto al “Wajib”, cioè al “dovere” da parte dei familiari di consegnare personalmente le partecipazioni di nozze, come forma di rispetto verso gli invitati. Shadi e Abu Shadi si apprestano così a trascorrere insieme un’intensa giornata on the road dedicata a incontri e consegne proprio come vuole la tradizione. Ma se al cospetto degli invitati padre e figlio riescono a calarsi nel ruolo che tutti si aspettano, la diversa visione della vita che ormai inevitabilmente li separa affiora man mano in superficie costringendoli a un inevitabile confronto.

“Il cinema non ha il potere di cambiare la realtà ma può aiutare a capirla”. (Annemarie Jacir, regista di “Wajib”)

 

 

 

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